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Le storie a tavola delle Ariette: al Gustavo Modena “Teatro naturale: io, il couscous e Albert Camus”
di Giorgia Di Gregorio
GENOVA – Una serata in compagnia nel cortile di famiglia, il tintinnio delle posate, il riempirsi di bicchieri e l’aprirsi di bottiglie di vino. Il chiacchiericcio dei compagni di tavola, il guardarsi inevitabilmente in faccia. Il raccontarsi storie. Sotto i piedi, però, non c’è il ghiaino di casa ma il palcoscenico del Gustavo Modena, ospite ieri sera nell’ambito del “Festival dell’Eccellenza al Femminile” dello spettacolo “Teatro naturale? Io, il couscous e Camus” del Teatro delle Ariette. Quello che è andato in scena è stato uno spettacolo che va oltre il lato partecipativo del teatro, ma che abbraccia e coinvolge tutti i presenti, anche i più restii.
Il teatro secondo Stefano Pasquini, Paola Berselli e Maurizio Ferraresi è questo: una cucina di casa dove si cucina insieme e mentre si prepara da mangiare ci si raccontano cose. Assistere a questo spettacolo è un’esperienza che supera la tipica frontalità del teatro, rompendo in primis la divisione degli spazi scenici: il pubblico non siede in platea ma sul palco, su sedie con di fianco comodi tavolini, come se si fosse ad un caffè. L’atmosfera è quella di un cortile di casa in cui si mangia tutti insieme, proprio come si racconta nello spettacolo. Dall’altro lato la cucina, l’orchestra da cui partono le azioni e, ovviamente, la preparazione del couscous.
Mentre il pubblico affetta le verdure, beve del buon vino e spizzica dei salatini, lo spettacolo inizia a prendere forma. La storia che viene raccontata nasce da un episodio autobiografico dello stesso Stefano Pasquini. A 17 anni segue per amore una ragazza in Francia. Lì scopre molto più che la Francia e l’amore: il ragazzo incontra la famiglia di lei, spagnola, che, con l’avvento della dittatura franchista (il padre era un anarchico dell’esercito repubblicano) è costretta a fuggire in Algeria. Lì, poco dopo, trovano la guerra d’Indipendenza che li spinge a trasferirsi per un’ultima volta in Normandia.
Oltre alla politica, alla cultura e alla cucina, a casa della fidanzata Stefano scopre “Lo Straniero” di Albert Camus, un libro che diventa il suo libro. Nel protagonista Meursault il ragazzo si riconosce appieno, il racconto della sua vicenda si intreccia alle nuove esperienze che sta vivendo. Il sentire e agire naturale delle cose dello straniero è attraente per il Pasquini diciassettenne, quasi autobiografico. E questo si riversa sulla scena: alla lettura e all’interpretazione di alcuni passaggi del libro si alterna il racconto dell’estate di gioventù in Francia. Il palco diventa mare e spiaggia, cortile, cella di prigione, ospizio. L’estate del ’78 scorre nella pagine di Camus, e Camus inizia a scorrere nelle vene di un ragazzo che inizia ad affrontare la propria vita e nutrire la propria mente.

Ma come ogni storia anche questa finisce: Stefano torna a Bologna, Meursault viene condannato a morte. Non è una disfatta. L‘étranger nei suoi ultimi giorni riesce finalmente a riconoscersi nell’indifferenza del mondo che lo circonda capendo di essere e di essere sempre stato felice. Pasquini va avanti con la sua vita, lascia la Francia ma la Francia non lascerà mai lui. Ne esce arricchito in ogni senso, primo fra tutti la conoscenza di Camus, in cui si rispecchia e si ritrova.
Nel frattempo il couscous è pronto, si apre la danza dell’impiattamento. Ognuno riceve una (buonissima) porzione di ciò che si è creato insieme, il frutto non solo dell’atto pratico della cucina, ma anche dell’esperienza teatrale e personale che in quell’ora abbondante si è creata. Raccolti intorno alla scena, c’è anche spazio per un secondo giro e un’a chiacchiera insieme’ultima chiacchiera.
Uno spettacolo che abbraccia senza imbarazzo, che avvolge e coinvolge senza che ce ne si accorga. Una performance che parte dalla semplicità dell’essere umano e dai riti della quotidianità, rendendo il teatro un’esperienza condivisa, un’azione continua.
Teatro naturale? Io, il couscous e Camus
Produzione
Teatro delle Ariette 2012
Regia
Stefano Pasquini
Interpreti
Paola Berselli, Maurizio Ferraresi e Stefano Pasquini
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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