Festival In una notte d’estate: in piazza San Matteo il tango di Pasquale Bloise e Dolores Custo, accompagnati dal Trio Los Casares

Di il 1 Agosto 2019

GENOVA – Stasera, giovedì 1 agosto, per il Festival In una notte d’estate di Lunaria Teatro in piazza San Matteo torna protagonista la danza con la Luna in tango, che vede per protagonisti i ballerini Pasquale Bloise – fondatore dell’Accademia Pakytango e della Compagnia Libertango – e Dolores Custo, accompagnati dal Trio Los Casares, musicisti argentini conosciuti nel panorama delle milongas. A fine serata, poi, tutti gli spettatori saranno liberi di unirsi in una appassionata milonga al centro della piazza.

L’essenza più profonda del tango scaturisce dall’improvvisazione, massima espressione della libertà e della creatività artistica. Con semplici movimenti privi di strutture predeterminate, la forza dei danzatori si sprigiona in un continuo ritrovarsi e plasmarsi l’una nella forma dell’altro.

Le atmosfere sudamericane proseguono sabato 3 agosto con la Storia di una balena raccontata da sé stessa, favola di Luís Sepúlveda riadattata da Renzo Sicco e Gisella Bein di Assemblea Teatro Torino.

Una storia di amore per la natura, raccontata dalla voce della Balena Bianca. Una favola adatta agli spettatori di tutte le età. Da una conchiglia che un bambino raccoglie su una spiaggia, a sud, molto a sud del mondo, una voce si leva, carica di memorie e di saggezza. È la voce della balena bianca, l’animale mitico che per decenni ha presidiato le acque che separano la costa da un’isola sacra per la gente nativa di quel luogo, la Gente del Mare. Il capodoglio color della luna, la creatura più grande di tutto l’oceano, ha conosciuto l’immensa solitudine e l’immensa profondità degli abissi, e ha dedicato la sua vita a svolgere con fedeltà il compito che gli è stato affidato da un capodoglio più anziano: un compito misterioso ma cruciale, frutto di un patto che lega da tempo immemore le balene e la Gente del Mare. Per onorarlo, la grande balena bianca ha dovuto proteggere quel tratto di mare dai forestieri e altri uomini, che con le loro navi vengono a portare via ogni cosa anche senza averne bisogno, senza riconoscenza e senza rispetto. Sono stati loro, i balenieri, a raccontare finora la storia della temutissima balena bianca, ma è venuto il momento che sia lei a prendere la parola e a far giungere a noi la sua voce antica come l’idioma del mare.

Parole dolci e concrete. Parole adatte ai bambini, e agli adulti. Parole che sono un ponte tra Esopo e l’America Latina, e che non saranno mai neutrali.

C.S.

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