“Gli anni Venti. L’età dell’incertezza”: la nuova mostra a Palazzo Ducale

Di il 2 Agosto 2019

GENOVA – Palazzo Ducale presenta dal 5 ottobre 2019 all’1 marzo 2020 la mostra “Anni Venti in Italia. L’età dell’incertezza”.

Un percorso che si snoda attraverso le sale dell’Appartamento del Doge con circa 100 opere e intende proporre un’indagine affascinante, mirata sulla complessità storico-politica-sociale e culturale del decennio e sull’impatto che i suoi precipui caratteri esercitarono sulle ricerche estetiche del tempo, in particolare sulla produzione pittorica e plastica.

Gli anni venti rappresentarono, infatti, una cruciale fase di passaggio tra il trauma della Grande Guerra – che comportò, tra l’altro, il crollo delle certezze e dell’ottimismo che avevano pervaso il primo decennio del nuovo secolo – e la crisi mondiale del decennio successivo. Crisi che, annunciata dal crollo di Wall Street dell’ottobre 1929 e seguita dalla progressiva affermazione sullo scacchiere internazionale di regimi dittatoriali, si concluse con un nuovo ancor più tragico conflitto.

In Italia il turbolento clima del dopoguerra favorì l’ascesa al potere del fascismo, un movimento e presto partito ultranazionalista e aggressivo, che, chiamato al governo dalla Corona con la promessa di restaurare l’ordine, imboccò a metà del decennio una deriva dittatoriale col sostegno di una vasta alleanza di forze conservatrici e l’appoggio dei centri finanziari e imprenditoriali. La lunga ombra della guerra, la travagliata transizione a un’economia di pace in un quadro internazionale di grande instabilità, il passaggio da una stagione di rivendicazioni sociali e di primi esperimenti di partecipazione politica di massa a una svolta autoritaria, l’influenza dell’esperienza rivoluzionaria di Fiume a livello sia politico sia di costume, le spinte ai cambiamenti culturali e nei rapporti di genere ereditate dalla Belle Époque: tutto contribuì al diffondersi di un forte senso di incertezza individuale e collettiva.

A questa complessità di eventi corrispose, nel campo delle arti figurative, un’ampia varietà di declinazioni linguistiche che rappresentarono il termometro di un’epoca convulsa.

Nonostante la storiografia abbia spesso messo in rilievo il carattere ruggente e sfavillante di tale decennio, gli anni Venti si presentano come un’epoca caratterizzata da una generale sensazione di inquietudine che, in campo pittorico, trovò riscontro in una vasta gamma di enigmatiche rappresentazioni di attesa, ma che alimentò pure – nell’aspirazione a una fuga verso l’altrove – l’esplorazione di universi spirituali, irrazionali e onirici, l’evasione verso dimensioni edonistiche e l’aspirazione a un ritorno al passato, condensata nella celebre definizione di “ritorno all’ordine”.

L’esposizione, nell’illustrare questa complessa situazione culturale, si articola in nove sezioni: Prologo, Preludio, Attese, L’uomo della folla, Le suggestioni dell’irrazionale, La reificazione dell’individuo, Evasioni, Identità e differenze, Il Deco in scena

Artisti in mostra

Libero Andreotti, Baccio Maria Bacci, Eugenio Baroni, Ettore Beraldini, Pompeo Borra, Anselmo Bucci, Cagnaccio di San Pietro, Sexto Canegallo, Carlo Carrà, Felice Carena, Felice Casorati, Gisberto Ceracchini, Galileo Chini, Alimondo Ciampi, Primo Conti, Giorgio de Chirico, Giovanni Battista Costantini, Fortunato Depero, Nicolaj Diulgheroff, Antonio Donghi, Leonardo Dudreville, Ferruccio Ferrazzi, Fillia, Giacinto Fuga, Achille Funi, Tullio Garbari, Cornelio Geranzani, Giandante X, Giovanni Grande, Domenico Guerello, Virgilio Guidi, Carlo Levi, Gian Emilio Malerba, Alberto Martini, Arturo Martini, Pietro Marussig, Francesco Messina, Domingo Motta, Ubaldo Oppi, Lia Pasqualino Noto, Fausto Pirandello, Carlo Potente, Enrico Prampolini, Ram, Domenico Rambelli, Pippo Rizzo, Ottone Rosai, Mino Rosso, Oscar Saccorotti, Antonio G. Santagata, Alberto Savinio, Gregorio Sciltian, Scipione, Gino Severini, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Pierangelo Stefani, Ernesto Thayaht, Mario Tozzi, Sandro Vacchetti, Lorenzo Viani, Adolfo Wildt, Dario Wolf, Giuseppe Zancolli.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo, edito da Sagep, Genova,

con testi dei curatori e di Fabio Benzi, Teresa Bertilotti, Andrea

Cortellessa, Patrizia Dogliani, Ferdinando Fasce.

C.S.

Su Redazione

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