“IL MAESTRO E MARGHERITA”, ALLA TOSSE IN SCENA LA PAURA DELLA VERITÀ

Di il 29 Gennaio 2018
Donato Aquaro

Un’eterna lotta tra bene e male, tra colpa e innocenza, tra illusione e realtà

 

GENOVA – «Questo è uno spettacolo che contiene un altro spettacolo che parla di raggiri, di frodi e di bugie». Esordisce così la versione di “Il Maestro e Margherita” del duo Conte-Lucenti, che tornano a collaborare in regia dopo il successo di “Orfeo Rave”, in una rappresentazione che vuole mantenere lo stesso dinamismo delle pagine del romanzo di Bulgakov con dettagli realisti, comici e stravaganti ad arricchire scena e testo. Coproduzione di Teatro della TosseBalletto Civile, va in scena (dopo l’anteprima della sera di capodanno) dal 2 all’11 febbraio, nella sala Trionfo del teatro di piazza Negri.

 

Un istante dello spettacolo. Credits: Donato Aquaro

“Il Maestro e Margherita” si divide, anche visivamente, su tre piani distinti: il proscenio, la platea e lo spazio dietro al sipario. Il testo, scritto da Emanuele Conte ed Elisa D’Andrea, sofferma lo sguardo sul «tema della paura della verità e sull’ossessione – spiega Conte – della sua ricerca, nel timore che questa possa essere scomoda o falsa». Un’eterna lotta tra bene e male, tra colpa e innocenza, tra illusione e verità. Conte firma anche l’impianto scenico, giocando su diversi registri per scandire i momenti della vicenda, che passa dal grigio e opprimente ospedale psichiatrico dove è rinchiuso il Maestro allo spettacolo frizzante e multicolore voluto da Volland. Ruolo importante è giocato anche dalla musica di Tiziano Scali e Filo Q (con Gianluca Pezzino al pianoforte) e dalle animazioni video di Paolo Bonfiglio, che ha realizzato un cortometraggio sulla storia di Ponzio Pilato.

 

La collaborazione tra Tosse e Balletto Civile, cementata dal 2015 in occasione del festival “Resistere e Creare”, si fonda «sull’idea di far nascere – afferma Amedeo Romeo, direttore artistico del Teatro della Tosse – un teatro che superi le definizioni, e che non sia né teatro, né prosa». Il risultato è una produzione di respiro europeo, con dodici artisti (attori, danzatori e musicisti) impegnati ad amalgamare tra loro i propri linguaggi artistici e creativi. «La forza di quest’operazione sta nel lavoro d’equipe – precisa Michela Lucenti, regista, coreografa e interprete di Margherita – che dà vita a un processo creativo vivo, rapido e soprattutto stimolante».

 

Un altro momento di “Il Maestro e Margherita”. Credits: Donato Aquaro

Il focus “La parola che danza al Teatro della Tosse” include altri due spettacoli: “Bad Lambs” e “Nell’Aere/Inferno #5”. Il primo, in scena dal 13 al 15 febbraio, è diretto da Lucenti, che cura anche le coreografia. Partitura fisica per un ensemble allargato di interpreti, unisce al nucleo stabile di Balletto Civile alcuni danzatori diversamente abili, in uno spettacolo che indaga la grazia con cui ogni individuo accetta la trasformazione o la perdita. “Nell’Aere/Inferno #5” (17 e 18 febbraio) è una coproduzione Tosse-Balletto civile su commissione di Mittelfest e arriva a Genova dopo un lungo tour internazionale. Ideato da Michela Lucenti (anche coreografa) e Maurizio Camilli, vuole «immaginare che ai lussuriosi del quinto canto dell’Inferno di Dante – spiega il drammaturgo Carlo Galiero – se ne aggiungano di nuovi, come Marylin Monroe, Casanova e Freddy Mercury». Inoltre, il 9 febbraio è in programma, alla Claque, una serata di carnevale “diabolica: la “Festa Satanica”, con tutta la musica che si è lasciata ispirare dal “rock” di “Il Maestro e Margherita”.

Su Giulio Oglietti

Cresciuto tra la nebbia e le risaie del Monferrato, è a Genova dal 2013. Laureato in Informazione ed editoria, collabora con GOA da luglio 2017. Metodico e curioso, è determinato a diventare giornalista. ogliettig@libero.it

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