Emancipazione sociale alla Biblioteca Universitaria di Genova con la mostra “La Commune de Paris 1871”

Di il 8 Marzo 2023

GENOVA – La Biblioteca Universitaria di Genova sarà teatro dell’emancipazione sociale con la mostra originale “La Commune de Paris 1871” da giovedì 9 a lunedì 20 marzo. L’esposizione è stata curata dalla più antica associazione operaria ancora esistente fondata nel 1882: “Les Amies et amis de la Commune de Paris”.

Nella giornata di inaugurazione la mostra sarà raccontata da Nicoletta del Vecchio (GenovaSolidale) e vedrà gli interventi di Ivano Bosco (Segretario SPI – CGIL Genova – Liguria) e Federico del Marro (Centro di documentazione “Logos”). Durante la presentazione verranno anche effettuate delle letture di Fabio Contu con l’accompagnamento musicale di Luce Tondi (voce) e Stefano Mosto (chitarra).

La Comune fu una forma politica assolutamente inedita, adatta ad essere l’involucro dell’emancipazione sociale. Diede vita a un governo costituito essenzialmente da lavoratori, basato sui principi della eleggibilità, revocabilità e responsabilità davanti al popolo di tutti i suoi organi politici, giudiziari e amministrativi: tutti retribuiti con salari operai. La Comune non era un corpo parlamentare, ma un corpo di lavoro esecutivo e legislativo al tempo stesso. Stabilì l’espropriazione delle grandi proprietà capitalistiche, sostituì l’esercito permanente con il popolo in armi. Decretò la separazione della Chiesa dallo stato e la creazione della scuola laica. Stabilì la libertà più completa di parlare, di scrivere, di riunirsi, di associarsi. La comune dichiarò che la sua bandiera è quella della Repubblica Universale e quindi fece degli stranieri dei cittadini alla pari. Stabilì la partecipazione delle donne nei club e nelle sezioni dell’internazionale, di cui spesso presiedono le sedute. La parità dei salari uomini – donne, la scolarizzazione femminile, la creazione di asili nido, la parificazione tra figli naturali e figli legittimi, l’uguaglianza dei diritti dentro e fuori dal matrimonio. Stabilì anche delle misure per cui la cultura non doveva essere una merce per l’elite, ma a disposizione di tutti.  Promosse norme per i servizi pubblici funzionali come l’assistenza sanitaria pubblica e gratuita.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

CS.

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