NAZIONALE, SUONA UN FOLK MEDITERRANEO. SERVILLO: “UN PAESAGGIO DI LINGUE, UN INTRECCIO CHE È CASA”

Di il 27 Marzo 2019

L’intervista alla voce degli Avion Travel, protagonista con Mario Incudine di “Odissea, un canto mediterraneo”

GENOVA – Un viaggio come inizio, un viaggio come ripartenza, un viaggio come scambio e come curiosità. Ha esordito ieri al Teatro Nazionale di Genova “Odissea, un canto mediterraneo” spettacolo diretto da Sergio Maifredi che, partendo dal poema omerico, racconta in musica la storia e la cultura popolare e mediterranea. Interpretato da Peppe Servillo e Mario Incudine, “Odissea, un canto mediterraneo” sarà in scena al Teatro della Corte fino a domenica 31 marzo.

Un viaggio nel mediterraneo, cominciato dal mediterraneo. «Lo spettacolo è nato in Sicilia, a Barcellona Pozzo di Gotto – racconta Peppe Servillo, protagonista con Mario Incudine di “Odissea, un canto mediterraneo” – dall’Orchestra popolare siciliana e dal lavoro di Sergio Maifredi sulla regia e sulle premesse che hanno dato vita allo spettacolo. In “Odissea, un canto mediterraneo” la modernità è coniugata col linguaggio folk, e di conseguenza con gli strumenti che ne esprimono la cultura musicale». Un caleidoscopio di generi, di culture e di interpreti, dall’omaggio a De André di Mario Incudine alle melodie arabe di Faisal Taher, passando dallo stesso Servillo, attore e voce degli Avion Travel. «Tramite la propria lingua, ognuno di noi esprime una musicalità diversa derivante dalla propria cultura condivisa. Nel mio caso, parlo degli autori della canzone napoletana e siciliana, che hanno elaborato il popolare in una chiave di espressione personale».

Incudine e Servillo in scena con l’Orchestra popolare siciliana. Credit Emanuele Tedeschi

Un percorso che si ispira all’etica del viaggio, tra figure mitologiche e letterarie. «Non c’è una destinazione chiara – svela Servillo – l’arrivo non è un obiettivo ma un desiderio o un’ambizione, che si può raggiungere o che si può realizzare anche solo in parte. L’essenza del viaggio è il cammino e, nel nostro spettacolo, è tra un paesaggio determinato da lingue». Idiomi che si cantano, che si concatenano e si ampliano nella musica. «Nel loro intrecciarsi, hanno fatto del territorio una casa, mare compreso. Sono diventate parte di una dimensione fatta di scambio, di accoglienza e di curiosità verso l’intelligenza degli altri e di sé stessi. Il nostro spettacolo tenta di far elaborare al pubblico questa sensibilità, facendo leva sull’emotività trasmessa dalla musica».

Tra culture differenti e accoglienza, “Odissea, un canto mediterraneo” come si colloca in questo preciso momento storico? «Avvicinandosi alle nostre origini – conclude Peppe Servillo – è normale cercare risposte, ma non è nostro intento cavalcare l’onda dell’attualità in questo modo. Attraverso narrazione, epica e mitologia, possiamo raccontare la storia del nostro mare e del nostro territorio, cercando di stimolare nel pubblico una memoria di tutto ciò e, di conseguenza, una percezione diversa e migliore del contemporaneo».

“Odissea, un canto mediterraneo” è prodotto da Teatro Pubblico Ligure e Asc Production. È diretto Sergio Maifredi e interpretato da Mario Incudine e Peppe Servillo, circondati da altri artisti ancorati alle radici della tradizione popolare come Antonio Vasta (anche direttore musicale), Giorgio Rizzo, Anita Vitale, Antonio Putzu, l’Orchestra popolare siciliana e il cantante palestinese Faisal Taher. Le musiche sono di Mario Incudine e Antonio Vasta, le luci di Vincenzo Miserendino.


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Su Giulio Oglietti

Cresciuto tra la nebbia e le risaie del Monferrato, è a Genova dal 2013. Laureato in Informazione ed editoria, collabora con GOA da luglio 2017. Metodico e curioso, è determinato a diventare giornalista. ogliettig@libero.it

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