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MARINA MASSIRONI PRESENTA “LE VERITÀ DI BAKERSFIELD”: «VI SVELO L’AUTENTICITÀ CHE SI NASCONDE DIETRO LO SPETTACOLO»

L’attrice protagonista della pièce in programma al Teatro Modena dal 20 al 23 aprile 2022 si racconta a GOA Magazine
GENOVA – Due destini, due storie lontanissime che si intrecciano in un’America segnata da forti divari sociali. Da una parte Maude, una cinquantenne disoccupata, dall’altra l’esperto Lionel, che si definisce un “cacciatore di falsi”, critico newyorchese di fama mondiale, a cui toccherà valutare l’opera e, nel caso fosse un autentico lavoro del noto pittore, avere la possibilità di cambiare la vita della donna.
“Le verità di Bakersfield”, in scena dal 20 al 23 aprile 2022 al Teatro Modena di Genova, è un maquillage di comicità, frizzante ironia, commedia e retrospettiva psicologica. Spettacolo in cartellone per oltre tre mesi nel West End londinese, interpretato anche da Kathleen Turner, scritto da Stephen Sachs, premiato autore, protagonista della vita teatrale californiano e degli Stati Uniti con il suo Fountain Theatre, la pièce vede come protagonista Marina Massironi al fianco di Giovanni Franzoni in una recita che oscilla tra il valore e il senso dell’arte e quello della vita, spesso misteriosamente intrecciati e complessi da prevedere.
Artista poliedrica, un David di Donatello e un Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista per il film «Pane e tulipani», storica spalla di Aldo, Giovanni e Giacomo, l’artista lombarda presenta il nuovo spettacolo a GOA Magazine rivelando aneddoti, svelando retroscena e ammettendo il suo forte legame con la città di Genova e il teatro genovese.
Marina Massironi, nello spettacolo che debutta al Teatro Modena domani si parla di autenticità, sia dell’arte che delle persone.
«È un modo per chiedersi dove stia la verità, a chi dobbiamo credere. Chi ha il potere di dire che una cosa è vera oppure falsa, quanto può costare difendere la propria verità. Domande che si legano indissolubilmente al mondo dell’arte, in questo caso un quadro di Pollock, che non si sa se sia vero o falso».
Come si snoda la storia?
«Maude, il mio personaggio, sostiene che il quadro sia autentico e difende il suo sentire a suo modo, con le sue possibilità, che sono fatte di carne, sangue ed esperienze di vita. Dall’altra parte c’è il mondo più formale e autorevole, rappresentato da questo esperto d’arte che cercherà di difendere la sua verità, cioè che il quadro sia un falso. Dal primo incontro, dai primi pregiudizi reciproci scaturiranno poi altre verità, altre finzioni, per cui butteranno giù la maschera e si racconteranno meglio. Uno stimolo per scoprire quali sono le verità e le falsità dentro».
La sua parabola da attrice è iniziata proprio sul palcoscenico.
«Il sogno di fare l’attrice è partito dal teatro, Ho iniziato in una scuola lavorando nel Teatro Ragazzi. Quindi ho proseguito facendo altri tipi di spettacoli»..
La sua carriera è sempre stata divisa tra teatro e cinema. Da cosa è più attratta?
«Sono due approcci alla recitazione diversi con dei punti in comune. Il cinema mi ha dato soddisfazioni professionali e popolarità ma, se devo scegliere, dico il teatro. Il contatto con il pubblico, respirare l’atmosfera del palcoscenico trasmette sensazioni uniche che il cinema, più asettico, non sa dare. E poi l’energia che c’è in teatro e che gira dal palcoscenico al pubblico e viceversa. È un’esperienza unica, perché unico è il teatro, unico è il pubblico. Tutto quello che c’è intorno a uno spettacolo cambia di giorno in giorno. È molto affascinante pensare che non si vedranno mai due spettacoli perfettamente identici».
Il palcoscenico è il suo luogo sicuro?
«Sì. Mi sono sempre trovata molto a mio agio in scena e soprattutto lì ho sempre trovato gli stimoli migliori. E tuttora è il mio posto preferito, sia come spettatrice sia come attrice. Tutto quello che si racconta, tutta questa verità raccontata con la più grande finzione del mondo è un tempo che mi appassiona sempre. E poi mi piace molto lo spettacolo dal vivo, l’idea di consumare il lavoro insieme al pubblico, Anche lavorare con Giovanni Franzoni è un’esperienza che mi ha molto arricchita professionalmente ».
Non è la prima volta che recita a Genova. Che tipo di rapporto ha con la città?
«Genova è una città che amo moltissimo e a cui sono legata affettivamente in modo particolare. Qui proprio al Modena fui protagonista del mio primi monologo teatrale (La donna che sbatteva nelle porte, dal libro omonimo dell’irlandese Roddy Doyle, con la regia di Giorgio Gallione, n.d.r.). Fu una grande esperienza teatrale e professionale di cui conservo un dolcissimo ricordo».

Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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