“Buio a mezzogiorno” in anteprima nazionale alla Tosse

Di il 4 Marzo 2016

di Alessandra Arpi

Debutta in PRIMA NAZIONALE l’8 marzo, ore 20.30 _BUIO A MEZZOGIORNO_ la nuova produzione del Teatro della Tosse in collaborazione con il Teatro Cargo.

Lo spettacolo, tratto dal romanzo di Arthur Koestler con la regia Laura Sicignano resterà in scena sino al 20 marzo.

Buio a mezzogiorno è uno spettacolo sul tema dei totalitarismi, della rivoluzione, della manipolazione delle masse, della strumentalizzazione degli ideali, della guerra come strumento di liberazione, sul capro espiatorio sociale, sui meccanismi del potere.

Come può un uomo arrivare ad uccidere, farsi uccidere, tradire,

distruggere, in nome della salvezza dell’umanità?

Il fine giustifica i mezzi.

Lo spettacolo è tratto dal famoso romanzo dello scrittore ungherese Arthur Koestler, e racconta la detenzione dei nemici o presunti tali del partito guidato da Numero 1, un chiaro riferimento al partito comunista nella Russia stalinista degli anni trenta.

Protagonista della vicenda è Rubasciov, importante membro del partito, che nel corso degli anni ha portato a termine diversi incarichi fuori dai confini nazionali. Accusato ingiustamente di essere oppositore della politica del regime, viene arrestato e condotto in carcere.

_Buio a mezzogiorno_ inizia così, con l’incarcerazione del protagonista in una prigione russa, una piccola cella spartana in cui le guardie lo spiano costantemente per studiare ogni singolo gesto, accrescendo il suo senso di disagio, e insicurezza.
La sensazione di paura aumenta durante gli interrogatori portati avanti da Gletkin, simbolo del totalitarismo di regime, che depone una cieca e acritica fiducia nel sistema.

Un confronto impietoso che evidenzia tutta la frustrazione di un uomo dinnanzi al suo personale fallimento.

Uno spettacolo che si focalizza sull’intenzione stalinista (e totalitarista in genere) di cancellare il privato, l’Io, a favore dell’Idea, del Noi.< Fino alle estreme conseguenze. Questo estremismo,questa devozione all’Idea Rivoluzionaria è qualcosa che oggi, nel nostro Primo Mondo, in un tempo effimero e individualistico, in un tempo del virtuale e del relativo, mi appare di grandezza mitologica e meravigliosa, pur nella catastrofe che ne conseguì. Rubasciov nella sua cella avrà modo di ricordare il passato, gli episodi cruciali della sua esistenza e militanza all’interno del partito e trarre così un amarissimo e personale bilancio.

LAURA SICIGNANO DIRIGE UN CAST TUTTO AL MASCHILE, con ALDO OTTOBRINO, che dà voce ai tormenti di Rubasciov, tormentato protagonista di questa terribile vicenda. GIANMARIA MARTINI è invece Gletkin, il granitico funzionario fedelissimo di Numero 1 e simbolo della cieca dottrina del partito.

PIETRO FABBRI interpreta Ivanov, un tempo amico di Rubasciov ma ora suo carceriere, il ruolo di Riccardo giovane dissidente anti regime è affidato a MATTEO SINTUCCI, impegnato anche nel doppio ruolo dell’accusatore di Rubasciov, mentre Nano Loewy, un tedesco a capo di un gruppo di lavoratori portuali è interpretato da MASSIMILIANO

CARETTA.

La scena, una prigione russa degli anni trenta con quattro enormi cancelli di ferro battuto, che delimitano lo spazio scenico, è firmata da EMANUELE CONTE.

Le musiche originali dello spettacolo sono state scritte dal musicista EDMONDO ROMANO, e accompagnano le varie fasi del tormento di Rubasciov.

I costumi sono di FRANCESCA MARSELLA e sono stati realizzati dalla sartoria del Teatro della Tosse.

“Buio a mezzogiorno di Arthur Koestler è un romanzo, notissimo alla generazione del dopoguerra, ancora di potente attualità – spiega Laura Siringano, regista- è il ritratto di un’epoca leggendaria e feroce, il periodo più cupo dello stalinismo; ma è anche il ritratto di un uomo, Rubasciov, che, dopo aver speso tutta la propria vita in lotta per l’ideale magnifico della

salvezza dell’umanità attraverso la Rivoluzione, si trova a fare i conti con il fallimento. Fallimento della Grande Idea. Voglio realizzare uno spettacolo sui grandi interrogativi del potere in rapporto all’individuo. Uno spettacolo tutto al maschile, con

interpreti di potente intensità espressiva, in uno spazio astratto, visionario, animato da suoni e immagini che dialogano con il testo, dove si consuma l’ultimo atto di un martire silenzioso, sconfitto, ma titanico.

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Biglietti:

PRODUZIONE TEATRO DELLA TOSSE € 14

GIOVANI FINO A 28 LA SERA DELLA PRIMA € 10

SCUOLE € 8

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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