A PALAZZO DUCALE 4.365 KM DI COSTE ITALIANE PER LA MOSTRA FOTOGRAFICA “IL BEL PAESE”

Di il 14 Settembre 2023

La mostra sarà aperta al pubblico dal 25 settembre al 15 ottobre ed è composta da una selezione di 25 immagini, realizzate con una tecnica inusuale che apre delle chiavi di lettura inedite

di Alessia Spinola

GENOVA – Un itinerario di fotografie per viaggiare con la mente e lo sguardo lungo i 4.365 km delle coste italiane. Si tratta de “Il Bel Paese“, mostra di Stefano De Luigi e Gloria Viale che sarà aperta al pubblico dal 15 settembre al 15 ottobre nella Sala Liguria di Palazzo Ducale. La mostra è composta da una selezione di 25 immagini, realizzate con una tecnica inusuale che apre delle chiavi di lettura inedite. Il punto di forza di quest’esposizione, infatti, è proprio quello di aver creato un linguaggio che avesse qualcosa di nuovo da dire e che sproni chi le guarda a interrogarsi sul presente.

«Questo viaggio è un pò un bilancio del mio rapporto con l’Italia, ed è anche un bilancio intimo del rapporto con mio padre, al quale si ispira il mio lavoro»: commenta così Stefano de Luigi, autore delle fotografie esposte, il quale sottolinea di aver utilizzato «una tecnica di ripresa che è molto simile a quella della camera oscura, e una metodologia di stampa che restituisce una fotografia che non è né un positivo né un negativo, ma è una specie di posizione intermedia un pò onirica che dovrebbe servire a creare quel distacco necessario per chi vede le immagini a domandarsi ciò che sta vedendo».

Quelle delle immagini vuole essere una lettura politica, in quanto «uno degli scopi di questo lavoro è sicuramente celebrare le bellezze culturali e paesaggistiche italiane, ma è anche aprire gli occhi su quella che è la realtà dell’Italia di oggi, quindi anche con le cose meno belle che di solito mettiamo sotto il tappeto».

La curatrice dell’esposizione Chiara Ruberti afferma: «Ci sembrava il momento giusto di provare a guardare oltre il cliché, oltre a quello che siamo talmente abituati a vedere e non riusciamo più ad apprezzare, sia nel bene che nel male. Il nostro invito è quindi quello di osservare con occhi nuovi attraverso quelli di Stefano».

Il progetto è risultato vincitore del bando “Strategia Fotografia 2022”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura (MiC), che prevedeva la committenza di opere o serie fotografiche destinate al patrimonio pubblico.

Da Trieste a Ventimiglia, l’itinerario – non soltanto da vedere sotto il profilo geografico, ma anche come suscitatore di memoria collettiva – tocca decine di luoghi simbolici, da Venezia alla riviera romagnola e al litorale adriatico fino a Leuca, proseguendo lungo le coste ioniche della Puglia fino alla Calabria, risalendo poi la penisola con le soste tradizionali del viaggio in Italia, da Paestum a Napoli, da Roma e la campagna romana alla cascata delle Marmore, fino a Firenze e alla costa toscana, per arrivare infine a Genova.

Gli scatti rappresentano un dialogo continuo tra le bellezze del Paese e lo sfruttamento del turismo. Si tratta di contraddizioni a cui noi ormai non facciamo più caso ma che raccontano molto di ciò che facciamo quotidianamente al nostro paesaggio.”

Si parte il 14 settembre nella Sala Liguria di Palazzo Ducale con la mostra di fotografie inedite di Stefano De Luigi che, con questo lavoro, prosegue la riflessione avviata nel 2012 con iDyssey. L’esposizione, curata da Chiara Ruberti, presenta anche un cortometraggio di Michela Battaglia, fotografa e videomaker, che racconterà il viaggio compiuto dall’autore. La mostra proseguirà fino al 15 ottobre e sarà aperta dal lunedì alla domenica con orario 10-19.

Sempre il 14 settembre Stefano De Luigi sarà protagonista di una lecture nella sala del Minor Consigliodi Palazzo Ducalenel corso della quale dialogherà con Giovanna Calvenzi e Chiara Ruberti.

Il 19 settembre, nell’occasione della presentazione di Impararte e delle attività educative di Palazzo Ducale, i docenti presenti potranno seguire una visita guidata alla mostra.

Infine, l’Università di Genova ospiterà il 12 e il 13 ottobre presso Palazzo Balbi Senarega il convegno internazionale “Raccontare il paesaggio contemporaneo nell’arte. Fotografia, fototesto, letteratura performance, videoarte“.

Inoltre, sono previste visite guidate gratuite i pomeriggi dal lunedì al venerdì alle 17.30.

Attraverso un lessico che insiste sulla relazione tra fotografia e memoria, i luoghi narrati da IL BEL PAESE diventano una sorta di immagine latente, simile a quella che rimane impressa sul materiale fotografico sensibile, in quel momento unico, prima di essere rivelata dallo sviluppo, proprio come un substrato di memoria. Lo sguardo di De Luigi sul paesaggio italiano origina dal passato, dal ricordo delle giornate trascorse insieme al padre al Museo di Roma davanti ai dipinti e alle incisioni che ci hanno restituito l’immaginario del Grand Tour, il viaggio che tra il Seicento e l’Ottocento portava in Italia giovani aristocratici, intellettuali e borghesi di tutta Europa. Su quell’immagine dell’Italia, sedimentata nelle fotografie degli Alinari e del Touring Club, è intervenuta l’opera di quegli autori che hanno contribuito a cambiare e guidare il pensiero sulla rappresentazione fotografica del paesaggio italiano.

IL BEL PAESE si inserisce idealmente in questo discorso: “vedere attraverso tutte le immagini precedenti e nel contempo cancellarle per avere una propria prima visione”, come auspicava Luigi Ghirri, per arrivare alla costruzione di un immaginario che sia prima di tutto in grado di veicolare un’idea del nostro Paese e delle contraddizioni che lo abitano.

Le immagini di De Luigi restituiscono al paesaggio il proprio valore semantico. La geografia che ci consegnano ci interroga sull’attitudine del nostro sguardo, sulla necessità di ritrovare il desiderio e lo stupore del guardare quei luoghi dove ancora insistono e resistono la memoria e gli immaginari del passato e, con uguale urgenza, di porre maggiore attenzione alle caotiche e talvolta surreali scenografie che popolano la nostra esperienza quotidiana e che sono spesso il risultato di interventi improvvisati, incoerenti, non finiti, privi di pensiero sul futuro.

IL BEL PAESE ha dato vita anche a un libro edito da L’Artiere con testi di Giovanna Calvenzi e Chiara Ruberti.

Le opere prodotte saranno acquisite dall’Archivio di Arte Contemporanea dell’Università di Genova (AdAC) del Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo (DIRAAS).

Il progetto è vincitore di Strategia Fotografia 2022, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

STEFANO DE LUIGI – BIOGRAFIA

Stefano De Luigi è nato a Colonia. Cresciuto a Roma, ha vissuto tra Milano e Parigi. Fotografo documentarista si interroga sull’umanità attraverso fenomeni sociali e di costume nei quali l’immagine ha un ruolo dominante come la tv, il cinema, la pornografia, la pubblicità e la propaganda. Soprattutto negli ultimi anni, in cui la sovrapproduzione di immagini ha messo in crisi l’autorialità dei fotografi, De Luigi ragiona sul senso stesso della fotografia e lo declina in direzioni ogni volta diverse. Ha pubblicato i libri Pornoland (Thames & Hudson 2004), Blanco (Trolley Book 2010), iDyssey (Edition Bessard 2017), Babel con Michela Battaglia (Postcart 2018), Pornoland Redux (Self-published 2021), Il Bel Paese (L’Artiere 2023). Il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra gli altri, quattro World Press Photo (1998, 2007, 2010, 2011), il W. Eugene Smith Memorial Fund (2008), il Getty Images Grant for Editorial Photography (2010) e il Days Japan International Photojournalism Award (2010). È stato invitato per una residenza d’artista al Festival de Photographie de Deauville (2022). Ha collaborato con diverse testate internazionali come il New Yorker, Geo, Paris Match e Stern. Dal 2008 è membro dell’agenzia VII.

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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