- Il Museo d’Arte Orientale Chiossone celebra Ligustro, in mostra le stampe giapponesi dell’artista ligure
- “Laser & Sound Show”: luci e colori accendono il Porto Antico per le festività
- Premio Ubu 2025, Teatro Akropolis si riconferma vincitore con un film su Carmelo Bene
- Genova per San Francesco 2026: un percorso tra musica, arte e memoria spirituale
- “Nuova Fiera Primavera” torna a Genova a marzo 2026: tutti gli appuntamenti al Padiglione Blu
- App “Musei di Genova”: lanciata la nuova piattaforma digitale per residenti e turisti
- “La Storia in Piazza” torna al Ducale: la XV edizione dedicata a “Naturale e innaturale nella storia”
FUORI IL NUOVO ALBUM DELLA GENOVESE CHIARA ATZENI “ESODO”: «VOGLIO SUPERARE IL DOLORE SENZA DIMENTICARE»
La giovane cantautrice racconta nel disco uscito oggi su tutte le piattaforme digitali la storia dei suoi nonni sullo sfondo dell’esodo giuliano dalmata in un viaggio attraverso le radici e la memoria familiare
di Alessia Spinola
GENOVA – Può la musica essere un mezzo per dar voce a una vicenda rimasta nell’ombra della storia? La risposta è si e lo dimostra Chiara Atzeni, cantautrice genovese il cui ultimo album “Esodo” è uscito oggi, venerdì 29 marzo, su tutte le piattaforme digitali.
Anticipato dal singolo “Dove sei”, “Esodo” è un concept album che trae ispirazione dalla storia dell’esodo giuliano dalmata per svilupparsi poi in un racconto introspettivo di più ampio respiro, incentrato sulle tematiche del non ritorno, dell’abbandono e della ricerca delle proprie radici. Il disco uscito oggi rappresenta l’evoluzione in musica dell’omonimo libro di Chiara Atzeni, in cui si narra una storia d’amore sullo sfondo delle travagliate vicende che travolsero l’Istria, il Quarnaro, Fiume e Zara quando passarono dall’Italia alla Jugoslavia. Sono le stesse vicende che costrinsero la famiglia della cantautrice ad abbandonare la propria terra, le proprie case, il senso stesso della propria vita.
Goa Magazine ha intervistato Chiara Atzeni. Di seguito un racconto intimo e personale, che viaggia tra ricordi passati e sogni futuri, ma con un obiettivo ben in mente: rendere la sua musica un mezzo tramite il quale la gente possa rispecchiare il suo dolore e ritrovarsi.
In che contesto nasce l’album “Esodo”?
Nasce sicuramente dalla mia storia familiare e dalla volontà di far conoscere questa storia che per tanti anni è stata un po’ omessa. Adesso invece se ne parla molto di più o lo si fa anche in termini controversi, nel senso che a volte viene anche un po’ strumentalizzata. La mia volontà è proprio quella di raccontare i sentimenti e le emozioni che stanno dietro a questa vicenda, non è un racconto storico.
Ad aprire l’album è la title-track “Esodo”, nel cui testo si può leggere: “in una valigia troppo piccola chiusi la mia storia”. Qual è la storia dei suoi nonni, a cui è dedicato il brano?
La persona che parla nel brano è la mia nonna materna e nel testo io racconto la storia di tutti e due i miei nonni. Mia nonna viveva sulle isole del Quarnaro, mentre mio nonno era un militare italiano che si era ritrovato lì a fare la guerra. Si sono quindi conosciuti in quell’occasione ma poi si sono lasciati perchè mio nonno è dovuto scappare. Dopo anni, mia nonna è venuta in Italia con l’esodo nel ’49 e si sono ritrovati dopo 5 anni qua a Genova. La stessa storia l’ho raccontata anche nell’omonimo libro uscito oggi insieme al disco.
Il 10 febbraio è il “Giorno del ricordo”, in memoria delle vittime dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra. Cosa le ha raccontato la sua famiglia di quel periodo? Qual è stata la loro esperienza?
Nella mia famiglia si parlava poco di questa storia perché aveva stravolto talmente tanto la vita che non se ne raccontava in modo esplicito, ma in modo implicito. Ho vissuto questa storia in quanto naturalmente era dentro la quotidianità. Se ne parlava ma i miei nonni non amavano farlo perché evidentemente era troppo doloroso.
La sua è una scrittura intima e introspettiva, è forse un modo per andare alla ricerca delle sue radici?
Sicuramente gli eventi che hanno interessato la mia famiglia due generazioni prima si ripercuoto ancora adesso, anche in maniera inconscia. È come rielaborare un lutto, un vissuto che è stato quasi cancellato per due generazioni perché non c’era il coraggio di affrontarlo e ora ho il distacco necessario per affrontare questa storia.
Che sogni ha per questo nuovo album?
Per me è già stata una soddisfazione quando ho pubblicato il singolo “Esodo” tre anni fa: mi hanno contattata tante persone, come figli e nipoti di esuli, e mi piace che tanta gente si possa rispecchiare in questa storia e riconoscere il loro dolore e le loro emozioni.
Qual è il messaggio principale che vuole trasmettere con “Esodo”?
In “Esodo” ci sono tanti messaggi, non solo uno. Quello dell’esodo probabilmente è il principale perché è quello che ha dato il motore al progetto, ma c’è anche la voglia di andare avanti, di superare il dolore e lasciare da parte i rancori, senza però mai dimenticare. Nel disco in realtà non parlo solo dell’esodo, ma è stata la scintilla che ha fatto scattare tutto. Tutte le tematiche all’interno sono legate alla nostalgia e al non ritorno: questo disco è quello che rimane dell’esodo.
Quante cose sono cambiate dal suo esordio ad oggi?
Io ho avuto una carriera altalenante ma sicuramente ora io ho più a fuoco i miei obiettivi e quello che per me è la musica, ovvero la mia professione, in quanto insegno chitarra classica al liceo. Il fatto di non dover vivere con le mie canzoni mi rende più libera di espirmermi come voglio e oggi mi sento più consapevole e matura.
Qual è il ricordo più bello che ha della sua carriera musicale?
Proprio l’uscita di “Esodo”, perché ho visto l’utilità della musica e come trasformare qualcosa di negativo in arte possa aiutare anche le altre persone ad essere riconosciute. Mi ha dato molta soddisfazione e mi ha fatto venire in mente quello che diceva De Andé, ovvero che le canzoni sono come dei vagoni dove tu carichi delle parole e in questo modo riescono a viaggiare.
Pensa che il panorama musicale genovese sia favorevole per i giovani cantanti esordienti?
Il panorama italiano in generale non è molto favorevole, ma non per gli esordienti in generale, per il cantautorato. Genova è un ambiente molto chiuso ed è difficile trovare locali in cui suonare perché i gestori preferiscono ospitare magari band che fanno cover piuttosto che un artista che richiede un ascolto più attento.
Qual è la fiamma che alimenta la sua musica? Qual è il segreto per mantenerla sempre accesa anche di fronte agli ostacoli?
Per me fare musica è sempre stato un bisogno, soprattutto lo scrivere. Io lo sento quindi come tale, non ho il desiderio di diventare famosa, ed è proprio questo bisogno che mi muove.
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
Ultime Notizie
-
Logos vs Caos a Teatro Eleonora Duse : Spregelburd e il ribaltamento del mito di Cassandra.
di Francesca Lituania Genova – Dal 17 al 19 dicembre,...
- Pubblicato a Dicembre 18, 2025
- 0
-
Piazza Portoria ricorda Gianni Di Benedetto: giardini intitolati all’avvocato genovese
GENOVA – Un intervento di toponomastica urbana restituisce alla città...
- Pubblicato a Dicembre 18, 2025
- 0
-
L’arte dell’Ottocento genovese in mostra: doppia inaugurazione a Nervi
GENOVA- Due mostre e un unico filo conduttore: raccontare l’arte...
- Pubblicato a Dicembre 18, 2025
- 0
-
“ALTRAONDA FESTIVAL” ANNUNCIA UN ALTRO NOME CALDO: EMMA LIVE SUL PALCO DEL PORTO ANTICO
La cantautrice porterà a Genova una tappa del Live Tour...
- Pubblicato a Dicembre 18, 2025
- 0
-
VAN DYCK A PALAZZO DUCALE: NEL 2026 LA MOSTRA SUL GENIO FIAMMINGO
Un percorso internazionale con 58 opere provenienti dai principali musei...
- Pubblicato a Dicembre 18, 2025
- 0
-
Boléro-Ravel: al Carlo Felice lo spettacolo che celebra i 150 anni del compositore francese
GENOVA – Il Teatro Carlo Felice celebra i 150 anni...
- Pubblicato a Dicembre 18, 2025
- 0
-
“Yoga per il solstizio d’Inverno”, a Castello D’Albertis una giornata che unisce meditazione e cultura
GENOVA – Il Castello D’Albertis Museo delle Culture del Mondo apre le...
- Pubblicato a Dicembre 18, 2025
- 0
-
METROPOLITANA: SBLOCCATO IL PROLUNGAMENTO DELLE NUOVE LINEE, CANTIERI PRONTI A RIPARTIRE DAL 2026
Dopo mesi di stallo si è conclusa l’intesa tra...
- 17 Dicembre 2025
- 0
-
LE PIAZZE DEL CENTRO STORICO CAMBIANO PELLE: NASCONO NUOVI SPAZI PUBBLICI TRA SPORT E CULTURA. ECCO DOVE
Piazza delle Marinelle, piazza delle Monachette e piazza Tenedo...
- 16 Dicembre 2025
- 0
-
“Dritto & Rovescio”: a Nervi la consegna dei capi solidali di 50&Più Genova
GENOVA – Torna anche quest’anno a Nervi “Dritto &...
- 16 Dicembre 2025
- 0
-
Euroflora, parte il countdown: sabato fiorisce la fontana di piazza De Ferrari
GENOVA – La Superba si prepara alle giornate di...
- 6 Aprile 2018
- 3
-
IL FUOCO IN UNA STANZA, IL COLLETTIVO “INTIMO MA NON MATURO” DEGLI ZEN CIRCUS
Comincia da Genova l’instore tour degli Zen Circus, che...
- 5 Marzo 2018
- 3
-
“WATERFRONT DI LEVANTE”: IL REGALO DI RENZO PIANO A GENOVA
Renzo Piano ha donato oggi il progetto “Waterfront di...
- 31 Ottobre 2017
- 3














Devi essere loggato per postare un commento Accedi