CARLO FELICE, IN SCENA LA VITALITÀ DEL “DON QUIXOTE” RUSSO

Di il 1 Giugno 2018

Le soluzioni creative e l’approccio tecnico della versione di Yuri Grigorovich rende lo spettacolo colmo di frizzante energia

 

GENOVA – Dal 14 al 17 giugno al Teatro Carlo Felice, dopo l’ultima edizione del 2009, andrà in scena il balletto Don Quixote, su musica di Ludwig Minkus; protagonista, la prestigiosa Compagnia del Teatro Accademico Statale dell’Opera e del Balletto “Rudolf Nureyev” (Ufa, Bashkiria, Federazione Russa), Compagnia scelta per valorizzare l’anno della cultura Russa e in Italia.

 

Sul podio, a dirigere l’Orchestra del Teatro Carlo Felice, il Maestro German Kim, Artista Emerito della Repubblica del Bashkortostan (Russia). La prima del balletto andò in scena il 14 dicembre 1869 a Mosca, presso il Teatro Bolshoy, con la coreografia di Marius Petipa, che trae ispirazione dal celebre romanzo di Miguel Cervantes. In realtà, come spesso accade per i balletti del repertorio accademico, il riferimento alla fonte letteraria costituisce solo un pretesto per narrare la vicenda amorosa di Kitri, figlia dell’oste e da questi promessa in sposa al nobile Gamache e Basilio, un giovane barbiere di cui la ragazza è innamorata. Il Cavaliere Triste è qui una figura quasi marginale rispetto alla centralità dei due innamorati. Ricco di danze, allegre e varie, nonché di caratteri scenici brillanti, questo balletto ha dimostrato un’inesauribile vitalità, rinnovandosi di volta in volta con allestimenti e riletture nuove e diverse che lo hanno mantenuto al passo con i gusti artistici e estetici delle diverse epoche. Ripreso dallo stesso Petipa, nel 1871 il balletto viene presentato al Teatro Marinski di San Pietroburgo in una redazione monumentale di 5 atti e 11 quadri, ridotta a soli tre atti nel 1887 dal coreografo Andrei Bogdanov per il Teatro Bolshoy. Occorrerà attendere il 1900 per rivederlo in una nuova versione in tre atti, firmata e presentata da Alexandr Gorsky a Mosca, più snella nonostante l’introduzione di nuove danze, tra cui il fandango del terzo atto, su musica di Eduard Nápravník.

 

Viene attribuito maggior risalto, inoltre, ai ruoli di Mercedes, della Danzatrice di Strada e della Regina delle Driadi. A parte successivi allestimenti, tra cui uno ad opera di Fiodor Lopukhov nel 1923, il balletto viene ulteriormente modificato nel 1940, da Rostislav Zakharov, allora coreografo principale del Teatro Bolshoy, che, tra l’altro, aggiunge al quadro della Taverna una nuova danza, la Giga, su musica di Vasili Soloviov-Sedoi, mentre, sempre nel secondo atto, viene inserita la Danza Zingara, su musica del compositore Valeri Zhelobinsky, coreografata in precedenza da Kasyan Goleizovsky. Questa versione rimarrà sulla scena del Bolshoy fino alla nuova redazione di Yuri Grigorovich, tuttora in repertorio nel celebre Teatro moscovita. Questa redazione di “Don Quixote”, quindi, non è una coreografia originale di Grigorovich, ma una rilettura, in chiave attuale, delle coreografie originali di Marius Petipa e Aleksandr Gorsky e delle successive modifiche apportate. “Don Quixote” è probabilmente uno dei balletti più radiosi e allegri di tutto il repertorio classico; in sintonia con questa caratteristica, la redazione che Yuri Grigorovich ha concepito è piena di frizzante energia, con quelle soluzioni creative e quegli approcci tecnici che sono propri soltanto a Grigorovich.

 

DON QUIXOTE

Balletto in tre atti, con prologo e epilogo

Libretto di Marius Petipa nella redazione di Yuri Grigorovich

Musica di Ludwig Minkus

 

Teatro Accademico Statale dell’Opera e del Balletto

“Rudolf Nureyev”

(Ufa, Bashkiria, Federazione Russa)

 

 

Coregrafia di Marius Petipa e Alexandr Gorsky nella redazione di Yuri Grigorovich

Scene e costumi di Valery Levental

Direttore d’orchestra: German Kim

Maîtres de ballet repétiteurs: Yuri Vetrov e Vasily Vorokhobko

 

Orchestra del Teatro Carlo Felice

 

Repliche

 

Venerdì 15 giugno – 20.30 (B)

Sabato 16 giugno – 15.30 (F) – 20.30 (L)

Domenica 17 giugno – 15.30 (C)

 

 

(C.S.)

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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