TOSSE, ANIMAZIONE E TEATRO SI FONDONO IN “IL CANE SENZA CODA”

Di il 17 Ottobre 2018
teatrodellatosse.it

Un’esperienza di sospensione tra vita e morte, con l’ultima possibilità di redenzione già consumata da tempo

 

GENOVA – Un uomo bloccato in una sala d’aspetto di una grigia stazione ferroviaria, in attesa di un treno che pare non arrivare mai. I corvi, la notte e la neve sono lo sfondo degli incontri surreali, e onirici, in scena in “Il cane senza coda“, opera teatrale di Paolo Bonfiglio diretta da Emanuele Conte, che esordisce martedì 23 ottobre (ore 20.30) al Teatro della Tosse. Nuova produzione del teatro di Sant’Agostino, lo spettacolo (in scena fino al 4 novembre) apre il filone dedicato alla nuova drammaturgia contemporanea del Cantiere Campana.

 

“Il cane senza coda” «è uno spettacolo – spiega Paolo Bonfiglio, autore dello spettacolo – dove il cinema d’animazione, la pittura e l’arte plastica in generale si fondono con il teatro. Supera così la dimensione di metateatro, arrivando alla meta-animazione grazie alla sinergia tra i personaggi in scena e i miei cortometraggi animati “Mater” e “Mortale”». In un’isolata stazione ferroviaria, lo spettacolo gioca con i sogni e con gli incubi, inscenati proprio attraverso i due film di Bonfiglio. “Il cane senza coda” affronta la condizione dell’artista e la frustrazione che riguarda la realizzazione dell’opera d’arte e «il tema del trapasso – prosegue Bonfiglio – controbilanciato da un testo comico, con vene di black humour. In questo modo, aiutiamo lo spettatore a viversi tutte le dimensione e a non sprofondare in una sola».

 

Un’esperienza di sospensione tra vita e morte, con l’ultima possibilità di redenzione già consumata da tempo. O, come la definisce Emanuele Conte, il racconto «degli ultimi istanti di morte di un condannato a vita. “Il cane senza coda” è uno spettacolo nel quale il viaggiatore protagonista è un uomo costretto a vivere tutta la vita è, quando arriva l’ora di morire, l’idea del passaggio non gli va proprio giù». Non tanto una parentesi tra vita e morte, ma più «un limbo – precisa Conte – fra morte e morte, in una storia a cavallo tra reale e surreale, tra il folle e il delirio». Un testo che tratta di esistenza, di vane speranze e rimpianti, con i personaggi (il cane “con la coda” e il cane “senza coda”), interpretati da Andreapietro Anselmi e Pietro Fabbri, a viaggiare nella mente del protagonista, tra l’inesorabilità del tempo e l’apparizione di divinità ultraterrene.

 

In occasione della prima di martedì 23 ottobre, alle 19, saranno esposti nel foyer della Tosse (fino al 18 novembre) i disegni originali dei cortometraggi di Paolo Bonfiglio, per mostrare a pieno il lavoro “dietro le quinte” nella realizzazione di un film d’animazione. Nei suoi progetti, “Il cane senza coda” è il capitolo d’esordio di una trilogia sul trapasso, che si andrà poi a sviluppare con una riflessione sull’agonia del decesso (“L’uomo senza famiglia”) e con un’indagine paradossale sul rapporto tra uomo e donna (“L’albero senza radici”). Ognuno sarà accompagnato da un video d’animazione e da un animale simbolo tratto dalla mitologia greca. Se nel primo capitolo, in scena al Teatro della Tosse dal 23 al 4 novembre (da martedì a sabato alle 20.30, domenica alle 18.30), è il cane, nei seguenti due saranno un uccello da preda e una scimmia.

Su Giulio Oglietti

Cresciuto tra la nebbia e le risaie del Monferrato, è a Genova dal 2013. Laureato in Informazione ed editoria, collabora con GOA da luglio 2017. Metodico e curioso, è determinato a diventare giornalista. ogliettig@libero.it

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