UNA SOCIETÀ IN EVOLUZIONE: “DELITTO E CASTIGO” ALLA CORTE

Di il 28 Febbraio 2018

Dal 6 marzo lo spettacolo diretto dal regista Konstantin Bogomolov, tra le voci più straordinarie e originali della Russia contemporanea

 

GENOVA – Nuovo debutto alla Corte: martedì 6 marzo alle ore 20.30 va in scena “Delitto e castigo”, di Fedor Dostoevskij, diretto dal regista russo Konstantin Bogomolov.

 

Lo spettacolo sarà in scena fino a domenica 11 marzo, dal martedì al sabato alle ore 20.30, domenica ore 16 (la recita del giovedì inizia alle 19.30). Prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione è interpretato da un cast interamente italiano composta da Anna Amadori, Marco Cacciola, Diana Höbel, Margherita Laterza, Leonardo Lidi, Paolo Musio, Renata Palminiello, Enzo Vetrano. La versione italiana è curata da Emanuela Guercetti.

 

Konstantin Bogomolov, quarantatreenne regista russo dallo stile irriverente, provocatorio e spiazzante, è tra le voci più lucide e originali della sua patria. Vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali e autore di spettacoli presentati nei più importanti festival e teatri europei, non è nuovo ad adattamenti teatrali di Dostoevskij (“I fratelli Karamazov” e “L’idiota” sono i suoi precedenti lavori). Bogomolov affronta questo romanzo allontanandosi dalle influenze formali di ambientazione russa e attualizzando la vicenda.

 

Nella sua versione di “Delitto e castigo” il protagonista non è più un giovane intellettuale incapace di adeguarsi alle regole imposte dalla società russa ottocentesca, bensì un immigrato africano, indolente e privo di qualsiasi ideologia, che si macchia dell’assassinio non di una vecchia usuraia ma di una donna bianca e di sua figlia. La sorella di Raskol’nikov fa la governante in una famiglia molto agiata; Sonja è, anche qui, una prostituta che cerca di persuadere il protagonista a convertirsi al cristianesimo; un poliziotto è un appassionato lettore di Nietzsche, con evidente riferimento al nichilismo che contraddistingue azioni e pensiero del protagonista.

 

«Portare in scena “Delitto e castigo” – afferma il regista – significa cercare il modo di rapportarsi a un materiale fortemente arcaico e scoprire come padroneggiare l’inattualità del tema trattato. Il dubbio se sia giusto o meno uccidere non è più un argomento così attuale; ciò probabilmente dipende dal modo in cui la nostra società si sta evolvendo. È importante quindi dare nuova linfa a queste domande. Al tempo stesso però ho voluto rispettare la grande ironia che caratterizza Dostoevskij».


Per ulteriori informazioni, visita il sito web.
(C.S.)

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