Quando il passato non muore: “Il lutto si addice ad Elettra” racconta il Paradiso e l’Inferno dentro gli esseri umani. La recensione

Di il 12 Ottobre 2025

di Alessia Spinola

GENOVA – Sul palco del Teatro Ivo Chiesa, il dolore si fa carne e destino: “Il lutto si addice ad Elettra” di Eugene O’Neill esplode come una tragedia antica rivestita di psicanalisi moderna, dove ogni sguardo pesa come una colpa e ogni silenzio diventa condanna. Dopo l’Orestea di Eschilo qualche stagione fa e Il Giro di Vite dell’anno scorso, Davide Livermore ha nuovamente inaugurato la stagione del Teatro Nazionale di Genova, questa volta con uno dei capolavori del Novecento che prende spunto dalla trilogia eschilea per restituirci un ritratto del nostro tempo.

Il lutto si addice ad Elettra è un quadro composto da diverse sfumature di grigio che spinge lo spettatore, dopo poco più di 3 ore di messa in scena, a interrogarsi sulla propria capacità di confrontarsi con l’eredità familiare. La tragedia, ambientata dopo la Guerra di Secessione americana, racconta la storia della famiglia Mannon, distrutta da segreti, tradimenti e desideri di vendetta. Al centro c’è Lavinia, figlia del generale Mannon, che assiste al crollo della sua famiglia, lottando contro una tragedia inevitabile in un dramma di amore, colpa e destino. A interpretare i personaggi di O’Neill sul palco, un cast a dir poco straordinario: Paolo Pierbon (Ezra Mannon), Linda Gennari (Lavinia Mannon), Marco Foschi (Orin Mannon), Aldo Ottobrino (Adam Bant), Davide Nicolini (Peter Niles), Carolina Rapillo (Hazel e Niles) ed Elisabetta Pozzi, che, dopo aver vestito i panni di Lavinia nell’edizione diretta da Luca Ronconi nel 1997, torna sul palco del Teatro Ivo Chiesa nel ruolo di Christine Mannon. Quello a cui si assiste sul palco è dunque un passaggio di testimone: Mariangela Melato (che nel 1997 era Christine)-Elisabetta Pozzi ed Elisabetta Pozzi-Linda Gennari.

In questa pièce non ci sono dèi a giudicare, l’unico tribunale presente è quello delle proprie coscienze. Sul palco, i personaggi devono fare i conti con le proprie azioni e sottoporsi a un processo personale, portando il pubblico a empatizzare con loro e con i loro crimini e a farsi una semplice quanto potente domanda: Sono poi così diverso? Il bene e il male, in fondo, non convivono in tutti noi?

Anche in questa regia di Livermore torna il tema della presenza dei morti tra i vivi, ricordandoci che il passato, per quanto proviamo a lasciarcelo alle spalle, tornerà sempre a influenzare il nostro presente e che dobbiamo imparare a farci i conti se vogliamo andare avanti e non sprofondare sull’orlo dell’abisso. Quello andato in scena ieri sera è uno spettacolo dal taglio molto cinematografico, con una scenografia capace di mettere in risalto gli attori e le loro grandi capacità attoriali: non ci sono fronzoli a distrarre lo spettatore, ci sono solo gli interpreti con le loro voci, i loro sguardi, i loro gesti.

Il lutto si addice ad Elettra, dunque, è un appuntamento imperdibile per tutti coloro che amano un teatro capace di spettinare, che non lascia scampo, che ti entra dentro e che ti costringe a guardarti allo specchio.

Lo spettacolo andrà in scena fino al 26 ottobre. Bigliettu teatronazionalegenova.it.

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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