Museo dei Cappuccini: inaugura la mostra “L’arte del presepe”
GENOVA-Da sabato 23 novembre, alle ore 15.30, a domenica 2 febbraio 2020 il Museo dei Cappuccini di Genova presenta un percorso espositivo dedicato all‘arte presepiale nelle sue diverse forme: da quello classico in statuine di legno, terracotta, terra cruda, carta incollata, a quello dipinto dai grandi artisti della scuola genovese del ‘600.
Il presepe è presente in milioni di case in tutto il mondo. La rappresentazione scenica del Mistero della Natività era già nota prima di San Francesco, ma è con il Poverello, e precisamente col presepe di Greccio (1223), che ha iniziato un nuovo modo, “evangelico e umano”, di rappresentarlo. Possiamo quindi considerare San Francesco d’Assisi come “l’inventore” del Presepe.
Il Natale è un evento spettacolare, da sempre il presepe ligure, in particolare quello dei cappuccini, offre uno spettacolo nuovo e vecchio allo stesso tempo: vecchio perché si ripete ormai da tre secoli, nuovo perché ogni anno raffigura sempre scene diverse ed è arricchito da nuovi dettagli che aiutano a conoscere le tradizioni popolari.
C’è anche spazio per veri e propri spaccati di un mondo che non c’è più, come quello degli anni trenta del ‘900, dove un semplice rilegatore di Carmagnola, Franco Curti, dedicò più di 12.000 ore a costruire un presepe meccanizzato, che oggi entra davvero nella storia come uno dei presepi meccanici più antichi in Italia.
Il grande sviluppo dei presepi scolpiti si ebbe nel Settecento, quando si formarono le grandi tradizioni del presepe napoletano, genovese e bolognese. In questo secolo si diffusero i presepi nelle case dei nobili e nel XVIII secolo a Napoli e a Genova si scatenò una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe più bello e sfarzoso.
A Genova Anton Maria Maragliano era l’artista più noto e il prezioso corteo dei Re Magi esposto al Museo è attribuito alla sua prestigiosa bottega. Non mancano di espressività anche le statuine di Pasquale Navone, uno dei suoi più importanti seguaci.
Ma il presepe lo si apprezza anche nella sua forma più popolare. Fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento il presepe arrivò anche negli appartamenti dei borghesi e del popolo, dove divenne il centro simbolico attorno al quale ruotavano le festività natalizie. In Italia e non solo venivano realizzate statuine con materiale poveri e deperibili di cui si conservano poche testimonianze attraverso le quali si cerca di far rivivere storie e tradizioni popolari che stanno scomparendo.
Ne sono esempio i “Macachi” in terra cruda, produzione di tipo casalingo in origine realizzata dalle figulinaie di Albisola, o le statuine di carta incollata di cui si hanno poche notizie e testimonianze storiografiche, la cui provenienza è incerta, ma che probabilmente venivano realizzate in campagna o in villaggi prevalentemente agricoli.
La vera e propria attrazione del periodo natalizio è costituita dal celebre presepe meccanico realizzato a partire dagli anni ’30.
Quest’anno il Museo vuole ricordare padre Andrea Caruso mancato pochi mesi fa, fu lui a ricevere in dono dal costruttore il presepe negli anni ’70 e, dopo averlo montato per oltre trent’anni, ha insegnato ai curatori del museo tutti i segreti del suo funzionamento.
Nato come presepe itinerante, che il costruttore portava in giro per l’Italia con tanto di camion e tendone al seguito, la sua prima esposizione pubblica risale agli anni ’40 e da allora affascina grandi e piccini grazie agli oltre 150 personaggi in movimento. La parte centrale, animata da un unico motore, è un trittico di 40 m2, composto dalla ricostruzione di Betania, Gerusalemme e Betlemme al tempo di Gesù. Altri 5 motori muovono i quadri meccanici che precedono il presepe con le Profezie di Isaia, Michea, Malachia e la ricerca dell’alloggio.
Il percorso d’arte si articola in riflessioni tematiche sulla famiglia, sull’infanzia di Gesù, sui simboli e personaggi tipici delle rappresentazioni di artisti della scuola genovese del ‘600.
Quest’anno è messa in risalto la figura di San Francesco di Assisi, la sua vicinanza alla povertà di Gesù e Maria, che ha rispecchiato nella sua regola di vita, e il suo amore per Gesù Bambino. I frati cappuccini hanno da sempre riposto grande attenzione al Mistero della Natività, e fin dalle loro origini hanno reso omaggio a Gesù Bambino nelle loro chiese attraverso presepi molto apprezzati tra la popolazione, dei quali si conservano memorie negli archivi, appassionati racconti degli storici e la cui tradizione prosegue ancora oggi in ogni fraternità locale.
Orari: dal martedì alla domenica 14.30-18.00 – giovedì 10.00/13.00 – 14.00/18.00
Per visite guidate a gruppi su prenotazione
Per informazioni: ufficio: +39 010.8592759
www.bccgenova.it – info@bccgenova.org – museocappuccinige@gmail.com
C.S.
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