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L’ERA DELLA SOPRAELEVATA GIUNTA AL TERMINE? GENOVESI DIVISI. IL DOCENTE GASTALDI: «CON ADEGUATI INTERVENTI PUÒ AVERE VITA LUNGA»
In occasione del lavori del tunnel subportuale si è riacceso il dibattito sul mantenimento o meno di una delle costruzioni simbolo dello skyline di Genova. L’architetto e docente di Urbanistica, Francesco Gastaldi, ci racconta la genesi e il suo valore, tra punti di forza e criticità
di Alessia Spinola
GENOVA – Sopraelevata si o sopraelevata no? Il mantenimento o meno di una delle arterie veicolari simbolo dello skyline di Genova è un tema che fa discutere da tempo e recentemente il dibattito si è riacceso in occasione dei lavori del tunner subportuale che andrebbe (forse) a sostituirla, dividendo nuovamente la città in due. È l’architetto Francesco Gastaldi, genovese e docente di Urbanistica all’Università IUAV di Venezia, a esprimere la sua opinione al riguardo e a ripercorrere la genesi dell’opera
Gastaldi afferma di essere favorevole al mantenimento della Sopraelevata, in quanto «è una grande invenzione, una macchina da cui ammirare la città con una vista incredibile in cui si vede tutto». Sicuramente l’architetto nota alcune problematiche della costruzione, ma secondo lui l’opera ormai fa parte della percezione che i genovesi hanno della città ed è dell’idea che «seppur un po’ vecchiotta, con gli adeguati lavori di manutenzione potrebbe avere vita lunga». Il docente si è inoltre definito un “nostalgico della Sopraelevata”, aggiungendo che «gli anni passano, la Sopraelevata c’è e ce la godiamo».
Ma facciamo un passo indietro e andiamo a scoprire la genesi dell’opera che più di tutte ha da sempre diviso i genovesi.
Francesco Gastaldi ci racconta che «tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta la diffusione della motorizzazione di massa e il notevole aumento del traffico veicolare urbano spingono la civica amministrazione a definire le prime ipotesi per una strada sopraelevata destinata al traffico di attraversamento e posta ad una quota più alta rispetto alla sede stradale esistente a ridosso dell’arco portuale storico».
Con l’insediamento nel febbraio 1961 della nuova giunta comunale presieduta dal sindaco Vittorio Pertusio, la costruzione della Sopraelevata costituisce una delle priorità dell’amministrazione comunale appena rinnovata e «il 31 marzo di quell’anno il consiglio comunale ratifica la decisione della giunta e decide l’affidamento della progettazione esecutiva e della costruzione alla Società C.M.F. (Società Costruzioni Metalliche Finsider)». Da sottolineare il fatto che la costruzione dell’opera era già in programma nell’ambito del Piano Regolatore Generale approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici nel 1959, nel cui documento la costruzione veniva definita come “strada a traffico veloce”.
Siamo dunque nell’epoca post-bellica, periodo di grande sviluppo per la città di Genova che si va a consolidare sempre di più come vertice del triangolo industriale nel Nord-Italia. La sopraelevata al tempo era considerata un’“opera di avanguardia” che permetteva alla città di stare al passo con i tempi e «fu inaugurata il 6 settembre 1965 dopo tre anni di lavori in cui non mancarono gravi difficoltà di natura tecnica e burocratica, sviluppandosi per circa cinque chilometri lungo l’intero arco portuale storico da San Benigno (a ponente) alla Foce (a levante), offrendo un collegamento efficace allo svincolo autostradale della Genova-Serravalle».
Gastaldi racconta che già nei primi anni Sessanta la città fu divisa in due tra chi voleva la struttura realizzata in cemento armato e chi in acciaio, sottolineando che però «non fu mai in discussione la necessità della realizzazione, tutti erano concordi sul fatto che l’opera venisse realizzata, non vennero nemmeno valutati i possibili impatti negativi dal punto di vista ambientale o estetico, si poneva solo l’alternativa se la nuova strada dovesse essere realizzata con struttura portante in acciaio o in cemento armato (anche di tipo precompresso)».
Oggi, come detto in precedenza, la presenza della Sopraelevata è messa in discussione dalla costruzione di un tunnel portuale che consentirebbe di alleggerire il traffico del centro città e riducendo l’inquinamento acustico e dell’aria prodotto dai veicoli che attualmente transitano lungo la Sopraelevata Aldo Moro. Si avvia dunque la parola “fine” per la Soprelevata di Genova dopo più di 50 anni di servizio? Questo è ancora incerto, ciò che è certo, dice Gastaldi, è che «attraverso di essa i genovesi hanno imparato a scoprire Genova, hanno imparato ad ammirarla nella sua ricchezza e nelle sue contraddizioni, attraverso la Sopraelevata hanno visto i cambiamenti e le trasformazioni, non sarà facile dimenticarla».
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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