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Palazzo Tursi, prorogata fino a domenica 11 febbraio la mostra sulle leggi razziali “Scripta Manent”
GENOVA – Sarà visibile ancora per questo week-end la mostra Scripta Manent. Le leggi razziali attraverso i documenti del Consiglio comunale di Genova. Giuseppe Basevi: un caso di scuola, allestita nel loggiato superiore di Palazzo Tursi dalle 10 alle 18.
«È la prima volta che il tema delle leggi razziali viene affrontato esponendo documenti storici del Consiglio comunale e siamo felici del successo ottenuto e delle numerose richieste di prolungarne la durata o renderla permanente, stiamo attivamente lavorando su questo – ha dichiarato il presidente Carmelo Cassibba – Obiettivo di “Scripta Manent” è, inoltre, far capire che alcune tecnologie come l’AI, possono essere utilizzate in modo costruttivo e positivo, che esiste un “deep fake” buono. In questa era digitale e spesso fuori controllo, in cui possiamo connetterci e condividere informazioni in modi senza precedenti, abbiamo la responsabilità di utilizzare queste risorse anche per preservare la storia e la memoria. Speriamo di esserci riusciti».
Al centro dell’iniziativa, voluta dalla presidenza del Consiglio Comunale di Genova con ILSREC (Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea) e con la collaborazione della Comunità Ebraica di Genova, otto documenti esposti per la prima vota, provenienti dagli Archivi del Consiglio comunale, che testimoniano il periodo storico dal 1926 al 1945, con un focus sulle leggi razziali e le terribili conseguenze che hanno causato. Tra questi la testimonianza dell’allontanamento dal Consiglio comunale di Giuseppe Basevi, in quanto ebreo, attuata con l’uso dell’Intelligenza Artificiale e costruita attraverso le sue lettere scritte in tempo di guerra al figlio deportato.
«Il volto di Basevi è stato fedelmente rigenerato grazie ad alcune fotografie donate dalla famiglia – ha dichiarato Fulvio Mastrogiovanni, fondatore di Teseo e docente di Robotica e Intelligenza Artificiale all’Università di Genova – le nuove tecnologie legate all’AI, in questo caso le tecniche di AI generativa e “deep fake”, consentono modalità di comunicazione moderne, riconosciute anche dalle nuove generazioni, capaci di essere dirette ed incisive perché il livello di intermediazione del medium tecnologico è ridotto al minimo. Siamo particolarmente contenti di aver contribuito alla propagazione di un messaggio, quello di Basevi, che proviene dal passato, ma mai così moderno e attuale».
C. S.
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