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Lunaria Teatro, il 27 settembre a Chiavari riparte “Obiettivo Creatività”
CHIAVARI (GE) – Obiettivo Creatività, il progetto per la valorizzazione dell’Auditorium San Francesco promosso da Lunaria Teatro riparte dopo lo stop dell’emergenza sanitaria. La proposta riguarda, dal 27 settembre al 21 novembre, i quattro spettacoli inizialmente rinviati a causa del lockdown.
«Ripartiamo con uno dei progetti che meglio caratterizzano la linea artistica di Lunaria Teatro: la valorizzazione dei beni monumentali tramite le tecniche dello spettacolo – spiegano Daniela Ardini e Giorgio Panni, direttori artistici di Lunaria Teatro –. Una Chiesa divenuta luogo di cultura non poteva che attrarre il nostro sguardo! E il progetto “Obiettivo Creatività” racchiude in sé sia una fase “strutturale” di migliorie dell’auditorium che permettano una visione e un ascolto sempre più catturanti per lo spettatore, sia una fase “creativa” con ospitalità di grandi interpreti e grandi storie che rinsaldino sempre di più il legame che già esiste nella storia tra il luogo ospitante e la comunità del territorio. Grazie al lavoro sinergico con l’assessorato alla Cultura del Comune di Chiavari che ha sostenuto sin dal suo embrione questo progetto e all’importante sostegno della Compagnia di San Paolo riprendiamo da dove avevamo lasciato, cambiando soltanto un po’ l’ordine di apparizione».
Tra gennaio e febbraio, prima della pandemia, erano già andati in scena i primi due appuntamenti: “La guerra non mia” con l’alpino 1981 Lodovico Portesine a ripercorrere, presente in scena insieme al figlio Paolo, le drammatiche vicende della Campagna di Russia della Seconda Guerra Mondiale, e “L’abisso”, toccante monologo scritto e interpretato da Davide Enia sull’altrettanto drammatico tema delle migrazioni che, ancora oggi, vedono ogni anno migliaia e migliaia di persone rischiare la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa via deserto e via mare.
La ripartenza, domenica 27 settembre alle 17.30, sarà tutta da ridere all’insegna della migliore tradizione yiddish: “Oh mio Dio!” è l’opera che ha reso celebre nel mondo l’autrice israeliana Anat Gov, una commedia divertente e profonda, che ha per protagonisti due beniamini del pubblico: il decano del teatro italiano, il grande Piero Nuti (classe 1928), che interpreta un dio malato e depresso e finisce per rivolgersi alla psicologa Ella, una brillantissima Miriam Mesturino. L’ ironia colta di Anat Gov crea una situazione surreale ma riesce a dire tante verità sul rapporto dell’uomo con Dio.
Domenica 4 ottobre, sempre alle 17.30, un tuffo tra le pagine di Edgar Lee Masters e la musica di Fabrizio De André con “Donne di Spoon River”: le letture dalla celebre “Antologia” ad opera di Orietta Notari, attrice genovese pluripremiata, e Alice Bignone, accompagnate dalle note di “Non al denaro, non all’amore, né al cielo” del grande Faber, messe in musica dalla chitarrista Michela Centanaro e dal suo ensemble, composto da Giacomo D’Alessandro (chitarra, voce), Rocco Mennella (chitarra, voce) e Maria Giulia Mensa (voce).
Domenica 11 ottobre, ancora alle 17.30, l’Auditorium San Francesco ospita invece la messa in scena di “Kohlhaas”, dall’omonimo racconto di Heinrich von Kleist portato in scena da Marco Baliani, uno degli interpreti più carismatici del teatro di narrazione, che è anche co-autore della sceneggiatura insieme a Remo Rostagno, la regia di Maria Maglietta, produzione di Trickster Teatro. La storia si ispira ad un reale fatto di cronaca avvenuto nella Germania del 1500, un sopruso perpetrato da un signorotto locale ai danni di un commerciante di cavalli che, non risolto attraverso le vie del diritto, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, ma sempre in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena, fino a che il conflitto generatore dell’intera vicenda non si risolve tragicamente lasciando intorno alla figura del protagonista una ambigua aura di possibile eroe del suo tempo.
Sabato 21 novembre alle ore 21, infine, sarà la volta di “Creatura di sabbia”, adattamento dell’omonimo romanzo di Tahar Ben Jelloun e di un’altra opera dello scrittore marocchino, “Notte fatale”, trasposti sul palcoscenico da Daniela Ardini e interpretati Raffaella Azim, primadonna del teatro italiano che ha lavorato con Trionfo, Ronconi, Sequi e Salveti tra gli altri. Protagonista di entrambi i racconti di Ben Jelloun è una fanciulla, Zahar, costretta a vivere in un corpo non suo, quello di Mohamed, essendo stata cresciuta come un uomo dal padre, desideroso di avere un discendente maschio dopo la nascita di sette figlie femmine.
Posti limitati nel rispetto delle restrizioni anti-Covid, è preferibile la prenotazione anche via mail a info@lunariateatro.it o tramite la pagina Facebook di Lunaria Teatro.
C.S.
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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