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“C’È DA FARE”, LA CANZONE DI PAOLO KESSISOGLU RACCONTA GENOVA DOPO IL CROLLO
L’artista e comico ha presentato in anteprima il brano scritto e composto il giorno della tragedia dello scorso 14 agosto
GENOVA – “Questa non è solo una canzone, è un’idea, un concetto, il desiderio di rimboccarsi le maniche dopo quello che è accaduto, di fare qualcosa di concreto. È un progetto di rigenerazione che ha preso forma grazie alla collaborazione di 25 cantanti italiani, 25 amici, che hanno donato il loro tempo e la loro professionalità per aiutare Genova a rialzarsi dopo il crollo del ponte Morandi”.
Con queste parole Paolo Kessisoglu ha commentato l’uscita della canzone “C’è da fare”, la canzone per Genova da lui composta il giorno stesso del crollo del ponte Morandi. Il pezzo è stato presentato in anteprima giovedì 21 febbraio alla stampa a Milano, nella sede della Sony, la casa discografica che ha prodotto il cd. Presenti Barbara Grosso, assessore alle politiche culturali del Comune di Genova, Ilaria Cavo, assessore alla cultura della Regione Liguria e Tito Gherardi dell’associazione Occupy Albaro.
“Ringrazio Paolo Kessisoglu, Occupy Albaro, i 25 artisti che hanno cantato per Genova e lo sponsor Oro Saiwa per aver realizzato questa iniziativa – ha commentato l’assessore alle politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso -. È una luce in più che si accende per illuminare un momento tragico della nostra città. I proventi di questo progetto confluiranno in un progetto più grande di riqualificazione, il “Quadrante della Valpolcevera”, che vedrà la realizzazione di aree pubbliche, sportive, culturali e sociali».
Il brano, cantato da 25 star della canzone italiana, fra cui Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Giuliano Sangiorgi, Giorgia, Gino Paoli e tanti altri, sarà acquistabile da venerdì 22 febbraio, su tutte le piattaforme digitali, nei punti vendita la Feltrinelli, su ibs.it e negli store e i proventi saranno destinati a un progetto mirato alla riqualificazione territoriale e alla migliore vivibilità della Valpolcevera.
“Un grazie a Paolo Kessisoglu e a tutti gli artisti che hanno accettato di cantare con lui quello che ci auguriamo possa diventare il nuovo inno di Genova e per Genova, l’inno di chi ha “Genova nel cuore”: avevamo il logo, il simbolo di una città che reagisce ma mancavano le parole e la musica di una canzone. Ora ci sono” dichiara l’assessore regionale alla comunicazione Ilaria Cavo. “La sensibilità con cui è stata scritta la canzone è la stessa che ha portato Paolo e l’associazione Occupy Albaro (da sempre attenta alle emergenze sociali e della città) a coinvolgere le istituzioni, a partire da Regione Liguria per il sostegno e la condivisione della destinazione dei fondi che saranno raccolti dalla commercializzazione del brano. La presenza oggi delle istituzioni è l’ulteriore garanzia della condivisione delle scelte: nessun euro verrà sprecato e il ricavato sarà destinato alle reali necessità della Valpolcevera per un progetto legato alla riqualificazione e alla vivibilità della zona colpita dal crollo di Ponte Morandi, in base all’entità della cifra raccolta. Chi acquisterà il disco farà un regalo alla città e un regalo e a se stesso, perché la canzone è molto bella.
“C’è da fare” ha la capacità di raccontare Genova in tutte le sue sfaccettature ed è un imperativo non solo per i genovesi ma per tutti. C’è da fare significa c’è da rimboccarsi le maniche, c’è da ripartire, c’è da demolire un ponte per ricostruirlo – ed è proprio quello che in questi giorni non a caso sta accadendo. C’è da fare vuol dire anche c’è da venire a Genova, da promuoverla, da cantarla e anche questa può essere la forza di una canzone che ha un duplice valenza, benefica e di promozione della nostra terra”.
Devolvere per riqualificare è l’idea forte di questo progetto e Tito Gherardi, uno dei fondatori di Occupy Albaro, ha spiegato “Quando abbiamo ricevuto da Paolo l’indicazione di pensare a cosa si sarebbe potuto realizzare con i proventi della canzone, abbiamo contattato il Comune e la Regione perché vorremmo che venissero usati per realizzare un centro sportivo per i bambini al Campasso, dove lo scrittore genovese Riccardo Gazzaniga ha raccontato che proprio lì, nella vecchia piazza d’Armi, nel 1893 il Genoa ha iniziato la sua storia. Ecco, vorremmo che rimanesse qualcosa per sempre”.
C.S.
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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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