NASCE IL PONTE POLCEVERA: SCELTO IL PROGETTO DI PIANO

Di il 19 Dicembre 2018

Porta la firma dell’architetto genovese il nuovo viadotto che sostituirà il Morandi. Tre le aziende incaricate di eseguire i lavori, dodici i mesi per il completamento dell’opera

                   

GENOVA – Alla fine per il nuovo ponte che sostituirà il Morandi sarà sorretto da 19 “pile” e non da “stralli”, porterà la firma dell’architetto Renzo Piano e di una cordata formata da tre aziende italiane, Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr, e costerà 202 milioni di euro tutto compreso. Battute al fotofinish le altre due ditte interessate al progetto,  Cimolai e Calatrava, che prevedevano un costo complessivo di 175 milioni, compresa la demolizione, e stimavano il completamento della nuova struttura in 11 mesi, di cui 2 per la demolizione e circa 9 per la ricostruzione.

Bucci spiega le caratteristiche del nuovo ponte (foto Scappini)

    

Il cosiddetto “decreto 19” prende dunque forma e, come ha precisato ieri il sindaco di Genova, Marco Bucci, «il nuovo viadotto sarà realizzato in 12 mesi. Ci sarà alla fine del prossimo anno (il 2019, n.d.r.), anche se non sarà accessibile per quella data».

      

Tempi e modalità d’intervento
Il ponte Polcevera sarà realizzato dalle neocostituita società PerGenova, rappresentata dalle tre aziende incaricate di eseguire i lavori, e calcola il completamento dell’opera in 12 mesi, dal momento in cui l’area verrà resa disponibile, dopo il completamento delle attività di demolizione. Nel dettaglio, il ponte sarà costituito da un impalcato d’acciaio, con una travata continua di lunghezza totale pari a 1100 metri, costituita da 20 campate. Il progetto prevede 19 “pile” di cemento armato di sezione ellittica posizionate con un passo costante di 50 metri, a eccezione della campata sul torrente Polcevera e di quella sulle linee ferroviarie, dove l’interasse passa da 50 a 100 metri», soluzione che consente di limitare le dimensioni delle strutture e delle fondazioni.

Gru al lavoro nella zona del Morandi (foto Scappini)

    

Le motivazioni della scelta
Nel decreto 19 si legge anche che è stato scelto un progetto di viadotto che utilizza “pile” anziché “stralli” «nel rispetto della sensazione di avversione psicologica maturata in città dopo il crollo del Morandi». Non solo: fra i motivi che hanno portato il commissario a scegliere l’idea di Piano, anche il fatto che «estetica e progettualità sono derivate dalla storia e dall’immagine di Genova, città di mare, in ragione della forma delle “pile” e dell’impalcato, che richiamano la prua e sezione di una nave»; infine, nel decreto sono considerati positivamente anche i materiali, con «struttura mista di acciaio e cemento armato», e le modalità esecutive, «in grado di ridurre i tempi di realizzazione e la riduzione delle interferenze con le infrastrutture e i “sottoservizi”».

                    

Guarda la galleria fotografica della presentazione del progetto (foto di Emilio Scappini):

Su Emilio Scappini

Istrionico, poliedrico, sempre sul pezzo. Per lui la fotografia è un'arte e una missione. Ha fatto di un hobby una passione trasformando ogni immagine in un ritratto da incorniciare. È la perfetta sintesi di esperienza ed entusiasmo al servizio della redazione.

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