L’ESORDIO DA SOLISTA DI FABRIZIO “PIPPO” LAMBERTI: “IN PESSIMISMO E FASTIDIO RACCONTO TUTTA LA MIA STORIA”

Di il 16 Luglio 2020

Dopo il mancato debutto al Teatro di Carignano, a causa dell’emergenza Covid-19, torna il 30 luglio sul Palco sul Mare Festival lo spettacolo che vede protagonista uno dei fondatori de “I Cavalli Marci”

GENOVA – Uno spettacolo da solista, per la prima volta su un palcoscenico. Lui e il pianoforte. A raccontare aneddoti, a ricordare i tempi passati, a ripercorrere le tappe di una carriera che l’ha visto al fianco di mostri sacri della musica italiana come Roberto Vecchioni, Eugenio Finardi, Eros Ramazzotti, Pierangelo Bertoli e tanti altri.

Fabrizio “Pippo” Lamberti, genovese doc, noto anche per aver fondato “I Cavalli Marci” insieme a Claudio Nocera, porta nella sua città natale sul Palco sul Mare Festival del Porto Antico (giovedì 30 luglio, ore 21) uno show a metà tra la recita e la canzone, alternando comicità e musica, commedia e melodia. Musicista, attore, autore comico Lamberti, in questo spettacolo, non rinuncia a niente. Seduto al pianoforte, per la prima volta fa respirare in autonomia la qualità della sua musica, allontanata dai film, dalle fiction e dai programmi televisivi per cui è stata composta.

Pippo Lamberti, com’è nata l’idea di Pessimismo e Fastidio. Maledetta Musica?

È uno spettacolo che nasce 35 anni fa e ripercorre le tappe fondamentali della mia carriera. È la prima volta che mi ritrovo su un palco da solo insieme al mio pianoforte e con sullo sfondo le immagini proiettate su uno schermo dei momenti più significativi della mia vita artistica. Pessimismo e fastidio, Maledetta Musica raccoglie un po’ tutto il mio vissuto professionale e personale. Dalla rinuncia agli studi di Giurisprudenza, dopo un solo anno di frequentazione, alla possibilità di lavorare con grandi artisti, alla fondazione dei Cavalli Marci. È un bilancio del mio percorso visto con ironia e trasporto.

C’è anche una visione critica nel suo spettacolo nei confronti di sé stesso.

Nello spettacolo immagino un Fabrizio che percorre una strada alternativa, quella che mi avrebbe portato a completare gli studi universitari. Come una sorte di sliding doors penso a come sarebbe stata la mia vita se avessi proseguito quella strada. Nello spettacolo c’è anche un alter ego che critica le scelte del Pippo autore e musicista. La pausa forzata causata dall’emergenza Covid-19 mi ha aiutato ad approfondire questa parte dello spettacolo.

Lei iniziò a suonare con Eugenio Finardi, poi proseguì la collaborazione con Roberto Vecchioni. Quanto c’è di quelle esperienze in questo spettacolo?

Moltissimo. Ricordo ancora la prima volta che mi ritrovai da solo con la mia tastiera davanti al pubblico ad aprire un concerto di Eugenio Finardi. Era il 1987. E poi iniziò il mio sodalizio con Vecchioni. Lui grande musicista sempre fedele ai suoi collaboratori. Abbiamo mantenuto un grande rapporto, ci sentiamo quando è possibile. Lo considero un secondo padre artistico. Il primo è stato mio padre Dani, musicista, arrangiatore, grande appassionato di bebop, che mi ha insegnato ritmi e suoni. Nel mio spettacolo c’è anche un po’ di lui.

E poi sono arrivati “I Cavalli Marci”. Come sono nati?

In realtà in modo casuale. Era il 1983, alla Tosse io e Claudio (Nocera, n.d.r.) portammo uno spettacolo dal titolo Amarsi a morsi. Era una recita che alternava musica e comicità. Ma c’erano già personaggi come Peo e Peo e Rufus che sono poi diventati icone della comicità. L’anno dopo, visto il successo, decidemmo di formare un gruppo di attori e cantanti che si esibirono per diverse serate al Nessundorma, allora locale laboratorio genovese dove si alternavano le migliori band locali e gruppi cabarettistici in ascesa (tra i quali i Broncoviz, n.d.r.). Fu un successo strepitoso. Così nacquero i Cavalli Marci. Di quel gruppo facevano parte anche Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Alessandro Bianchi, Michelangelo Pulci, Alessandro Bergallo. Ricordo ancora le prime serate in cui la battuta più ricorrente era: ci sono più persone sul palcoscenico che in platea.

Poi arrivò Mediaset con il successo di “Ciro Il figlio di Target” con la consacrazione dei Cavalli Marci.

Quel format piacque a tal punto che decisero di proporlo anche per la tv. La più grande soddisfazione è constatare che ancora oggi molte puntate vengono mandate in onda a distanza di anni. Ci sono molte persone che ricordano ancora con affetto I Cavalli Marci a distanza dal loro scioglimento nel 2003 grazie anche al successo ottenuto in Ciro.

Oggi nel 2020 è ancora possibile veder nascere gruppi come quello dei Cavalli Marci?

Lo escludo. I Cavalli Marci nacquero dopo anni di studio e prove. Oggi non c’è più tempo per lavorare, approfondire, fare sacrifici. Ma soprattutto non c’è il tempo per attendere i risultati.

Sullo sfondo stanno prendendo forma progetti paralleli che le stanno regalando una seconda carriera.

Confermo. Sto elaborando un format online, presente sul mio sito web che conterrà contenuti video, canzoni, frammenti di parte della mia carriera e di altri grandi artisti che hanno ricoperto un ruolo significativo nel mio percorso professionale. Sarà una sorta di Netflix della musica e con contenuti a pagamento alternati ad altri gratuiti. Nei prossimi mesi ne saprete di più

Info e prenotazioni

Giovedì 30 luglio 2020 – Piazza delle Feste, ore 21

Biglietto: posto unico € 15,00 + € 2,00 d.p., ridotto € 13,00 + €2,00 d.p. Organizzazione: Videobox
Prevendite: HappyTicket, www.palcosulmarefestival.it , Disco Club (Via San Vincenzo 20R Genova)
Info: www.palcosulmarefestival.it 

Su Tomaso Torre

Giornalista pubblicista dal 2003, è fondatore e direttore responsabile di GOA Magazine. Appassionato di arte, cultura e spettacoli ha collaborato per anni con diverse testate locali occupandosi di cronaca ed attualità, sport e tempo libero. “Ho sempre coltivato il sogno di realizzare un prodotto editoriale dinamico e fluido che potesse rispondere alle esigenze informative di un pubblico sempre più competente ed avanguardista”.

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