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Bentornato vecchio cinema. Le piccole sale tornano protagoniste nel periodo delle Festività
GENOVA – A guardarla da un’altra prospettiva la riapertura del cinema San Pietro di Quinto – avvenuta nei giorni scorsi grazie ad una petizione di un gruppo di cittadini – è soltanto l’ultimo esempio di un’inversione di tendenza già in atto da tempo che, oltre a concepire un nuovo modo di considerare il cinema, presume un diverso approccio a frequentare (e considerare) le sale. Non più semplici luoghi di passaggio e fruizione ma spazi condivisi, di divulgazione e confronto. Luoghi di quartiere (o meglio, del quartiere) dove la cultura si diffonde e non si subisce passivamente. Come accade con il teatro, del resto. Una sorta di ritorno al passato per chi fino agli anni Ottanta considerava assistere alle proiezioni sul grande schermo un evento clou della settimana e non un semplice ripiego alle tv in streaming.
Come ben raccontato da Alessandro Giacobbe, presidente di Alesbet S.r.l., società che gestisce le sale di Circuito Genova, nella lunga intervista rilasciata ad Alessia Spinola (https://www.goamagazine.it/oltre-lo-schermo-genova-riassapora-il-piacere-delle-piccole-sale-cinema-di-quartiere-il-reportage/), Il percorso è stato lungo e tortuoso e trae origine da quel lento e inesorabile processo di desertificazione delle sale dovuto alla chiusura dei cinema storici nel cuore della città a favore dell’apertura delle prime multisale. Fino a trent’anni anni fa, mentre si passeggiava in via XX Settembre, si passavano in rassegna le locandine dei film in programmazione che, soprattutto in questo periodo dell’anno, nel periodo delle Festività, erano disseminate in ogni angolo della città. All’altezza del Ponte Monumentale c’era l’Orfeo Dolby, salendo sulla sinistra l’Universale e il Lux, poco più avanti l’Olimpia e in cima a destra il Verdi. E ancora, in corso Buenos Aires c’era l’Augustus e in piazza Dante il Grattacielo. Io mi divertivo a sfilare il giornale al nonno per scoprire quali fossero gli orari delle proiezioni – nei famosi flani, oggi spariti dai quotidiani cartacei – assolutamente da non perdere sul grande schermo. È l’inesorabile passaggio del tempo, qualcuno penserà, ma considerando un altro punto d’osservazione sta gradualmente montando il desiderio di un ritorno al passato ed a un nuovo (o vecchio) modo di vivere le proiezioni.
Lo spartiacque potrebbe essere stato il periodo del lockdown che ci ha relegati per un tempo prolungato in casa e sottratti alla condivisione, sfociato in molti casi in una certa riluttanza alle multisale, diventati luoghi asettici o troppo simili ai maxi-televisori domestici. Spesso si dice che siano i dati a raccontarci la verità: ebbene, spulciando le presenze dei cinema storici di Alesbet S.r.l., che gestisce le sale di Circuito Genova, i numeri negli ultimi anni sembrano certificare questa teoria. Il Sivori, il City, l’Ariston, l’America, il Corallo, ma anche l’Odeon e oggi il San Pietro, stanno confermando il rinnovato interesse del pubblico a concepire le sale come luoghi in cui incontrarsi, scambiarsi idee, condividere e non solo guardare un film. Senza considerare i cinema all’aperto che nel periodo estivo stanno ritornando prepotentemente di moda. Ma questa è un’altra storia di cui riferiremo ampiamente nelle prossime settimane. E allora bentornato vecchio cinema, quello di una volta.
Su Tomaso Torre
Giornalista pubblicista dal 2003, è fondatore e direttore responsabile di GOA Magazine. Appassionato di arte, cultura e spettacoli ha collaborato per anni con diverse testate locali occupandosi di cronaca ed attualità, sport e tempo libero. “Ho sempre coltivato il sogno di realizzare un prodotto editoriale dinamico e fluido che potesse rispondere alle esigenze informative di un pubblico sempre più competente ed avanguardista”.Ultime Notizie
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