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“UNA MEDICINA A QUATTRO ZAMPE”: PRIMO ANNO DI PET THERAPY AL GASLINI. IL BILANCIO DELL’ATTIVITÀ NEL REPARTO DI NEUROPSICHIATRIA
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Progetto Islander Onlus e ha permesso ai bambini in cura nell’Istituto di prendersi cura del pony Arturo, dell’asinello Salvo e del cane Ciska
di Alessia Spinola
GENOVA – Quando due fragilità si incontrano sono incredibili le cose che possono nascere. È il caso di “Una medicina a quattro zampe“, il progetto di pet therapy dedicato ai piccoli pazienti del reparto di Neuropsichiatria dell’Ospedale Gaslini realizzato in collaborazione con l’Associazione Progetto Islander Onlus e con il supporto di Intesa Sanpaolo. A un anno dall’inizio delle attività, il bilancio è estremamente positivo. Il progetto della UOC Neuropsichiatria Infantile è partito a settembre 2022 per portare presso i luoghi di cura la serenità semplice e spontanea di cavalli, pony e asinelli salvati dall’Associazione Progetto Islander Onlus e inseriti all’interno dei percorsi di “Ri.abilitiamoci“.
I bambini di Neuropsichiatria hanno potuto così conoscere e occuparsi del pony Arturo, dell’asinello Salvo e anche del cane Ciska, con il supporto delle professionalità coinvolte, sia in ambito clinico sia in interventi assistiti con gli animali, in percorsi specifici plasmati a seconda delle esigenze di ciascun paziente.
Paola Cimellaro, responsabile del progetto e psicologa dell’UOSD Psicologia, spiega: «Il progetto è nato proprio per portare in un luogo di sofferenza e di cura, come quello che è l’ospedale pediatrico, la relazione semplice e empatica tra bambini e animali. Abbiamo voluto valutare l’impatto delle attività assistite con gli animali su alcune delle fragilità che caratterizzano poi le problematiche dei nostri pazienti. L’obiettivo del progetto era proprio quello di valutare l’impatto sulla regolazione emotiva, sull’autonomia personale e sulle capacità metacognitive. Possiamo dunque confermare che le attività hanno un effetto benefico in più ambiti. La relazione con l’animale costituisce fonte di conoscenza, empatia, autostima, autoefficacia, conforto, di stimoli sensoriali ed emozionali e capacità di relazione interpersonale, anche attraverso la promozione della cooperazione tra individui e la divisione dei ruoli».
Un’iniziativa molto importante per i più piccoli ospedalizzati in reparti così delicati, come afferma il prof. Lino Nobili, direttore UOC Neuropsichiatria dell’Istituto G. Gaslini: «Gli interventi assistiti con animali migliorano la qualità della vita, restituendo dignità alla persona, garantendo opportunità di socializzazione, confronto e uscita dall’isolamento. Questi interventi possono davvero aiutarci ad aprire una porta verso il mondo interiore dei nostri ragazzi, soprattutto i lungodegenti».
«Salvo e Arturo provengono entrambi da casi di maltrattamento. Salvo era insieme ad altri asinelli abbandonati e lui in particolare aveva i piedi deformi e non riusciva a camminare, da Arturo invece erano una quindicina di equidi, anche loro non curati e malnutriti. Entrambi hanno fatto poi un percorso di riabilitazione e, una volta in forma, hanno iniziato questa attività per aiutare le persone fragili: è proprio questa l’unicità di questo progetto, due fragilità che si incontrano», racconta Nicole Berlusconi, presidente dell’Associazione Progetto Islander Onlus, aggiungendo che «la profonda sofferenza che accomuna persone fragili e cavalli maltrattati è caratterizzata spesso dall’impossibilità di verbalizzare e comunicare le proprie necessità, bisogni e desideri. Ri.Abilitiamoci, il progetto in seno all’Associazione Progetto Islander Onlus, si fonda su percorsi paralleli di valutazione mediche e di costruzione di percorsi abilitativi e riabilitativi che si uniscono nell’attuazione di un reciproco aiuto: la persona fragile aiuta il cavallo e il cavallo aiuta la persona fragile».
Accanto alla pet therapy, c’è anche la Mototerapia, trait d’union tra Progetto Islander e l’Ospedale Gaslini. Vanni Oddera, campione di freestyle motocross da anni collabora con l’Istituto pediatrico ligure portando la sua Mototerapia tra le corsie dei reparti, commenta: «Sono sempre alla ricerca di nuovi modi di portare gioia e distrazione ai piccoli ricoverati del Gaslini. In questo caso aprendo le porte anche ai nostri amici a 4 zampe, per riuscire a portare un po’ di normalità e felicità nei reparti, come sto facendo con la moto da diversi anni».
Da settembre 2022 ad aprile 2023 si sono svolti momenti d’incontro con cadenza mensile presso gli spazi esterni della Neuropsichiatria Infantile. Sono state attivate una serie di analisi qualitative sulla percezione dell’attività da parte dei pazienti del Gaslini. Sono stati presi in considerazione 35 ragazzi, di cui 30 femmine e 5 maschi, di età compresa tra gli 8 e i 16 anni, composto da pazienti in regime di ricovero presso l’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile. I tempi di valutazione sono stati tre, iniziale, in itinere e al termine del percorso. La responsabile del progetto è la dottoressa Paola Cimellaro, dirigente psicologo dell’UOSD Psicologia, in collaborazione con l’UOC di Neuropsichiatria Infantile; i collaboratori sono le dirigenti psicologhe Serena Rebora, Deborah Preiti e Maria D’Apruzzo dell’UOSD Psicologia la cui responsabile è Cristina Venturino. Sono state supportate da un’equipe di medici e del personale sanitario infermieristico e dei Terapisti della riabilitazione psichiatrica (coordinati dalla dott.ssa Maria Stella Serpico, responsabile della piattaforma degenze a media intensità medica) dell’UOC Neuropsichiatria Infantile. Tra gli obiettivi del percorso, oltre che migliorare il benessere psicofisico dei pazienti durante il periodo di ospedalizzazione, c’era anche la facilitazione della regolazione emotiva attraverso la relazione responsabile e rispettosa tra uomo e animale.
In particolare si è osservato un incremento della consapevolezza emotiva, rilevata attraverso la capacità di
riconoscere e diversificare le emozioni sperimentate; nella quasi totalità del campione è stato individuato
un cambiamento in positivo dello stato emotivo tra la fase pre e quella post attività; è stato evidenziato
un incremento delle capacità meta cognitive e una ricaduta positiva sulla capacità di ciascun paziente di far fronte alle proprie paure, immaginando una prospettiva futura e avendo maggiore autostima e fiducia in sé stessi; inoltre il campione ha riconosciuto nell’attività un momento di spostamento dell’attenzione e
dell’investimento emotivo-affettivo sulla relazione empatica con l’animale. Le AAA rappresentano un approccio innovativo di supporto alla riabilitazione psichiatrica e ai disturbi del neurosviluppo, grazie alla sollecitazione degli aspetti emozionali e delle abilità motorie. La capacità degli animali di sviluppare un complesso sistema comunicativo non verbale con gli esseri umani è alla base della loro capacità di agire sul sistema emozionale umano.
«Nello specifico gli elementi più caratterizzanti della riabilitazione equestre – per es. la sollecitazione motoria ritmica – fanno del cavallo un importante ausilio in pazienti con disturbi motori o posturali. La relazione emozionale che si viene a instaurare con il cavallo e la forte stimolazione che esso provoca dal
punto di vista sensoriale e cognitivo fanno sì che esso possa venir utilizzato con ottimi risultati nei disturbi
del neurosviluppo caratterizzati da ritardo cognitivo o da deficit nella lettura delle emozioni, quali i disturbi dello spettro autistico, o in patologie psichiatriche complesse, quali la schizofrenia, con effetti benefici su funzioni adattive ed esecutive» commenta la dottoressa Antonella Artuso, responsabile del Progetto Riabilitiamoci all’interno di Progetto Islander.
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