“Prisoner 709”, la prigionia di Caparezza giovedì alla Feltrinelli

Di il 27 Settembre 2017

GENOVA – Giovedì 28 settembre (ore 18), alla Feltrinelli di via Ceccardi, Caparezza firmerà le copie del suo nuovo album, “Prisoner 709”, pubblicato a tre anni di distanza dall’album precedente, “Museica”, vincitore del disco di platino.

 

Il 17 novembre ad Ancona prenderà il via il nuovo tour 2017 (terminerà il 7 dicembre a Torino) di Caparezza (al secolo Michele Salvemini), nei maggiori palazzetti di tutta Italia. Sarà un viaggio dal vivo nella nuova dimensione di Caparezza: tanti gli effetti speciali, molte sorprese e tonnellate di energia live.

 

La copertina di “Prisoner 709”. Credit: th.soundsblog.it

«Prisoner 709 è un album sulla mia prigionia – spiega il rapper di Molfetta – e il ruolo centrale di questo disco è lo zero che ha la forma del disco stesso e che rappresenta la scelta tra una parola di 7 lettere e una di 9 (Es: Michele o Caparezza). Ogni traccia di questo disco ha un suo 709 (“libertà o prigionia”, “aprirsi o chiudersi”, “compact o streaming”). L’album è un percorso di autoanalisi che parte da una situazione di disagio (rappresentata senza mezzi termini nel brano d’apertura “Prosopagnosia”) ed arriva alla sua accettazione (nella traccia finale “Prosopagno sia!”). I brani sono 16 (la somma di 7 e 9) e ciascuno di essi rappresenta un capitolo del carcere mentale (“il reato”, “la pena”, “l’ora d’aria”, “la lettera”, ecc..) da cui tento di evadere. La stessa copertina (in foto) di questo mio disco numero 7 (o numero 9 se contiamo i due demo non pubblicati) mi vede ingabbiato all’interno di una struttura da cui potrei evidentemente evadere se solo lo volessi. La scelta del bianco e nero, in contrapposizione all’esplosione di colori della copertina di “Museica”, è dovuta al bipolarismo del progetto ed è perfetta per raccontare come ho visto il mondo in questo anno e mezzo di composizione».

 

Tante le domande che si pone Caparezza, mentre cercava di superare lo shock causato dall’acufene (disturbo uditivo fastidiosissimo): «sono un artista libero o sono un prigioniero di questo ruolo? Sono Felice o solo soddisfatto? Fare dischi era nel mio destino o è stato solo un grosso equivoco?».

 

 

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