Il “lockdown dei boschi” per la peste suina, Barbieri (Confesercenti): «Ristori per le attività dell’entroterra messe in ginocchio»

Di il 17 Gennaio 2022


GENOVA – L’ordinanza del ministero della Salute che dispone il lockdown nei boschi di 114 comuni a cavallo tra Liguria e Piemonte per i prossimi sei mesi, fino a luglio, rappresenta un altro duro colpo alle attività economiche legate ai percorsi-natura, dalle strutture ricettive ai ristoranti.


«Una misura – riflette Paolo Barbieri, direttore di Confesercenti Genova – che va ad impattare pesantemente su territori messi a dura prova dai precedenti lockdown per l’epidemia di Covid-19, perché le zone rurali, più di altre, già dovevano fare i conti con un giro d’affari limitato e ridotto a pochi giorni nell’arco dell’anno. Servono dunque ristori consistenti e immediati, se non vogliamo veder scomparire decine e decine di attività del nostro entroterra già interessato da un processo di progressivo spopolamento».

Significativa la situazione dell’Ostaia de Baracche, storico ristorante che si affaccia sui sentieri dei Forti, poco sopra il parco del Peralto: «Noi siamo autorizzati a rimanere aperti e le persone possono raggiungerci percorrendo il sentiero che inizia dal parcheggio sotto forte Sperone, ma poi non possono proseguire oltre – spiega la titolare, Vincenza Rocco -. Il punto però è che non esiste alcuna segnalazione all’inizio del sentiero e molti, non conoscendo la situazione, si infastidiscono quando riferiamo loro dell’obbligo di tornare indietro».


«Ci ritroviamo nella posizione scomoda di passare per sceriffi quando, in realtà, cerchiamo solo di fare quello che ci hanno detto i carabinieri, non più tardi di stamattina. Rimane il fatto – conclude Rocco – che non dovrebbe competere a noi la segnalazione dei percorsi consentiti e di quelli vietati e che, comunque, questo lockdown generalizzato finirà col privarci di una grossa parte della clientela, vale a dire di tutti coloro che erano soliti abbinare il pranzo ad una gita fuori porta».

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