SIMONE CRISTICCHI A SORI CON DUE SPETTACOLI SULLA GUERRA

Di il 2 Marzo 2018

Doppio appuntamento per il cantautore romano ospite l’11 marzo con Mio nonno è morto in guerra e il 19 aprile con Marocchinate

 

SORI (GE) – Simone Cristicchi è il prossimo ospite di Soriteatro con due spettacoli che affrontano lo stesso tema da due diversi punti di vista, un ideale dittico sulla seconda guerra mondiale, avvenimento storico di cui tocca anche gli aspetti più scomodi e delicati. Approccio non episodico né casuale. Nel 2007 il coraggio della denuncia ha portato Cristicchi a vincere il Festival di Sanremo con una canzone sui manicomi, Ti regalerò una rosa (parte del video, tra l’altro, fu girato nei padiglioni in disuso dell’ospedale di Cogoleto). Dalle dimensioni giganti del Teatro Ariston al palcoscenico del Teatro di Sori il risultato non cambia, anzi conferma la vocazione ad andare controcorrente. Cristicchi arriva a Sori domenica 11 marzo (ore 21) con Mio nonno è morto in guerra di cui è autore e interprete (unica data in Liguria); mentre giovedì 19 aprile (ore 21) sarà in scena con il suo testo Marocchinate di cui è autore con Ariele Vincenti, che lo interpreta accompagnato da Marcello Corvino al violino, diretti da Nicola Pistoia.

 

Mio nonno è morto in guerra è costruito su voci, canzoni e memorie della seconda guerra mondiale raccolte da Cristicchi ascoltando i testimoni diretti. Marocchinate toglie il velo da fatti storici rimossi se non censurati, avvenuti durate la Liberazione soprattutto nel Basso Lazio: gli stupri, le uccisioni di massa e le torture compiuti ai danni della popolazione civile, soprattutto donne, dai reparti marocchini del Corpo di spedizione francese. Si parla di 7.000 casi di violenze accertate, ma il numero reale è certamente più alto. Il silenzio dell’ufficialità non ha impedito la diffusione vulgata del termine “marocchinata” per indicare un misfatto, come non ha impedito ad Alberto Moravia di raccontare questa realtà nel romanzo La Ciociara del 1957 e tre anni dopo a Vittorio De Sica di girarne la versione cinematografica con Sophia Loren e Jean-Paul Belmondo (e l’adattamento firmato da De Sica con Cesare Zavattini).

La guerra messa al centro del palco con tutti i suoi risvolti. Mio nonno è morto in guerra inizia con una frase che nega il titolo. “Mio nonno si chiamava Rinaldo – dice Cristicchi – e, per fortuna sua e mia, non è morto in guerra. Partì come tanti altri per la campagna di Russia, ma a differenza di molti riuscì a tornare indietro. Però per tutto il resto della sua vita ha sempre avuto freddo. Anche d’estate, seduto in terrazza in pieno sole, teneva una coperta sulle gambe e un giacchetto sulle spalle. Perché il freddo della guerra gli era entrato dentro. L’idea di ricercare e raccontare le storie minime dei protagonisti della Seconda guerra mondiale nasce da nonno Rinaldo e dal bisogno di colmare un grande silenzio: il silenzio di uomini e donne ammutoliti dal frastuono della storia. Ma anche il silenzio di chi ha preferito tacere, per convenienza o per dimenticare un dolore inenarrabile. Ecco perché ho scelto di usare direttamente la voce dei protagonisti. La maggior parte dei racconti di Mio nonno è morto in guerra è nata grazie al prezioso contributo di tante persone che hanno donato incondizionatamente e con passione civile la propria testimonianza di vita. A questo mosaico di memorie riesumate, a questo album di aneddoti in bianco e nero, manca sicuramente più di qualche tassello: è un’opera incompiuta per definizione. Sono gli appunti di viaggio di un “ricercautore” che ha attraversato l’Italia senza stancarsi mai le gambe e le orecchie, pronto ogni giorno ad ascoltare una nuova voce, a decifrare altre rughe, ad imparare una sfumatura inedita, felice di riempire quelle pagine bianche…”.

Marocchinate racconta i terribili giorni successivi allo sfondamento, da parte degli Alleati, della linea di Montecassino, ultimo baluardo tedesco. Apparentemente la guerra è finita e l’Italia è libera, ma non per le popolazioni di gran parte del basso Lazio. “Aspettavamo ji salvatori… so’ arrivati ji diavoli”. Sotto il termine “marocchinate” sono passati alla storia gli stupri di massa (donne, uomini, vecchi e bambini) e i massacri compiuti dai goumier, soldati di nazionalità marocchina incorporati nell’esercito francesi, in Ciociaria.

 

Le serate sono precedute, com’è ormai abitudine, da un appuntamento del ciclo Sorilegge. Domenica 11 marzo alle 19,30, nel foyer, Don Nicola Improda presenta alcuni brani di L’evangelizzatore in San Luca di Carlo Maria Martini (Ancora Edizioni, 2012), saggio best seller in cui l’arcivescovo di Milano dichiara di accettare la sfida dell’osservanza cristiana partendo dall’origine, le parole del Vangelo. Giovedì 19 aprile, sempre alle ore 19,30, Stefano Stagno racconta Il lottatore di sumo che non diventava grosso di Eric-Emmanuel Schmitt (e/o edizioni, 2012). Il romanzo racconta la storia di un quindicenne emaciato quanto arrabbiato, in cui un maestro di sumo nonostante le apparenze vede un futuro lottatore di sumo, conducendolo attraverso le arti marziali nel mondo della forza, dell’intelligenza e dell’accettazione di sé. Sorilegge rientra nel più ampio progetto di Teatro Pubblico Ligure dedicato alla lettura pubblica, intesa come rito civile condiviso.

 

Testi a tema saranno in vendita nel foyer nella consueta libreria selezionata con i “Libri di stagione”. La Stagione 2017/2018 di Soriteatro, diretta da Maifredi, riceve il contributo del Comune di Sori con la Proloco e della Regione Liguria attraverso Teatro Pubblico Ligure.

PREZZI e INFO

  • Prezzi e abbonamenti: 15 euro intero, 12 euro ridotto. Tutti gli appuntamenti di “Sori incontra” sono a ingresso libero e gratuito
  • Biglietti: Pro Loco Sori 0185 700681 – Pro Loco Recco 0185 722440  – Pro Loco Bogliasco 010 3470429 e online su Happy Ticket e su www.genovateatro.it
  • Sito: www.soriteatro.itwww.teatropubblicoligure.it
  • Indirizzo: Teatro Comunale di Sori Via Combattenti Alleati, Sori (Ge)

C. S.

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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