Progetto Redress: l’Acquario di Genova in prima linea per la tutela degli abissi marini

Di il 17 Dicembre 2025

GENOVA – La nuova collaborazione scientifica e divulgativa tra l’Acquario di Genova e l’Università Politecnica delle Marche mette al centro la conservazione degli ambienti più profondi del Mediterraneo. Il progetto avviato nell’ambito di REDRESS, iniziativa europea dedicata allo studio del degrado degli abissi marini, punta a sviluppare strategie di restauro e a sensibilizzare il pubblico. In questo contesto, dal 16 dicembre, l’Acquario di Genova dedica una vasca al Mediterraneo profondo, affiancata da un’area di approfondimento per i visitatori.

Gli organismi ospitati nella nuova vasca, tra cui esemplari di coralli profondi, provengono dal canyon Dohrn nel Golfo di Napoli, dove sono stati raccolti nel corso di attività di ricerca scientifica fino a 500 metri di profondità. Trasferiti a Genova, sono stati presi in carico dai biologi dell’Acquario e inseriti in apposite vasche curatoriali, seguendo un periodo di quarantena prima dell’allestimento definitivo.

L’iniziativa si inserisce in una collaborazione già consolidata tra Acquario di Genova e Università Politecnica delle Marche, che negli anni hanno lavorato insieme su diversi progetti di ricerca e conservazione. L’obiettivo è mettere in dialogo competenze scientifiche e capacità divulgative, rendendo accessibili al grande pubblico ambienti fondamentali per l’equilibrio degli oceani ma ancora poco conosciuti.

Gli ambienti marini profondi, oltre i 200 metri di profondità, coprono circa il 65 per cento della superficie del pianetae ospitano una biodiversità straordinaria, in larga parte ancora sconosciuta. Si tratta di ecosistemi oggi fortemente minacciati da attività umane come la pesca a strascico, l’inquinamento, il traffico navale e l’estrazione di materie prime, che producono danni significativi anche nei fondali del Mediterraneo.

Il progetto REDRESS, coordinato dall’Università Politecnica delle Marche, coinvolge ventisei partner di quindici Paesi ed è impegnato in numerose campagne oceanografiche in Europa e nel Mediterraneo. Tra gli obiettivi principali figurano lo sviluppo di nuove tecnologie per il restauro degli habitat profondi, la rigenerazione di ecosistemi danneggiati e il recupero di coralli e “foreste animali” attraverso tecniche di ricolonizzazione naturale e l’utilizzo di substrati eco-compatibili.

Secondo il coordinatore scientifico del progetto, Roberto Danovaro, proteggere e restaurare la biodiversità degli abissi sarà una delle grandi sfide delle prossime generazioni, un impegno che richiederà tempo prima di produrre risultati tangibili, come ha ricordato anche la project manager Cristina Gambi.

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