Rino Gaetano Tributo a Sestri Levante con tre band in concerto

Di il 14 Luglio 2022

SESTRI LEVANTE(GE)- Venerdì 15 luglio 2022, alle ore 21, Rino Gaetano Tributo a Sestri Levante. L’evento si svolge all’interno delo suggestivo Teatro Arena Conchiglia. Una serata dedicata al cantautore prematuramente scomparso più di quarant’anni fa. Sul palco tre band: i Capofortuna dalla Lombardia, i Vili Maschi dalle Marche e i nostrani Figli del Negus che in acustico aprono la serata.

Le sue canzoni sono pietre miliari di denuncia sociale, satira e vita di strada interpretate in modo ironico e fiabesco. Scriveva in modo graffiante e appassionato, e non aveva paura di scagliarsi contro i “poteri forti”, fossero essi i partiti, la chiesa o la televisione. Era un visionario, come lo sono tutti i grandi artisti. Nonostante siano passati tanti anni i testi e le storie del cantautore calabrese suonano ancora attuali e sono segno di lungimiranza artistica di un genio popolare. 

Le sue erano filastrocche beffarde, attraverso le quali additava l’eterna crisi dell’Italia, quella delle auto blu e degli evasori legalizzati di Nuntereggae più con versi come “vedo tanta gente che nun c’ha l’acqua corrente, e non c’ha niente, ma chi me sente”. O la forza femminile di Gianna che “difendeva il suo salario dall’inflazione”, sino alla sua Il cielo è sempre più blu.

E poi ancora, ma la lista è lunga, Berta filava, Sfiorivano le viole, Anche questo è sud e Aida.

In 6 album ha dipinto un’Italia che ci assomiglia ancora e sembra persino difficile pensare che Rino Gaetano nella sua breve vita abbia faticato così tanto per farsi conoscere, affrontando i pregiudizi della critica, del pubblico, dei colleghi, dell’”ambiente” e anche dell’establishment che non vedeva di buon occhio quello strano personaggio che si divertiva a sbeffeggiare tutti, politici compresi, facendo nomi e cognomi e che, anche se praticava il gusto per l’ironia, sapeva raccontare come pochi l’attualità, anche nelle sue pieghe più scure, e soprattutto sapeva trasformare in musica il disagio, la solitudine e l’alienazione.

Lo faceva a modo suo, con un atteggiamento non ideologico ma non per questo non meno dirompente passando dalle filastrocche alla pura intensità.

Il momento che lo ha consegnato alla storia della cultura pop del nostro Paese è la sua partecipazione al festival di Sanremo 1978: si presentò con in testa una tuba che gli aveva regalato Renato Zero, un elegante frac attillato, papillon bianco, maglietta a righe bianche e rosse e scarpe da ginnastica. Sul bavero del frac portava appuntata una colossale quantità di medagliette, che nel corso dell’esibizione consegnò in parte al direttore d’orchestra e in parte lanciò al pubblico. Come se non bastasse aveva in mano un ukulele.

Cantò Gianna e, per la prima volta nella storia del Festival, fu pronunciata la parola “sesso”. all’epoca l’impressione fu di vedere un marziano, per la forza dissacrante di quella performance ispirata più a Carmelo Bene che ai codici della musica.

Quella sera tutta l’Italia scoprì Rino Gaetano: non necessariamente tutti lo capirono. Eppure i tre minuti di quella performance hanno insegnato alla generazioni future il coraggio di sfidare le regole.

Biglietti disponibili su EventBrite a questo link.

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