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La grandezza dei paesaggi venezuelani nella retrospettiva di Di Munno
GENOVA – S’inaugura sabato 6 ottobre 2018 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la retrospettiva “Giovanni Di Munno: pintor de El Ávila” a cura di Mario Napoli. La mostra, patrocinata dall’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, Regione Liguria, Città Metropolitana di Genova, Comune di Monopoli e Fondazione Casa America, resterà aperta fino al 17 ottobre 2018 con orario 15:00 – 19:00 dal martedì al sabato.
A proposito dello stile di Giovanni Di Munno (1919 – 1993), secondo il testo critico di Flavia Motolese si potrebbero utilizzare le stesse parole con cui Diego Martelli, il critico che sosteneva i Macchiaioli, descrisse il fare pittorico di De Nittis “una fattura finitissima e al contempo delicata”. Se c’è un aspetto, infatti, che risalta nelle opere di Di Munno è la capacità disegnativa intessuta nei valori cromatici e luministici.
Il suo predominante interesse per il paesaggio, derivante da quella tradizione pittorica pugliese del Novecento assimilata dai suoi maestri a Monopoli, gli permette di affermarsi, in breve tempo, come uno degli interpreti più rilevanti della scena artistica venezuelana negli anni ’70. Fondamentale è l’incontro e la frequentazione degli esponenti della “Escuela de Caracas” che lo convince a proseguire nella sua ricerca artistica, portando a compimento il percorso intrapreso nella terra natia.
La grandezza e la magnificenza dei paesaggi naturali del Venezuela lo ispirano, diventando il soggetto principale dei suoi lavori: la luce e gli intensi colori sudamericani dominano le sue composizioni restituendo alle figure una forte evidenza plastica. In particolare la luce, divenuta costruttiva, delinea le forme e scandisce lo spazio cristallizzando in un’atmosfera di quieta immobilità scorci urbani e panorami iconici. Particolarmente suggestiva è la capacità di tradurre l’effetto atmosferico attraverso quella luce polverosa e diffusa che caratterizza molte delle sue ambientazioni.
La tendenza dell’artista alla semplificazione delle strutture emerge negli effetti di sintesi ottenuti con stesure ampie ed omogenee o in quelli chiaroscurali che accentuano la profondità spaziale. Ammantato da un’ancestrale monumentalità il monte Ávila ricorre sovente come soggetto emblema in cui Di Munno sembra scorgere il legame dell’uomo con la terra intesa come luogo d’origine che identifica la vita, ma soprattutto come elemento simbolico, dotato di una propria valenza spirituale.
Le sue opere di intonazione verista non mancano di trattare scene di vita quotidiana e contadina o la ritrattistica, che sorprende per la capacità introspettiva dell’autore e la severa espressività. Di Munno dimostra, a prescindere dal soggetto, una consapevolezza che travalica il mezzo pittorico e lo rende interprete della realtà di rara sincerità evocativa.
c.s.
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