All’Acquario il 45° Simposio annuale dell’Associazione Europea dei Mammiferi Acquatici

Di il 7 Marzo 2017

-GENOVA-  Da domani 8 a sabato 11 marzo appuntamento internazionale all’Acquario con la presenza di 150 tra curatori, medici veterinari, esperti e ricercatori del settore della conservazione dei mammiferi acquatici provenienti da tutta Europa in occasione del 45° Simposio Annuale dell’Associazione Europea dei Mammiferi Acquatici (EAAM).

 

Il simposio è un’importante occasione di confronto e condivisione per la comunità scientifica e di approfondimento di temi di ampio respiro. Fra questi temi figurano il ruolo degli acquari e dei giardini zoologici nella conservazione dei mammiferi acquatici, con particolare riferimento alle specie minacciate o a rischio di estinzione; lo sviluppo di protocolli di gestione che garantiscano il benessere degli animali in ambiente controllato; i progetti di ricerca scientifica volti all’approfondimento della conoscenza delle specie e allo sviluppo di progetti di gestione sostenibile di questi animali anche in natura.

 

Tre esperti del settore a livello italiano e internazionale interverranno durante il simposio con alcuni contributi provenienti dai loro studi sui Cetacei:

  • Diana Reiss, psicologa cognitiva e professoressa presso il Dipartimento di Psicologia dell’Hunter College e del programma di Neuroscienze comportamentali del Corso di Laurea dell’Università di New York, esporrà i risultati dei suoi studi sulla comunicazione, la capacità cognitiva comparativa e l’evoluzione dell’intelligenza nei Cetacei;
  • Sandro Mazzariol, Medico Veterinario dell’Università di Padova esperto in Patologia e Coordinatore del Gruppo di Pronto Intervento Cetacei Italiano, introdurrà il tema degli spiaggiamenti dei grandi Cetacei e del monitoraggio della salute di questi mammiferi in mare aperto;
  • Vincent Jannik, Direttore dell’Istituto Scozzese degli Oceani, interverrà sul ruolo dei segnali acustici nella vita sociale dei tursiopi.

 

Cinque le aziende che supportano l’importante incontro europeo: Dryden Aqua, Equipment & Services Srl, Panaque Srl, PP Perleviet van der plas B.V, Seafoodia SAS.

 

Durante l’evento l’Acquario di Genova presenterà  alcuni  progetti come esempi concreti di ricerca ai fini della conservazione dei Cetacei.

  • Delfini Metropolitani: promosso in collaborazione con la Fondazione Acquario di Genova Onlus, che studia dal 2001 la presenza e le abitudini dei tursiopi, delfini costieri, e i loro rapporti con le attività dell’uomo. L’area di studio del progetto si estende lungo le coste della Liguria orientale, tra Genova e La Spezia, e coinvolgendo una rete di collaborazioni ed enti presenti su tutto il Santuario Pelagos.
  • Whalesafe: cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Life+, vede un partenariato composto da Università degli Studi di Genova (Dipartimento di Fisica e Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita), Costa Edutainment, Direzione Marittima di Genova, Capitaneria di Porto di Savona e Softeco Sismat, uniti per la conservazione dei capodogli (Physeter macrocephalus).

 

Fra i progetti presentati figureranno anche quelli svolti in campo medico veterinario dall’Acquario di Genova in collaborazione con il dipartimento di Biomedicina comparata ed alimentazione dell’Università di Padova:

  • Utilizzo di droni per il campionamento non invasivo delle popolazioni selvatiche di Cetacei in ambiente naturale. Durante la conferenza verranno presentati i risultati preliminari di uno studio effettuato per valutare il campionamento microbiologico degli sfiati dei delfini – l’equivalente di un controllo delle prime vie respiratorie nell’uomo – con una tecnica non invasiva sugli esemplari mantenuti in ambiente confinato all’Acquario di Genova. Analoghi rilevamenti potranno essere sviluppati per le popolazioni selvatiche.
  • Bisalbuminemia: identificazione e caratterizzazione genetica di una forma ereditaria di  anomalia di una proteina del sangue nei tursiopi (Tursiops truncatus), non correlata a patologia e riscontrata anche nell’uomo, identificando la causa e la modalità di trasmissione della mutazione. Questo studio ha permesso di aumentare le conoscenze delle proteine sieriche in questa specie.

 

(C.S.)

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