RUGGERO DE I TIMIDI: “VI RACCONTO IL MIO SHOW”

Di il 13 Aprile 2018

Intervista esclusiva al crooner,  in arte Andrea Sambucco, in scena sabato 14 aprile al Carlo Felice con lo spettacolo di cabaret “Ruggero de i Timidi Show”

 

di Simona Cappelli

 

GENOVA – Con la sua acconciatura anni ’50 e il suo atteggiamento da “cantante beat nostalgico” il personaggio nato dal genio di Andrea Sambucco, è indiscutibilmente una star del web e non solo. Amatissimo dal pubblico italiano, che ha avuto modo in questi quattro anni di vederlo anche in tv e ascoltarlo per radio, Ruggero dei Timidi  con la sua musica e i suoi monologhi rompe i tabù che la società ci impone e lo fa con uno stile originalissimo, tra il moderno e il vintage senza mai cadere nella mera volgarità e senza utilizzare un linguaggio scurrile. Dopo l’ultima fortunatissima tournée Spruzzi di Gloria, sta portando in giro per i teatri il suo nuovo spettacolo di cabaret, Ruggero De I Timidi Show che Sabato 14 aprile approderà all’Auditorium Eugenio Montale del Teatro Carlo Felice.

 

Come e quando è nata l’Idea di creare il personaggio di Ruggero de i Timidi e qual è secondo te la sua forza?

Andrea Sambucco alias Ruggero dei Timidi: <<L’idea è nata casualmente, successivamente all’uscita della canzone “Timidamente io”. Ho pensato che fosse un brano troppo forte per poterlo cantare io da Andrea Sambucco, bisognava prendere le distanze, ci voleva un personaggio che facesse da filtro. Così è nato Ruggero, il crooner che il pubblico aspettava da sempre, con la pettinatura alla Beatles. Fin da subito ho capito qual è la forza di Ruggero, il fatto che faccia riedere la gente ancora prima di cantare e di parlare e che abbraccia un pubblico vastissimo>>.

 

 Le tematiche affrontate nelle canzoni sono assolutamente anticonvenzionali, si parla di argomenti definiti tabù come i massaggi cinesi, il vibratore, lo squirting, come reagiscono i genitori?

A: <<Devo dire che il mio pubblico è molto vasto e tra le varie tipologie ci sono anche le famiglie con bambini che spesso sono anche seduti in prima fila. Questo mi stupisce sempre, soprattutto perché molti genitori dicono che Ruggero non è volgare, altri invece non li portano perché sostengono il contrario.  Da questo mi sono reso conto che il problema non sono io ma la percezione che hanno le persone in merito a quello che si può o non si può dire. Tecnicamente Ruggero non dice parolacce, poi si può discutere su quello che racconta che in fondo sono i temi che la società ci regala. I miei spettacoli si concludono spesso con lunghe disquisizioni tra genitori e figli e in molti casi sono i figli a spiegare ai genitori, questa è un po’ la prassi>>.

 

Immagino che molti ti chiedano che fine hanno fatto i Timidi, sono mai esistiti?

A:<< In verità nei miei spettacoli i musicisti ci sono sempre stati e continuano ad esserci, ma la leggenda narra che i Timidi si siano formati più di 20 anni fa in una fantomatica sala prove, di cui non si hanno documenti certi. Pare che questi musicisti fossero talmente timidi da non trovare mai il coraggio per salire sul palco, Ruggero invece, che è il più esuberante della brigata, è riuscito a prendere la situazione in mano e portare le canzoni davanti al pubblico>>.

 

A Genova il 14 aprile al Carlo Felice non sarai in concerto ma porterai uno spettacolo di cabaret, cosa ci puoi anticipare?

A: <<Sì, questa è la tournée di cabaret, in scena sarò io con mia moglie e il Maestro Ivo, genovese DOC che torna sulle scene dopo un po’ di mesi. Lo spettacolo si svolgerà tramite monologhi, ci sarà la musica un po’ stile musical , un po’ stile Las Vegas, un po’ acustica con strumenti come l’ukulele, la chitarra. Il sogno di Ruggero è quello di approdare a Las Vegas, non ci riuscirà mai ma è sempre bello credere nei propri sogni>>.

 

Qual è il rapporto tra Andrea Sambucco e il personaggio di Ruggero, come preferisci essere riconosciuto dal pubblico?

A: <<Lo devo ancora capire. Per adesso mi va bene che Ruggero sia quello più famoso e che Andrea lavori dietro le quinte per lui, fregandogli tutti i soldi. Ruggero pensa alla gloria e Andrea al vile denaro. La cosa bella è che mentre Andrea Sambucco sa perfettamente chi è Ruggero ed è consapevole del loro rapporto, Ruggero non sa assolutamente chi sia questo Sambucco e si stizzisce ogni volta che viene nominato. E’ un gioco che faccio per me e che sicuramente a breve mi porterà in psichiatria ma per adesso ci convivo perfettamente>>.

 

Uscendo un per un attimo dal discorso puramente artistico, come ti sembrano i giovani di oggi, una generazione di timidi?

A: <<Non essendo un sociologo ne un antropologo posso solo dire che per quello che vedo li trovo molto più smart di una volta. O sono molto educati o sono completamente l’opposto. Sinceramente, nel corso della mia carriera mi è capitato di incontrare tantissime categorie di giovani, ma tendenzialmente li vedo educati e tranquilli, molto posati. Grazie all’internet, come lo chiamo io, i ragazzi di oggi sono anche molto preparati sui temi che affronto nelle mie canzoni. E’ una generazione sicuramente più sveglia e alfabetizzata, io a scuola facevo le aste>>.

 

Il tuo repertorio spazia dal moderno al vintage, ma tu prediligi in particolare un genere o un artista?

A: <<Ad oggi non ho un gruppo preferito. In passato potevano essere i Rem o  i Radiohead. Adesso ascolto un po’ di tutto soprattutto perché mi piace capire e conoscere i nuovi generi che stanno spopolando. Ultimamente ho ascoltato la trap, proprio per comprendere cosa colpisce e cattura di questi artisti come Ghali, Sfera Ebbasta, che devo dire conoscendoli ho iniziato ad apprezzare molto anche io. Al di là di questo, ascolto molto musica straniera, inglese, americana e in particolare gli Arcade Fire. L’ultimissima cosa che ho ascoltato, sono state le canzoni di Natalia Lafourcade una specie di Laura Pausini però messicana>>.

 

Tra i nuovi generi in voga c’è il reggaeton, protagonista di  uno dei tuoi ultimi brani che si intitola proprio l’estate del reggaeton. Da cosa è nata l’ispirazione?

A: <<Dopo aver ascoltato per mesi una playlist intera di reggaeton mi sono detto che era arrivato il momento che anche io facessi una canzone reggaetton, visto che ormai l’hanno fatta tutti. Ho scoperto che il segreto è la mancanza quasi totale di melodia e strumenti. C’è questo ritmo che continua e che arriva prima della canzone stessa che spesso non è facilmente riconoscibile.  Sono un po’ tutte uguali con l’eccezione di “Despacito” che credo sia la più bella canzone reggaeton in assoluto>>.

 

Come definisci il tuo rapporto con la città di Genova e il pubblico genovese?

A: <<Ho fatto diversi spettacoli a Genova e poi non dimentichiamoci che il maestro Ivo è di Genova quindi c’è sicuramente un legame. Per quanto riguarda la mia esperienza con questa città, posso definirla un po’ movimentata. Una volta sono caduto dal palco di testa, una caduta memorabile al Teatro Modena mentre l’ultima volta, come saprete, lo spettacolo è stato rimandato per neve. Proviamo a rifarlo sabato prossimo sperando che non succeda nulla questa volta, ho scelto anche un palco basso quindi non dovrebbero esserci grossi problemi>>.

 

Il tuo personaggio è figlio del web, poi è approdato in tv su canale 5 con Tu si que vales e infine in radio. Qual è il canale che senti più adatto a te e più efficace per arrivare al maggior numero di persone?

A: <<E’ bello stare in tutti perché ognuno di questi canali ha la sua forza. Andare in tv in prima serata su Canale 5 ti regala forse la notorietà maggiore ed è quindi probabilmente il mezzo più efficace in questo senso. La radio dal canto suo ti permette di non risultare noioso anche con un numero maggiore di interventi. A me personalmente la radio dà soddisfazione anche perché non avendo spinte discografiche in quanto  autoprodotti, è una grande fortuna e un grande privilegio riuscire ad andare spesso in radio. Anche il web mi ha dato una grande mano. La cosa che però preferisco fare di più in assoluto sono senza dubbio gli spettacoli dal vivo andando sempre in giro in una sorta di neverending tour perché cambi, cresci e la gente si affeziona molto più facilmente>>.

 

Tra cabaret e concerti c’è una delle due cose che ti appaga maggiormente fare?

A: <<Dipende dai momenti. Alla fine della tournée musicale mi manca il contatto teatrale con le persone, dopo un po’ che faccio il cabaret mi accorgo invece che mi manca la band, quindi va a cicli. Per adesso sono contento di andare in giro con il tour teatrale ma questa estate torneremo con la musica>>.

 

Quali saranno le prossime avventure di Ruggero?

A: <<Tra pochi giorni sarò a Vinitaly per presentare il mio vino che si chiamerà “Rougero”, un rosso veneto. Non sono né un viticoltore né un sommelier ma amo il vino buono per creare momenti familiari e amichevoli con le persone. Ci sarà poi l‘uscita del primo libro timido dal titolo “Tzunami di passione” e il nuovo disco ma su questo non posso ancora svelare molto>>.

 

 

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