Live Cinema al Teatro Modena con “Historia del Amor “: il mito dell’amore secondo i Serrano

Di il 15 Ottobre 2025

ph Leafhopper

di Francesca Lituania

GENOVA – Il Teatro Gustavo Modena ha accolto ieri sera una pièce di eccellenza, dissacrante e a tratti straniante, delle arti sceniche sperimentali. Historia del Amor (History of Love), l’ultima creazione del collettivo catalano Agrupación Señor Serrano,  rappresenta la realtà di rottura e cambiamento nel panorama scenico Europeo, insignito del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia nel 2015, riaffermando la sua identità sotto la guida di Àlex Serrano e Pau Palacios (regia e drammaturgia): trasformare un tema universale, l’amore, in una performance iper-tecnologica, analitica, sarcastica e per certi aspetti crudele. Con quest’opera, i Señor Serrano si discostano dai temi dalle precedenti rappresentazioni; mentre le loro opere più famose (Birdie, A House in Asia) si occupavano di destrutturare e analizzare i grandi temi mondiali (come guerre, migrazioni e crisi climatiche) criticando i media, Historia del Amor è una storia intima: applicando il metodo analitico all’amore tra realtà e finzione ne scompongono il mito. L’unica interprete è Anna Pérez Moya (attrice-performer), sola sul palco con una telecamera: gestisce la scena nella doppia veste di narratrice e protagonista tra l’emotivo e il narrativo; in uno spazio spurio, tra un laboratorio postmoderno e la discarica degli amori perduti, finiti, mai iniziati, gestisce una fisicità articolata tra live video e interazione con oggetti disparati (tratto distintivo dei Serrano) che emergono dai sacchi a ricomporne le cartoline. Vediamo così narrare da una voce in inglese e rappresentato plasticamente, un amore cavernicolo rozzo e primitivo, dove il fuoco della caverna è l’elemento distintivo, un amore settecentesco affettato e violento, dove il sentimento è volubile come l’aria, uno costretto dalla società, dalla religione e privo di sentimento, che scorre lento e ineluttabile come l’acqua, uno antico, struggente e non corrisposto, soffocato e occulto dalla terra e infine uno contemporaneo dove la foto degli astanti a teatro presenti questa sera sono divenuti spettatori di tutti gli amori possibili. La doppia narrazione in cui si articola lo spettacolo è stata lodata dalla critica: in spagnolo, con sovratitoli in italiano, la performer racconta la propria esperienza personale e intima riassumendo all’inizio dell’opera tutte le espressioni dell’amore e narrando la delicatezza degli inizi, i fuochi d’artificio della piena felicità, il deserto progressivo puntellato da sempre meno oasi di un sentimento che si va a spegnere, la riscoperta del desiderio per nuovi amori e la saturazione della ricerca, interrotta dall’analisi video delle coppie iconiche dell’amore (Romeo e Giulietta o Frida Kahlo e Diego Rivera o ancora Antinoo e Adriano per citarne alcune) che si confondono e si sovrappongono divenendo un unico sentimento ancestrale e immutabile nella sua diversità. L’amore viene smitizzato e paragonato all’ El Dorado: una promessa esaltante, motore dell’esistenza stessa, dalla cui ricerca spasmodica derivano spesso caos e distruzione: la Moya si immagina in un grande supermercato nel deserto, in una corsia piena di scatole di latte, ne prova alcune e le scarta, ne approva altre ma le getta fino a trovarsi a pattinare su tutte le scelte scartate, sopra la testa il riflesso di altre corsie dove altri personaggi come lei scartano il cartone che la contiene. Le recensioni al debutto al Grec Festival di Barcellona sono state generalmente entusiastiche: apprezzato il marchio di fabbrica del collettivo e nel contempo gradita l’innovazione tematica. La critica ha sottolineato come la capacità di fondere la speculazione e l’analisi con l’uso di telecamere a circuito chiuso e live cinema dimostri l’evoluzione del teatro contemporaneo: la tecnologia non è un oggetto, ma uno strumento che permette di trasformare una percezione univoca in una visione sfaccettata anatomizzando la realtà interiore. La performance di Anna Pérez Moya è stata elogiata per la sua abilità nel gestire la complessità multimediale che rappresenta la ricerca dell’amore.Nonostante il successo, la “voce fuori dal coro”  ha espresso riserve sulla profondità d’analisi raggiunta dato che la rappresentazione non risponde in modo esauriente alle grandi domande sull’origine, il modo e le regole del sentimento amoroso. In realtà non c’è una risposta tanto che al termine dell’opera la performer pronuncia “non so cosa sarò, ma continuerò a cercare“: i  Señor Serrano sono pionieri di un teatro che, come l’amore, si evolve o si involve, metamorfico, ma ancestrale e che non finirà mai di esistere.
Una piccola nota: sebbene non ci siano riferimenti diretti o dichiarazioni del collettivo che lo spettacolo sia ispirato al romanzo del 2005 intitolato The History of Love di Nicole Krauss  le affinità di contenuto potrebbero alludere, come richiamo e omaggio tra consimili, all’opera letteraria:  “Il Tema del Grande Archivio dell’Amore”, la Ricerca dei “Resti”,e la Doppia narrazione sono temi comuni. 

Replica unica: Mercoledì 15/10/2025 20:30

TEATRO GUSTAVO MODENA

Informazioni e biglietti
Telefono 010 5342 720
teatro@teatronazionalegenova.it
biglietti.teatronazionalegenova.it

Produzione
Agrupación Señor Serrano, GREC Festival de Barcelona, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, TPE – Teatro Piemonte Europa / Festival delle Colline Torinesi, Teatro Nazionale di Genova, La Piccionaia s.c.s., Grand Theatre Groningen, Departament de Cultura de la Generalitat 
con il sostegno di Teatro Calderón Valladolid / Meet You, Nave 10 Matadero,Teatre Principal de Inca, Teatre Lliure, Fabra i Coats Fàbrica de creació de Barcelona, Culture Moves Europe (European Union e Goethe-Institut)

Regia e drammaturgia
Àlex Serrano e Pau Palacios

Collaborazione alla drammaturgia
Clara Serra

Interprete
Anna Pérez Moya

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

Devi essere loggato per postare un commento Accedi

Lascia un commento