Debutto di successo per la mostra di Giovanni Cerri “L’Italia che partiva”, in programma fino al 14 aprile

Di il 22 Marzo 2024

GENOVA – È stata inaugurata la scorsa settimana con grande successo di pubblico la mostra di Giovanni Cerri “L’Italia che partiva. Via mare verso l’America”, in programma fino al 14 aprile al Galata Museo del Mare di Genova e curata da Barbara Vincenzi.

Dopo i saluti di Anna Dentoni, Segretario Generale Promotori Musei del Mare, che ha sottolineato come il Galata Museo del Mare abbia da subito abbracciato la proposta di una mostra così importante per la storia italiana e in particolare per la città di Genova, e le parole di Giovanni Cerri che ha raccontato la genesi della mostra, Barbara Vincenzi ha precisato: “La mostra è stata pensata e costruita insieme all’artista oltre un anno fa. Giovanni Cerri ci racconta uno dei maggiori flussi immigratori dell’Italia post-unitaria, concentrandosi in particolare sulla storia della Liguria e di Genova, dal cui porto, tra fine ‘800 e inizi ‘900, partirono milioni di persone per raggiungere l’America. Una storia dimenticata, colma di tormento e di interi nuclei familiari sradicati dalle proprie origini, dalla propria terra, dalle proprie tradizioni. Una storia per molti versi drammatica, che costrinse uomini, donne e bambini a intraprendere viaggi lunghissimi in condizione a volte inimmaginabili verso quell’America che li avrebbe accolti nella speranza di un futuro migliore, ma non senza diffidenza e ripugnanza. Tutto questo mondo di emozioni antitetiche che si fondono nella speranza, nel dolore e nella paura, sono testimoniate nelle opere di Cerri e rimandano a un fenomeno analogo che vediamo da anni accadere sotto i nostri occhi, con gli sbarchi sulle coste italiane di centinaia di migliaia di persone che, come i nostri avi, cercano di darsi una muova chance anche a rischio della vita”

L’intera narrazione visiva, volutamente in bianco e nero da Cerri come se fosse essa stessa documento storico, esplora la memoria collettiva di un’epoca caratterizzata da profonde trasformazioni sociali e culturali, e guarda alla storia di migliaia di esseri umani che si imbarcarono ben consapevoli che molti di loro non sarebbero mai più tornati in patria; uomini, donne e bambini che  intrapresero viaggi su navi a vela o piroscafi che duravano dalle tre alle cinque settimane, resi ancora più faticosi dal sovraffollamento e dalle condizioni igienico-sanitarie dei locali dove erano costretti a trascorrere l’intera traversata.

Dei dipinti presenti al Galata Museo del Mare uno solo è a colori, “Il viaggio”. Un’opera di grandi dimensioni, esposto senza telaio come fosse una vela di una nave, quasi astratto, che attraverso macchie di colore, colature e linee casuali, simboleggia l’incertezza e il non definito, lasciando al visitatore la più completa libertà di riflessione sul significato del viaggio e dell’importanza di tutte quelle storie individuali e collettive che hanno contribuito a comporre, oggi, il tessuto della nostra identità nazionale.

L’esposizione rende infine omaggio anche a tre figure emblematiche legate all’emigrazione italiana: Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, i due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti che nel 1927 furono condannati alla sedia elettrica per duplice omicidio, per poi venire assolti cinquant’anni dopo dal Governatore Michael Dukakis, e George Moscone, il sindaco di San Francisco di origini liguri progressista e difensore dei diritti civili ucciso nel 1978 insieme all’attivista Harvey Milk da un ex consigliere comunale.

La mostra, che presenta in catalogo un’introduzione di Matteo Collura, è stata resa possibile dalla collaborazione con il Museo Italo Americano di San Francisco e dal fondamentale sostegno di Valla Morrison & Schachne Inc. PCMediafilmOfficine Mara, ARAG e Axa e Gec &co intermediazioni assicurative.

CS.

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