A Palazzo San Giorgio sette appuntamenti dedicati alle rotte solcate da esploratori e viaggiatori

Di il 13 Novembre 2023

GENOVAIl Teatro Pubblico Ligure e Sergio Maifredi presentano il terzo progetto creato per l’Autorità di Sistemi Portuale del Mar Ligure Occidentale, “Argonautiche. Esplorazioni, imprese e conquiste sui mari del mondo”. Da giovedì 16 novembre 2023 a giovedì 16 maggio 2024 la Sala del Capitano di Palazzo San Giorgio ospiterà sette appuntamenti dedicati alle rotte immaginarie e reali solcate nei secoli da esploratori, scrittori, viaggiatori, protagonisti di avventure spinte verso l’orizzonte più nobile: la conoscenza. Da Creta all’Antartide, dall’America al Mar Nero, attraverso il Mediterraneo e lungo la linea che circumnaviga il globo, sono viaggi da compiere insieme ad Arianna Scommegna, Giorgio Ieranò, Massimo Wertmüller, Roberto Alinghieri, David Riondino, Massimiliano Cividati, Maddalena Crippa, Tullio Solenghi e Massimo Minella, per rivivere la storia del labirinto, la conquista del Vello d’Oro, l’esperienza di Enea, Ferdinando Magellano, Ernest Shackleton, Penelope e Cristoforo Colombo. Ognuna di queste storie ha avuto il mare come amico e nemico, perfette per il palazzo che a Genova ne è il simbolo. “Argonautiche”, ideato e diretto da Sergio Maifredi, si avvale del patrocinio dell’Accademia della Marina Mercantile.

L’ingresso agli appuntamenti è libero con prenotazione obbligatoria al numero 348 2624922 (anche whatsapp) o a info@teatropubblicoligure.it. Informazioni su www.teatropubblicoligure.it e www.portsofgenoa.com

“Argonautiche. Esplorazioni, imprese e conquiste sui mari del mondo” inizia giovedì 16 novembre, ore 17, nella Sala del Capitano di Palazzo San Giorgio a Genova, partendo da “Creta, isola del labirinto” per ascoltare la storia del luogo più affascinante e misterioso che esista, dove ognuno può perdersi per ritrovarsi. Arianna, Teseo e il Minotauro, attraverso l’interpretazione di Arianna Scommegna, espongono la propria versione dei fatti che li hanno portati a Cnosso, dove re Minosse per rinchiudere il pericoloso Minotauro fece costruire il labirinto. Un mostro sconfitto non solo dalla spada, ma anche da un filo d’astuzia. A guidare il pubblico tra le varie testimonianze sarà il grecista Giorgio Ieranò, ordinario all’Università di Trento, assiduo e prezioso sodale di Teatro Pubblico Ligure. 

Il secondo appuntamento è giovedì 23 novembre, alle 17, con “Il viaggio di Enea, fuga da una città in fiamme”. Se lo ripetessimo oggi, quel percorso partirebbe dalla Turchia, toccherebbe Grecia e Tunisia, per giungere in Italia: tre continenti affacciati sul Mediterraneo. È Virgilio a descriverlo nel I secolo a.C. e oggi appare attuale come la cronaca di un giornalista: città in fiamme, profughi, esuli, barca, mare. Ad aiutarci ci sono i versi della poesia interpretati da un grande attore, Massimo Wertmüller. Enea fugge da Troia incendiata per salvare con i suoi uomini quello che resta, e fondare altrove una città in cui regni la giustizia. I nemici Greci sono riusciti a entrare in città con l’inganno: un enorme cavallo di legno nella cui pancia sono nascosti i guerrieri. La distruzione inizia la notte, quando tutti dormono e sono più indifesi. Così finisce un assedio durato dieci anni e così nasce Roma. 

Giovedì 7 dicembre, alle 17, si affronta la “Circumnavigazione del globo” con Roberto Alinghieri al timone del viaggio di Ferdinando Magellano. Nel 1519 con 5 navi e 265 uomini, il capitano portoghese partì dalla Spagna per raggiungere l’Oriente navigando verso Occidente. Puntò verso il Sudamerica, superò lo stretto che oggi porta il suo nome, attraversò l’Oceano Pacifico e approdò nelle Filippine, dove morì. Nel 1522 un’unica nave fece ritorno in Spagna con pochi superstiti. Fra questi Antonio Pigafetta con il suo diario. L’impresa dimostrò al mondo occidentale che la terra è rotonda e molte altre cose. Attraverso le parole di Pigafetta e dello storico Stefan Zweig, ripercorriamo una delle più straordinarie imprese umane.  

Giovedì 25 gennaio 2024, alle 17, si va nel “Mar Nero” con David Riondino e le “Argonautiche di Apollonio Rodio”. Riondino, cantastorie esperto nella narrazione orale all’impronta che lo ha reso celebre, conduce il pubblico alla conquista del Vello d’Oro, seguendo i versi del poema scritto nel III secolo a.C., unico sopravvissuto dell’Era Ellenistica, epoca animata dai valori della conoscenza simboleggiata dalla Biblioteca di Alessandria. Giasone per riconquistare il trono usurpato deve compiere un’impresa eccezionale: impadronirsi del manto dorato in cui risiedeva il potere di guarire ogni ferita. Con 50 uomini s’imbarca sulla nave Argo e parte per quella terra straniera sul Mar Nero, ai piedi del Caucaso, che oggi appartiene alla Georgia. La spedizione apparentemente senza speranza, risulterà invece vittoriosa grazie all’aiuto della principessa e maga Medea, che si innamora di Giasone e gli offre quello che nessun altro uomo avrebbe potuto avere. 

Il quarto appuntamento delle “Argonautiche” è giovedì 15 febbraio, ore 17, con Massimiliano Cividati in rotta verso l’Antartide per rivivere la “Leggendaria esplorazione di Shackleton al Polo Sud”. Un viaggio in un inferno bianco circondato dal ghiaccio, abitato da una natura impossibile e dai demoni della depressione. Sir Ernest Shackleton e i 27 membri del suo equipaggio, nei 22 mesi trascorsi prigionieri dei ghiacci, ci hanno fatto giungere attraverso i propri diari, le foto e le riprese, un’avvincente testimonianza dell’ultima esplorazione dell’età eroica. Partirono da Londra nel 1914, tornarono via Cile nel 1916. Tutti salvi, in un’epoca in cui il coraggio e l’intelligenza erano le uniche variabili su cui si poteva giocare la resistenza ancora prima della vittoria. 

Giovedì 11 aprile, alle 17, si torna in Grecia con Maddalena Crippa protagonista di “Itaca, isola dell’attesa e del ritorno”, dedicato a Penelope. Questa volta è il poema omerico a portarci sulle rive dello Ionio, dove Penelope da vent’anni aspetta il suo sposo, il re Odisseo, partito in guerra contro Troia. Lei è il suo doppio femminile, eroina a sua volta, impegnata a contrastare un altro assedio, quello dei Proci che la chiedono in sposa per regnare al posto del re assente. Con astuzia ritarda quel momento e con astuzia mette alla prova l’uomo che dopo tanto tempo torna dicendo di essere Odisseo: chiederà alle ancelle di spostare dalla stanza degli sposi il letto, quel letto che proprio Odisseo aveva intagliato in un tronco d’ulivo radicato a terra. Odisseo a quel punto le rivelerà il segreto che il letto custodisce e le darà quindi prova certa della sua identità.

L’ultimo viaggio delle “Argonautiche” è verso il Nuovo Mondo con “Il giornale di bordo di Cristoforo Colombo”, che sarà raccontato da Tullio Solenghi, in dialogo con il giornalista e scrittore Massimo Minella, giovedì 16 maggio alle ore 17, sempre nella Sala del Capitano di Palazzo San Giorgio. Il grande navigatore genovese nell’atto che si accingeva a salpare da Palos per il suo viaggio nell’oceano ignoto, fece il proposito di “scrivere diligentissimamente” ogni cosa, annotando “la notte quanto succederà durante il giorno e il giorno quanto avverrà la notte”. L’ammiraglio mantenne scrupolosamente la promessa per tutti i suoi quattro viaggi di esplorazione e di scoperta, interrompendo il lavoro soltanto quando cadeva ammalato per le grandi fatiche e quando l’ingratitudine regia gli mise le catene ai piedi. Il testo integrale è andato perduto, ma una copia fu posseduta per qualche tempo da Padre Bartolomeo de Las Casas, che ne trascrisse o riassunse grandi parti. Così è giunta fino a noi l’espressione viva e immediata ed efficace dell’esperienza vissuta sulla Nina, la Pinta e la Santa Maria.

BIOGRAFIE

Sergio Maifredi, nato a Genova nel 1966, regista, presidente e direttore artistico di Teatro Pubblico Ligure, da lui fondato nel 2007. Dirige teatri e festival. È ideatore di progetti di audience engagement e community development (le stagioni di Soriteatro a Sori, il progetto “Atlante del Gran Kan” tra gli altri) per Amministrazioni Pubbliche e Comuni, Fondazioni, Istituti Italiani di Cultura e Istituzioni internazionali. Dal 2019 al 2021 è stato direttore artistico per la Città di Barletta dell’evento storico “La Disfida di Barletta”. Direttore artistico di “Cinque Terre Art Festival”, “Portus Lunae Art Festival” di Luni e “Albintimilium Theatrum fEst” di Ventimiglia. Ideatore del progetto di rete STAR sistema teatri antichi romani. Curatore delle mostre d’arte “Yves Klein, judo e teatro, corpo e visioni” (2012) con Bruno Corà e “Tutto il Teatro in un manifesto, il manifesto d’arte in Polonia a vent’anni dalla caduta del Muro” (2009) a Palazzo Ducale di Genova. “Wisława Szymborska. La gioia di scrivere” (2023) al Museo d’arte contemporanea Villa Croce di Genova. Ha diretto oltre cinquanta spettacoli, fra cui i recenti “La città invisibile”, “Aiace” e “Filottete” di Sofocle. 

Arianna Scommegna si diploma attrice nel 1996 presso la Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi. Vince il Premio Lina Volonghi nel 1996, il Premio Nazionale della Critica nel 2010, il Premio Hystrio nel 2011, il Premio Ubu nel 2014. Dal 1996 è socia fondatrice della compagnia teatrale A.T.I.R. del Teatro Ringhiera di Milano, con la quale realizza anche progetti di carattere sociale, diretta da Serena Sinigaglia. Dal debutto di “Romeo e Giulietta” nel 1996 è diretta da Sinigaglia in decine di lavori su testi sia contemporanei che della tradizione classica. Partecipa come attrice, in molte occasioni in ruoli da protagonista, a numerosi allestimenti di registi di primo piano della scena nazionale, diretta fra gli altri da Gabriele Vacis, Peter Stein, Valerio Binasco, Gigi Dall’Aglio, Filippo Dini, Cristina Pezzoli, Veronica Cruciani, Paolo Bignamini. All’attività teatrale, affianca la partecipazione a produzioni cinematografiche, tra cui “Tolo Tolo” di Checco Zalone, “Il colore nascosto delle cose” di Silvio Soldini, “Fai bei sogni” di Marco Bellocchio, “Scialla!” di Francesco Bruni, “La variabile umana” di Bruno Oliviero, “Il dolce rumore della vita” di Giuseppe Bertolucci.

Giorgio Ieranò, studioso, traduttore, ma anche viaggiatore che ben conosce le terre dell’antica Grecia, è professore ordinario di Letteratura greca all’Università di Trento. Si occupa anche di traduzioni e adattamenti teatrali di classici greci. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: “Arianna. Storia di un mito” (2010), “La tragedia greca. Origini, storia, rinascite” (2010), “Olympos” (2011), “Eroi” (2013), “Antichi silenzi” (2016), “Demoni, mostri e prodigi. L’irrazionale e il fantastico nel mondo antico” (2017), “Arcipelago. Isole e miti del Mar Egeo” (2018).

Massimo Wertmüller, attore e doppiatore italiano impegnato su più fronti, dal teatro al cinema, dalla radio alla televisione. Ha esordito in teatro nel 1976, nel cinema nel 1978 con il film “La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia”, diretto dalla ziaLina Wertmüller, grazie alla quale respira arte sin da bambino e decide di intraprendere la strada della recitazione. Nel corso della sua lunga carriera, è stato diretto dal suo maestro Gigi Proietti, Ugo Gregoretti, Sergio Corbucci, Carlo Vanzina, Luigi Magni, Cristina Comencini, Alessandro D’Alatri, tra gli altri. Ricchissima la biografia televisiva con “La squadra” (1999), “Tutta la verità” (2006), “Crimini 2 – Little Dream” (2009), “Ris Roma – Delitti imperfetti” (2010), “Atelier Fontana – Le sorelle della moda” (2010), “La vita che corre” (2012), “L’ultimo papa re” (2013), “Che Dio ci aiuti 2” (2013). 

Roberto Alinghieri, attore, autore e regista. Nato alla Spezia nel 1962, si diploma alla Scuola del Teatro Stabile di Genova collaborando con importanti attori e registi nazionali ed internazionali, tra cui Marco Sciaccaluga, Andrej Konchalovskij, Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani. Vincitore di numerosi premi come attore e autore teatrale è anche autore televisivo. Ha collaborato con la rivista “Comix” ed ha pubblicato vari libri. Negli ultimi anni ha affiancato all’attività artistica un intenso e riconosciuto impegno culturale nella sua citta’ natale occupandosi, tra l’altro, della programmazione del Teatro Civico.

David Riondino, cantante, scrittore, drammaturgo, attore, regista, artisticamente nasce con la generazione dei cantautori degli anni Settanta. Il teatro è la sua attività principale, iniziata con “Romanzo Picaresco” (1989) e proseguita con Paolo Rossi in “Chiamatemi Kowalski” e “La commedia da due lire” (1990), per continuare con “Paesaggi dopo la battaglia” (1991), “Seminario sulla verità” (1992), “O patria mia” (1993/94) con la regia di Giuseppe Bertolucci. I suoi ultimi spettacoli rappresentano sempre di più la scelta di un teatro all’insegna della commistione di generi fra poesia, satira, testi classici più o meno noti e musica dal vivo. Dal 1999 si occupa di progetti speciali anche con i corpi bandistici allestendo alcuni spettacoli come “La buona novella” di Fabrizio De André e “Il Corsaro Nero”.

Massimiliano Cividati èregista, formatore e attore. Nato a Milano nel 1973, si forma con alcune delle figure di spicco del teatro europeo, tra i quali Jerzy Grotowski, Nekrosius, Karpov, Manfredini. Comincia la sua carriera giovanissimo, fondando Egumteatro (Premio Speciale UBU Giuseppe Bartolucci), una delle compagnie italiane di ricerca più premiate degli Anni ‘90. Dal ’98 è regista e direttore artistico di Aia Taumastica (Premio ETI Torresani) compagnia ormai presente da alcuni anni nelle stagioni di alcuni dei più importanti teatri e festival italiani, con cui produce numerosi spettacoli tra cui “Antonio e Cleopatra”, “Aspettando Godot”, “Hansel e Gretel” (finalista al Premio Riccione), oppure scrive e dirige – spesso partendo da suggestioni scientifiche – tra gli altri “Nijinsky versus Amleto”, “The soft transition”, e “Ghiaccio”, in tournée da oltre 10 anni, debuttato nel 2022 a Londra in versione inglese. 

Maddalena Crippa, protagonista della scena internazionale, interpreta con originalità e rigore stilistico personaggi-chiave, nel corso di una carriera condotta al fianco di importanti registi. Inizia a recitare a diciassette anni al Piccolo Teatro ne “Il campiello” di Goldoni (1975), diretta da Giorgio Strehler nel ruolo di Lucietta, partecipando poi a una lunga tournée: Parigi, Berlino, Mosca, Varsavia. Un altro ruolo fondamentale nella sua carriera è Lady Macbeth, con la regia di E. Marcucci (1980); è protagonista, diretta da Ronconi, in “La commedia della seduzione” di A. Schnitzler; contemporaneamente è Leonide e Focino ne “Il trionfo dell’amore” di Marivaux, per la regia di A. Vitez (1985). M. Castri la dirige in “Fedra” di D’Annunzio, dove interpreta il ruolo della protagonista (1988 e ’93). È una sensuale Tamora nella versione del “Tito Andronico” di Shakespeare di P. Stein, Nora in “Casa di bambola” di Ibsen, la nobile Cornelia e la governante Rosa – parti in cui si alterna con Elisabetta Pozzi – nell’”Attesa” di R. Binosi per la regia di Cristina Pezzoli. Partecipa al festival di Salisburgo dal 1994 al 1997, recitando in lingua tedesca la parte della lussuria (Buhlschaft) nello “Jedermann” di Hofmannsthal. Con la regia di Stein, di cui è compagna, è Elena in “Zio Vanja” di Cechov, che debutta a Mosca (1996) e vince il premio come miglior spettacolo al festival di Edimburgo. La troviamo protagonista nel “Pierrot lunaire” di Schönberg con la regia di W. Le Moli e in due recital, “Canzoni italiane del 1919-39” e “Canzonette vagabonde degli anni ’20-40”, in cui canta brani italiani e tedeschi. Pluripremiata (ottiene nel 1994 la Maschera d’Argento come miglior attrice, nel 2004 il Premio Duse, il Premio della Critica nel 1999 e 2001), prosegue in un percorso versatile e mai scontato: nel 2004 è Medea al Teatro Greco di Siracusa per la regia di Peter Stein. Nel 2009 è Varvara Petrovna nella maratona Dostoevskijana “I Demoni” di 12 ore con la regia di Peter Stein, una tournée che tocca Parigi, Amsterdam, Vienna, Atene, New York.

Tullio Solenghi, attore di teatro, cinema e televisione, nato a Genova, ritorna alla sua Città, in dialogo con il giornalista e scrittore Massimo Minella, per dare voce ai grandi della letteratura che della Città e del suo porto hanno scritto. Diplomato alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova ha all’attivo una carriera costellata di successo. Impossibile non citare il Trio di cui ha fatto parte dal 1982 al 1994 con Massimo Lopez e Anna Marchesini, eccezionalmente ricostituitosi per l’ultima volta nel 2008 in occasione dello spettacolo televisivo “Non esiste più la mezza stagione”, che ricordava i venticinque anni dalla fondazione del gruppo.

Massimo Minella, nato a Voghera, vive a Genova dalla metà degli anni Ottanta. Vicecaporedattore di Repubblica e responsabile delle pagine economico-marittime dell’edizione ligure del quotidiano, è autore di numerose pubblicazioni di narrativa per l’infanzia e di argomento storico-economico. Nel 2014 e 2022 ha vinto il premio Mare Nostrum Awards per i suoi reportage sul Mediterraneo e nel 2016 il premio Marincovich Cultura del Mare per il suo libro “Storie di navi e principesse che non fecero ritorno”. Dai suoi libri sono tratti testi che l’autore stesso racconta nei festival teatrali, a cura del Teatro Pubblico Ligure.

C.S.

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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