“PAGANINI ROCKSTAR”, LA SFIDA INCANDESCENTE DI PALAZZO DUCALE

Di il 18 Ottobre 2018

Domani l’inaugurazione della mostra sul parallelismo tra Niccolò Paganini e Jimi Hendrix

 

GENOVA – Talento ed espressività, virtuosismo e culto della personalità. La genialità è sì innata, ma le leggende non nascono tali: si diventa rockstar come Niccolò Paganini o Jimi Hendrix solo azzardando, innovando e mettendosi costantemente in gioco. Confrontare due musicisti ugualmente ammalianti, ma temporalmente distanti più di un secolo, è una sfida scottante, che Roberto Grisley, Ivano Fossati, Raffaele Mellace e Luca Bizzarri hanno colto al volo e trasformato in una mostra incandescente: “Paganini Rockstar”, visitabile da domani fino al 10 marzo a Palazzo Ducale.

 

Il Cannone di Paganini e il frammento della Fender Stratocaster

«È proprio come me l’aspettavo, è bellissima – confessa il Presidente di Palazzo Ducale Luca Bizzarri –. Oltre alla multimedialità ha una parte testimoniale eccezionale, con artisti del calibro di Morgan, Gianna Nannini e Ivano Fossati. Senza ovviamente dimenticare il regalo di Roberto Bolle, che è qualcosa di straordinario». Un percorso tra diverse arti, che convergono su un’unica linea: il virtuosismo. «L’idea di fondo della mostra – rivela Ivano Fossati, curatore con Raffaele Mellace e Roberto Grisley di “Paganini Rockstar” – è di raccontare la vita e le vicissitudini di Hendrix e Paganini, parlando della loro destrezza. Paganini è stato veramente un precursore delle rockstar: come si muoveva, come suonava e come faceva spettacolo di sé stesso. Jimi Hendrix era quasi il contrario, era forzato a far spettacolo di sé stesso, e sognava di evadere per continuare a innovare in altre direzioni».

 

Dalla proiezione di parole che scorrono allo stesso, serratissimo, ritmo della musica di Paganini alla Cappella del Doge, dove siedono fianco a fianco il Cannone di Paganini e un frammento della Fender Stratocaster (distrutta e incendiata sul palco a Monterey nel 1967) di Hendrix, la mostra mette a nudo «due personaggi – osserva Barbara Grosso, assessore alla Cultura del Comune – eclettici e geniali: due vere rockstar in grado di innovare. La sperimentazione è una sfida che va accettata e vissuta, e “Paganini Rockstar” la stravince: è una grande esperienza multimediale e interattiva, che mostrando il passato, dà la sensazione di quello che sarà il futuro».

 

Durante la presentazione della mostra, in scena oggi a Palazzo Ducale, Luca Bizzarri e Ilaria Cavo hanno ricordato Roberto Grisley, primo curatore della mostra recentemente scomparso, che «ci lascia in eredità non solo una mostra, ma anche una forte emozione – ricorda Ilaria Cavo, assessore regionale alla Cultura – e una suggestione: è il momento di innovare. La Fondazione ha dimostrato che può produrre e autoprodurre, e Genova ne ha bisogno, raccontando di noi attraverso un grande della nostra storia. Paganini – conclude Cavo – è stato un precursore e, pur provenendo dal passato, rappresenta uno spunto straordinario per il futuro».

 

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Su Giulio Oglietti

Cresciuto tra la nebbia e le risaie del Monferrato, è a Genova dal 2013. Laureato in Informazione ed editoria, collabora con GOA da luglio 2017. Metodico e curioso, è determinato a diventare giornalista. ogliettig@libero.it