SANITÀ E MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO: ECCO LE PROSSIME SFIDE DELLA REGIONE

Di il 4 Novembre 2020

Toti: “Legislatura impegnativa, pur nell’emergenza non dobbiamo smettere di pensare al futuro”

GENOVA – Ospedali, futuro e modelli di sviluppo sono stati i temi principali trattati in occasione del consiglio regionale tenutosi nella giornata di ieri martedì 3 novembre. Nel corso della seduta è stato presentato il programma dell’esecutivo per i prossimi cinque anni, con una particolare attenzione per l’emergenza sanitaria in corso, ma con lo sguardo rivolto al domani.

«Dobbiamo tenere presente – ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (foto in copertina) – che sarà un legislatura impegnativa non solo nelle prossime ore e mesi, ma nei prossimi anni. Per questo dobbiamo riuscire nel nostro agire a costruire un doppio binario che ci consenta di affrontare l’oggi, ma anche il futuro, nella consapevolezza che il Covid finirà. Pur nell’urgenza dell’emergenza, non dobbiamo smettere di pensare al futuro per chi abiterà in questa regione».

La situazione negli ospedali

Per quanto riguarda gli ospedali Toti ha ricordato il piano incrementale attivato per i nosocomi. «Si tratta di un piano di Fase 4 – ha aggiunto il governatore – che porta ad aumentare i posti letto, oggi aggiornato alla luce della malattia. Abbiamo 1.200 ricoverati, soprattutto sull’area metropolitana e solo 50 terapie intensive aperte. Facendo un paragone con il picco dello scorso aprile quando avevamo 1.400 ricoverati e le terapie intensive occupate arrivavano a 200, si capisce che siamo ben lontani da quei numeri. Anche se l’allargamento della pandemia ci ha indotto ad un aumento dei posti letto ospedalieri. Per questo stiamo chiedendo uno sforzo alla nostra sanità, quello di raggiungere i 2000 posti letto in Liguria».

«Il vero problema, che è di tutto il Paese, è dato dall’impossibilità di avere tutte le professionalità che ci servirebbero per rispondere alla crisi. Ci servono medici e infermieri, come servono in tutta Italia, ma per formare un medico servono anni su questo il nostro Paese deve riflettere anche dopo la fine dell’emergenza. Un tema delicato quello del personal e delle regole di ingaggio, su cui non si può banalizzare».

Il futuro della sanità

«Spero che da questa emergenza si impari qualcosa – ha detto Toti –  non solo per quanto riguarda nuovi criteri sanitari di cura, ma di organizzazione della sanità territoriale, a partire dalla collaborazione con i medici di medicina generale con cui abbiamo siglato un accordo per la presa in carico dei pazienti covid e poi la realizzazione di nuove case della salute, insieme al piano di edilizia ospedaliera che comprende il nuovo  pronto soccorso del Policlinico San Martino, il nuovo ospedale della Spezia e l’ospedale di Vallata nel ponente della città di Genova».

Il presidente della Regione si è soffermato sull’importanza della digitalizzazione per essere sempre più competitivi e ha ricordato l’arrivo a Genova prossimamente «del più grande cavo transoceanico di dati presente nel nostro Paese e diretto in Lombardia e poi in Germania, un’opportunità per un utilizzo sempre più diffuso delle nuove tecnologie a cui anche il Covid ha contribuito».

Modello di sviluppo

«Non è cambiato il nostro modello di sviluppo, alla sommità c’è sempre la messa in sicurezza del territorio, attraverso le opere e i cantieri – ha ricordato il governatore – Nella scorsa legislatura abbiamo utilizzato fondi di protezione civile per la resilienza del territorio e per la mitigazione del rischio».

«Ci aspettano scelte complesse e non facili per invertire la curva dei contagi – ha concluso Toti – Ma ogni uomo deve fare il suo dovere, senza panico e senza alcuna speculazione politica. Tutti sappiamo di dover remare nella stessa direzione per uscire dalle secche e per fare in modo che la regione che ha tenuto aperto il cantiere del ponte Morandi durante la prima ondata, non sia travolta da questa».

C.S.

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