Patrizia Milani per il XII canto dell’Odissea di Maifredi

Di il 2 Luglio 2018

LUNI (SP) – La terza edizione di “Portus Lunae Art Festival”, il progetto principe del percorso STAR – Sistema Teatri Italiani della Liguria prodotto da Teatro Pubblico Ligure, prende il via venerdì 6 luglio alle ore 21 sulla piazza della Chiesa di Nicola a Luni (La Spezia) con la prima nazionale di Patrizia Milani, che si inserisce nel lungo viaggio di “Odissea un racconto mediterraneo” con il canto XII del poema omerico dedicato a “Le sirene, Scilla e Cariddi”. Lo spettacolo, ideato e diretto da Sergio Maifredi, è preceduto dalla visita al sito archeologico di Luni, alle ore 18,30.

 

Biglietto per lo spettacolo e per la visita: 10 euro, solo per il sito: 2 euro. Informazioni al numero 329 0540950 o su pm-lig.museoluni@beniculturali.it o su www.luni.beniculturali.it.

 

Il Portus Lunae ArtFestival, arrivato alla terza edizione, quest’anno è dedicato al tema “Nostos – Il ritorno”, indagato attraverso la grande letteratura dell’antichità alla ricerca di parole antiche per pensieri nuovi. Patrizia Milani, grande e celebrata attrice dalla solida carriera teatrale, approfondisce il tema del silenzio e del suo rapporto con il canto delle sirene. Le Sirene rappresentano il simbolo del demone che cancella il desiderio del ritorno, il senso della nostra missione su questa terra. Offrono ad ognuno ciò che desidera, in cambio della resa, in cambio di dimenticarsi chi siamo, chi eravamo, chi vogliamo essere. Patrizia Milani, con acume e intelligenza, rinnova il canto di Omero in un’interpretazione profonda e intima, perché scava nelle debolezze di ogni essere umano. L͛’incontro di Odisseo con le Sirene resta scolpito nella nostra memoria. Un canto, la curiosità di sapere ciò che solo loro dicono e conoscono, quanto avvenne sulla terra nutrice. A ogni mortale le Sirene offrono ciò che questi più di ogni altra cosa desidera. E a Odisseo offrono la conoscenza. Per quella stessa sete di “virtute e canoscenza” Odisseo, diventato l’Ulisse dantesco, affronterà il folle volo e sarà dannato. Una grande interprete per un grande poema. Uno spettacolo di grande levatura ed intensità.

 

 

“Il filo rosso è un dialogo tra la parola classica, quella di Omero, e interpreti che il pubblico percepisce come moderni cantori, capaci di interpretare quella parola e svelarne il significato per l’uomo di oggi. Il tema guida di quest’anno è il Nostos, il ritorno͟, tema fondamentale dell’Odissea e tema attuale in quanto coincide con la memoria di sé. Perdere il ritorno è la paura dell’eroe di non poter ritornare in patria, ma è anche la paura del cantore di perdere il racconto che gli viene donato dagli Dèi. Oggi, in un tempo in cui i beni archeologici diventano bersaglio nei conflitti bellici in quanto elementi fondamentali per testimoniare la storia di una cultura, ricostruire la memoria e l’identità di un popolo scavando tra le rovine di Troia, Palmira piuttosto che di Amatrice diventa un dovere a livello mondiale. Esiste una nuova figura, quella dell’archeologo in tempo di guerre e terremoti. Le chiese e le piazze, come i templi, da ricostruire riuniscono le comunità, le ricostituiscono. La perdita della memoria è la perdita di sé, ricostruire un tempio, ricostruire una chiesa, un monumento, un opera d’arte è ricostruire la vita, l’uomo”.   [Sergio Maifredi]

 


 

Per maggiori informazioni:

 

www.luniartfestival.it,

www.luni.beniculturali.it,

www.teatropubblicoligure.it

 

c.s.

Su Redazione

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