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EUGENIO CARMI, UN ARTISTA IN FABBRICA
Inaugurata nella Loggia degli Abati di Palazzo Ducale un’ampia antologica che guarda al rapporto fra arte e industria a Genova
di Chiara Gaddi
«C’è una vulgata per cui i pittori astratti non sanno disegnare. In realtà Eugenio Carmi non ha mai abbandonato l’aspetto figurativo, ma ha sempre avvertito come suggestione il paesaggio. Noi amici avevamo qualche esitazione di fronte ai suoi quadri fatti di figure euclidee e piani colorati che s’intersecano. Ma a rivederli esposti qui, mi appaiono tutti diversi, come le bottiglie di Morandi.» Così esordisce Umberto Eco all’inaugurazione della mostra “Speed Limit 40”, retrospettiva dedicata ad Eugenio Carmi, inaugurata nei giorni scorsi a Palazzo Ducale e visitabile fino al 17 maggio. Pittore, grafico, “fabbricante d’immagini”, come ama autodefinirsi, «Carmi è un innovatore che ha saputo esercitare un ruolo trainante di catalizzatore di talenti», spiega Nicoletta Pallini, curatrice dell’esposizione insieme a Sara Villa.
La mostra raccoglie un centinaio di opere che testimoniano la ricerca pittorica dal 1946 ai giorni nostri. «Partendo dalla prima fase figurativa arriva alle sperimentazioni sulle latte smaltate, passando per la ricerca sull’informale, la geometria euclidea e i segnali anti infortunistici creati per l’Italsider.», prosegue la Pallini. Nelle opere giovanili che aprono la mostra, “Genova, centro storico”, “Autoritratto” e “Ritratto di Kiki”, è evidente nel tratto morbido ed elegante la lezione di Felice Casorati, di cui fu allievo a Torino fino all’inizio degli anni Cinquanta, quando avviene il passaggio dal figurativo all’informale. Fortemente legato alla sua città, nel 1956 accetta l’incarico di direttore artistico della Cornigliano-Italsider, seguendo il concetto per cui l’artista non è un mero contemplatore o un romantico disegnatore di paesaggi, ma è parte attiva del cambiamento e la convinzione che un’industria può produrre, oltre che beni, anche civiltà. «Questa retrospettiva è un atto dovuto a un artista che ha un legame profondo con la sua città – spiega Luca Borzani, presidente della Fondazione Cultura di Palazzo Ducale – ed è una straordinaria utopia che ruota intorno al rapporto tra arte e industria.»
“Speed Limit 40” non è quindi soltanto l’omaggio a un grande artista, ma un’occasione per rispolverare le pagine della storia di Genova del dopoguerra, fatta anche di rinnovamento e di fermenti culturali. A riconoscimento della poliedrica attività di Carmi e del permanente legame con le radici genovesi e con la storia industriale della città, è stata conferita all’artista dal sindaco Marco Doria la Medaglia Città di Genova.
La mostra, a ingresso libero, resterà aperta nella Loggia degli Abati fino al 17 maggio e sarà visitabile dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 19.
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