PONTE DELL’EPIFANIA, IN LIGURIA I TURISTI SCELGONO GLI AGRITURISMI

Di il 4 Gennaio 2024

Secondo un’indagine di Coldiretti i piccoli borghi dell’entroterra saranno le mete più gettonate nel prossimo weekend. Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale: “I turisti hanno scelto di riscoprire il valore storico e culturale dei nostri comuni: ben 185 saranno quelli visitati, il 79% del totale dei presenti nella nostra regione”

GENOVA – Nel 1972 Marcella Bella cantava: “la città aveva mille sguardi, io sognavo montagne verdi”; sono passati più di cinquant’anni dalla prima volta che abbiamo fatto nostri questi versi, ma nulla è cambiato. Anzi, i dati lo ribadiscono: sempre più italiani condividono il desiderio di allontanarsi dal caos cittadino e rifugiarsi nelle aree interne della regione, alla scoperta dei suoi borghi medievali, dei paesaggi ameni e dei campi in fiore.

Con il weekend del ponte dell’Epifania, infatti, salgono a oltre un milione i vacanzieri che, nelle feste di fine e inizio anno, hanno scelto l’agriturismo per pernottare o mangiare nella natura alla ricerca di riposo e tranquillità, via dalla pazza folla. È quanto stimano Coldiretti e Campagna Amica nel sottolineare il risultato positivo della vacanza in campagna favorito anche dalle condizioni climatiche, che conferma la performance generale per il turismo evidenziata anche dall’analisi di Federalberghi.

Un successo spinto anche dalla riscoperta del valore storico, culturale e ambientale dei piccoli borghi che sono – sottolineano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – ben 185: il 79% del totale di comuni presenti nella nostra regione, che sono 234. Allargando lo sguardo, in generale si può affermano che i piccoli borghi in Italia rappresentano solo il 16% della popolazione nazionale, ma il 70% del numero totale dei comuni italiani. L’accoglienza residenziale, in un contesto del genere, non può che venir favorita dal paesaggio, fortemente segnato dalle produzioni agricole. In Liguria si viaggia per allungare lo sguardo e allargare la mente: dai terrazzamenti fioriti alle ripide colline coltivate a vite, dagli uliveti a perdita d’occhio alle malghe di montagna.

Gli agriturismi rappresentano una ottima base di partenza per visitare queste realtà: in Liguria ce ne sono circa 700, che rappresentano il 3% del comparto agrituristico italiano, suddivisi tra le province come segue: il 34% nella provincia di Imperia, il 27% in quella di Savona, il 21% nella provincia genovese e il 18% nello spezzino. “Inoltre, la Liguria conta circa 50 ittiturismi,” commenta Davide Busca, Presidente di Terranostra Liguria, “capaci di evidenziare, oltre alla possibilità di vivere una giornata a stretto contatto con i pescatori, mangiando nelle loro case o a bordo dei pescherecci, anche la presenza di un sempre maggiore turismo responsabile, che pone l’accento sul prodotto fresco e sull’attenzione ai valori dell’ambiente marino circostante.”

Un patrimonio, quello degli agriturismi, conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. La cucina ligure ne rappresenta dunque l’indiscussa protagonista: prodotti a chilometri zero, rispetto della tradizione regionale e scoperta di ricette tipiche poco conosciute trovano nell’interno della regione la loro più autentica espressione.

“La buona tavola,” aggiunge Busca, “è diventata uno degli obiettivi principali della vacanza in agriturismo per un numero sempre crescente di turisti, che oltre alla bellezza del luogo, al valore paesaggistico e alla capacità recettiva, ricerca l’eccellenza della cucina.”

“La capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo,” concludono Boeri e Rivarossa, “resta la qualità più apprezzata degli agriturismi italiani che peraltro hanno però qualificato notevolmente la propria tradizionale offerta di alloggio e ristorazione con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking o attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici, ma anche corsi di cucina e wellness.”

Insomma, per l’ultimo ponte invernale, il consiglio è uno: non limitatevi a sognare montagne verdi, scopritele.

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