CORONAVIRUS, TOTI: «CON RISPETTO DELLE REGOLE LIGURIA PRESTO IN ZONA GIALLA O BIANCA»

Di il 18 Gennaio 2021
Toti

Il presidente della Regione auspica un pronto ritorno nelle fasce di rischio più basse. Ancora chiuse le scuole superiori per tenere sotto controllo l’indice RT, procede secondo la tabella di marcia la campagna vaccinale

GENOVA – A partire da ieri, domenica 17 gennaio, la Liguria è entrata nella zona arancione, dove resterà almeno fino a domenica 31. Dopo l’inasprimento delle regole è divenuto ufficiale il passaggio alla fascia di rischio intermedia, come in molte altre regioni d’Italia.

Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha fatto il punto sull’emergenza sanitaria. «In base al nuovo Dpcm, per i valori RT registrati la Liguria sarà zona arancione sino al 31 gennaio, come molte altre regioni italiane. Mi auguro che con i comportamenti corretti di tutti e l’aumento delle vaccinazioni (soprattutto per le fasce più a rischio) il 29 si possa tornare in fascia gialla e, perché no, nelle settimane a venire si arrivi in fascia bianca».

Prosegue la didattica a distanza nelle scuole superiori liguri

Restano chiuse le scuole superiori, come stabilito da un’ordinanza regionale. Una decisione presa per non aggravare la situazione sanitaria e tornare al più presto all’interno della zona gialla. Giovanni Toti ha proseguito il suo intervento motivando la scelta. «Riteniamo che sia incoerente aprire le scuole nel momento in cui chiudiamo i bar per evitare assembramenti davanti ai locali. Non sono un epidemiologo, ma sono convinto che se per una settimana usiamo ancora qualche cautela in più non facciamo male. Un’apertura al 50 o addirittura al 75 per cento inciderebbe su RT regionale e comporterebbe prolungamento della permanenza in zona arancione oltre fine gennaio. È stato prudente tenere le scuole chiuse nella settimana passata, non sarebbe logico riaprirle ora che il rischio è aumentato. Quindi proroghiamo la didattica a distanza di una settimana in attesa che i dati possano confortarci. Ci riserviamo di capire se cambia qualcosa la prossima, ma non lo ritengo probabile. L’obiettivo è riallineare la didattica in presenza alla nuova valutazione della cabina di regia tra 14 giorni. Bisogna ringraziare i ragazzi che stanno sopportando grandi disagi per una malattia che li colpisce poco».

Prosegue la campagna vaccinale regionale

Non si ferma la campagna vaccinale in Liguria. Nonostante la riduzione delle dosi destinate all’Italia da parte di Pfizer, la Regione ha un numero sufficiente di scorte per seguire la tabella di marcia. «A oggi abbiamo ricevuto 56mila dosi di vaccino Pfizer, nelle prossime due settimane ne arriveranno altre 41mila – ha detto Barbara Rebesco, direttore della struttura complessa Politiche del farmaco di Alisa e referente regionale per la logistica del vaccino -. A partire dal 18 cominceremo con la somministrazione della seconda dose, in linea con la pianificazione fatta all’inizio della campagna vaccinale. Intorno al 25 è calendarizzata la consegna delle prime 1700 dosi del vaccino Moderna. Abbiamo saputo che in altre regioni si sono verificati problemi di furti e di utilizzo non appropriato delle quote di vaccini non utilizzate e destinate allo smaltimento. Abbiamo dunque lavorato per implementare ulteriormente le misure di sicurezza già in essere. Pfizer ha aggiornato la scheda tecnica del suo vaccino: nella prima versione non era prevista la somministrazione a donne in gravidanza, oggi non è esclusa, naturalmente dietro valutazione del medico».

«Il Commissario Arcuri ha comunicato ufficialmente ai presidenti di regione che Pfizer ridurrà le dosi per l’Italia di quasi il 30 per cento – ha concluso Toti -. Ci associamo alle sue proteste, perché è davvero poco serio che un’azienda così importante, che ha in mano uno strumento essenziale per la lotta al Covid, non rispetti i patti per le consegne. Se non fossimo stati prudenti a fare scorta, come del resto chiedeva lo stesso Arcuri, rischieremmo di rimanere senza vaccini per le seconde dosi. Ciò non accadrà in Liguria perché ad oggi abbiamo utilizzato, per la precisione, il 69 per cento dei vaccini a nostra disposizione».

C.S.

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