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FAST ANIMALS AND SLOW KIDS, PRESTO AL GOA BOA: “GLI ANIMALI NOTTURNI SIAMO NOI”

Alessandro Guercini, chitarrista dei Fask, si racconta a GOA Magazine a pochi giorni dal concerto di Genova: dalle influenze giovanili all’uscita di “Animali Notturni”, un viaggio dietro le quinte della band perugina
GENOVA – Sono quattro, vengono da Perugia e ogni loro canzone è una scarica di adrenalina. Sono i Fast Animals and Slow Kids (Fask), che presto porteranno la loro energia a Genova: il 17 luglio il Goa Boa è pronto a esplodere sotto la carica dei loro pezzi. Proprio in vista della nona data del tour estivo, con cui i Fask portano in tutta Italia il nuovo disco “Animali Notturni”, il chitarrista Alessandro Guercini svela i retroscena della produzione dell’album, il quinto della band, pubblicato il 10 maggio 2019 sotto l’etichetta Warner Music Italy, a due anni di distanza da “Forse non è la felicità”.
«È un album di cui siamo molto molto contenti – esordisce Guercini –, è cambiato molto rispetto ai dischi precedenti, perché è praticamente il primo album che facciamo in uno studio vero con un produttore vero (Matteo Cantaluppi ndr), riuscendo a ottenere suoni che si discostano abbastanza da quelli dei dischi precedenti. È, per così dire, molto più “hi-fi” degli altri, che erano dischi fatti in casa, di cui ovviamente siamo molto fieri, ma registrare in quelle condizioni aveva delle limitazioni, e quando andavi a completare il prodotto si sentiva che il suono era molto più “sporco”. Invece “Animali notturni” suona decisamente bene, ed è quello che volevamo per questi pezzi. A livello di tematiche è un disco diviso a metà, perché ci sono pezzi scritti in periodi molto “oscuri”, anche poco piacevoli a livello di vita personale, e delle canzoni che invece sono quasi “di speranza”, in cui si avverte un accenno di luce. Penso ad esempio a “Novecento” (potete ascoltarla QUI), l’ultima canzone del disco, che è abbastanza esplicativa di questo discorso, mentre per quanto riguarda i brani più cupi mi viene in mente “Un’altra ancora” (ascoltatela QUI) che è una delle prime canzoni che abbiamo scritto per il disco».
“Animali Notturni” è quindi una sorta di percorso che guida l’ascoltatore dall’oscurità alla speranza. Un percorso a cui naturalmente ha contribuito anche il produttore dell’album, Matteo Cantaluppi, già producer dei Thegiornalisti e degli Ex-Otago.
«Siamo tornati a registrare in studio dopo tanti anni, e non è stato facile. Matteo è arrivato dopo parecchio tempo: noi avevamo già in mente di fare qualcosa di diverso dai dischi precedenti, perciò abbiamo fatto una serie di prove con quattro diversi produttori, ma nessuno ci ha soddisfatti pienamente. Matteo è stato il quinto, e inizialmente eravamo un po’ scettici nei suoi confronti, perché finora ha prodotto band che si discostano parecchio dal nostro mondo, invece dopo l’audizione con lui siamo usciti entusiasti. La prima cosa che abbiamo fatto è stata sederci in un bar di Milano a parlare di musica, snocciolando influenze e obiettivi; ci è piaciuto il modo in cui si è approcciato al gruppo. Per quanto riguarda i pezzi, lui ha lavorato molto sui suoni e sulle atmosfere del disco: le strutture e molte parti strumentali sono rimaste uguali ai provini delle canzoni, ma lui è riuscito a far suonare tutto più concreto, a trasformare un provino di garage band in un disco vero e proprio».

Chi sono gli Animali Notturni?
«Noi Fask. Il titolo dell’album rimanda alla duplicità dei temi trattati attraverso i brani, perché un animale notturno può essere sia il musicista sregolato che fa baldoria e fa serata tutti i giorni dopo i concerti, sia quella persona molto concentrata su se stessa che magari sta sveglia fino alle 4 di mattina a riflettere su una canzone, come nel nostro caso, o su ciò che ha sbagliato durante la giornata. Noi rientriamo nella seconda categoria: generalmente i pezzi li scriviamo di notte, e spesso capita che il giorno dopo ci accorgiamo di aver fatto un pessimo lavoro».
Ci tiene a sottolineare che il titolo dell’album è frutto di una riflessione collettiva, ma poi ammette: «Sono stato io a proporlo, perché il riff “stoppato” della prima canzone mi ricordava un’atmosfera notturna, così abbiamo deciso di intitolare il brano “Animali Notturni”, e da lì il nome dell’album».
La pubblicazione del disco è stata anticipata dall’uscita del brano Non potrei mai, inserito poi come quarta traccia dell’album. Protagonista del videoclip con cui è stata presentata la canzone è Amerigo, un’artista di strada che ogni giorno esprime il proprio desiderio di libertà ballando tra la gente. Per realizzare il video, i Fask hanno passato con lui due giorni, nella sua Roma, imparando molto di più di quello che hanno potuto insegnargli:
«Conoscere Amerigo è stata un’esperienza veramente incredibile – racconta Alessandro Guercini –: passare due giorni con lui a Roma, vederlo ballare con quella leggerezza e vedere le sensazioni che suscitava nella gente. Quello che più ci ha ispirato è stato il suo voler essere sempre a tutti i costi libero. È una persona di cuore, e fa questo perché gli piace: tutte le mattine prende la metro, arriva in Piazza del Popolo e inizia a ballare con i suoi amici musicisti di strada».
L’incontro con Amerigo è avvenuto quasi per caso: «Ho un amico che lavorava per un giornale di Roma e faceva servizi su ciò che vedeva andando in giro per le vie della città. Un giorno ha fatto un servizio su Amerigo, e mi ha passato il video delle sue esibizioni perché era rimasto molto colpito dal suo modo di essere; così abbiamo deciso di metterci in contatto con lui».
Ma se Amerigo è stato una fonte di ispirazione per i FASK a livello umano, sono invece i gruppi punk e il rock americano ad averli plasmati dal punto di vista musicale:
«Siamo una band abbastanza “esterofila”, nel senso che ascoltiamo poca musica italiana, pur suonandola. Siamo cresciuti con il punk in tutte le sue forme. Quando ero ragazzino ascoltavo i Get Up Kids, roba un po’ emo – ride –, poi crescendo abbiamo scoperto altre declinazioni: gli Hüsker Dü, i Replacements, che sono tuttora band di riferimento. Poi in questo disco è molto forte la componente americana, tipo Bruce Springsteen o i War on Drugs: questo driving rock americano che ti fa immaginare al volante di notte in un deserto dell’Arizona, e c’è questo rullante dritto che scandisce i chilometri in autostrada. Per quanto riguarda le linee di chitarra, l’ispirazione è venuta dai gruppi inglesi, per esempio gli Smiths, che sono artisticamente il mio gruppo preferito, o gli Stone Roses. Nelle loro canzoni, molti arpeggi sono suonati sia su chitarra elettrica sia su chitarra acustica, poi il suono viene mixato insieme, ed è più o meno la stessa cosa che abbiamo fatto noi ad esempio in “Non potrei mai“».
Il tour dei Fask è partito il 24 maggio dal MI AMI Festival di Milano, di fronte a novemila persone. Erano passate appena due settimane dalla pubblicazione di “Animali Notturni”, ma la gente ha dimostrato di aver già assimilato i nuovi pezzi.
«Come data zero potevamo sceglierla un po’ più tranquilla, eravamo in super-tensione – racconta divertito il chitarrista –. Di solito quando parte un tour si fa sempre una data “di riscaldamento”, per arrivare agli appuntamenti più importanti con una certa preparazione, invece noi questa volta siamo stati quasi obbligati a partire da Milano, davanti a tutta quella gente. Ma non ci possiamo affatto lamentare, perché è andata molto bene: la gente era carichissima. Fa impressione pensare che i testi nuovi vengano già cantati a squarciagola, il disco era uscito da nemmeno un mese. Fa piacere sapere che il gruppo viene recepito bene anche in versione live».

Ma adesso è il turno di Genova: il 17 luglio i Fast Animals and Slow Kids occuperanno il palco del Goa Boa (QUI i dettagli dell’evento), e sono pronti a fare esplodere l’Arena del Mare, prima di partire alla volta Schio (Vicenza) per la decima tappa della tournée.
«A Genova abbiamo suonato poche volte, ma ogni volta è stata un’esperienza indimenticabile, e secondo me anche a questo giro la carica non mancherà. È interessante vedere come va di volta in volta: c’è sempre una componente di sorpresa, di imprevedibilità, magari ti studi il live nei dettagli in sala prove e poi salta fuori qualche piccolo imprevisto, che però è quello che rende bello ciò che facciamo, altrimenti staremmo tutti a casa ad ascoltarci i dischi e basta».
Anche qui a Genova, come per tutti i loro concerti, Aimone, Alessandro, Jacopo e Alessio chiederanno di trovare in camerino un album degli “Amici Cucciolotti”. Ne abbiamo approfittato per toglierci una curiosità: a cosa è dovuta questa eccentrica richiesta?
Alessandro ride, poi racconta: «Come tutte le band abbiamo i “rider”, cioè le richieste riguardanti il materiale da trovare quando si arriva in camerino prima di un concerto. A noi piace farci regalare qualcosa di insensato, quindi abbiamo optato per gli album di figurine degli animali. Adesso siamo pieni di album di Cucciolotti, e quando siamo lì in camerino prima del concerto Aimone (prima voce, chitarra e percussioni ndr) si mette ad attaccare le figurine. Non so dove trovi la voglia».
Alessandro Rio

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini2 Commenti
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