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“Le tre funicolari di Genova”, a Palazzo Reale si presenta il libro di Marco Marchisio

GENOVA – Giovedì 1° dicembre 2022 alle ore 17, presso Palazzo Reale , verrà presentato il libro di Marco Marchisio «Le tre funicolari di Genova. Storie di funi, dentiere e dintorni», Serel | Stefano Termanini Editore, 2022. Interverranno con l’autore: Marco Beltrami, presidente AMT, Angelo Germano, prefatore del libro, Stefano Termanini, editore. Ebe Raffo leggerà la poesia in genovese «A fonicolare de Sant’Anna» di Nino Raffo.
Le tre funicolari di Genova – non tutte “funicolari” in senso tecnico, in realtà – sono alcuni fra gli impianti verticali gestiti da AMT, Azienda Mobilità e Trasporti di Genova. Sono la funicolare di Sant’Anna, con partenza da piazza Portello e arrivo alla sommità di via Bertani; la funicolare del Righi, con partenza da Largo Zecca e arrivo al Righi; la cremagliera di Granarolo, con partenza da Principe e arrivo a Granarolo.
Nelle sue «Istruzioni per l’uso», Marco Marchisio, che ama definirsi «medico per professione e ferroviere per vocazione», scrive: «Sin dalla prima infanzia ho provato, chissà perché, un’irrefrenabile attrazione verso i mezzi di locomozione a motore, fossero essi auto, mezzi su rotaia oppure velivoli o natanti. Poter penetrare nei segreti di una sala macchine, poter violare con lo sguardo i misteri di una cabina di guida e comprenderne l’utilizzo dei comandi costituivano per me un’irraggiungibile chimera». Il libro «Le tre funicolari di Genova» nasce da questo desiderio di comprendere il funzionamento di tre fra gli impianti verticali più ricchi di storia e di fascino della città di Genova: la funicolare di Sant’Anna, un tempo ad acqua; la funicolare del Righi, da cui si accede a uno dei panorami più straordinari sulla città; la cremagliera di Granarolo, che, d’un balzo, ci fa entrare in un mondo di scorci meravigliosi, punti di vista sul mare e sui forti, un luogo “a parte” dove il tempo pare essersi fermato.
Scrive Marco Beltrami, presidente AMT, nella sua introduzione: «Impianti verticali, impianti speciali oppure, per gli esperti, funicolari, cremagliere, ascensori: li possiamo chiamare in tanti modi, ma sono senza dubbio un aspetto distintivo e un motivo di vanto della nostra città. Sono cresciuti nel tempo, ogni epoca ha aggiunto qualcosa, ma certo i più iconici, e per certi versi futuristici, sono quelli creati nella prima metà del XX secolo. Impianti pensati per una città che cresceva e si trasformava, impianti che prefiguravano nuovi quartieri e nuovi flussi di passeggeri. Impianti profondamente inseriti nel tessuto sociale dei loro territori al punto da diventare elemento abituale del contesto e, come tale, non più percepiti nella loro eccezionalità. Forse su questo sbagliamo, non ne cogliamo abbastanza l’unicità e li diamo per scontati. Altre città su infrastrutture di minor valore hanno costruito narrazioni turistiche di grande efficacia». Non a caso, mentre spiega come funzionino gli impianti, il libro di Marco Marchisio coglie ogni spunto di narrazione e di scoperta, suggerisce al viaggiatore una sosta, ogni occasione di riscoperta.
«Marco Marchisio – dice Stefano Termanini, editore del volume – ci parla di mezzi che salgono e scendono in una città verticale. Ma ci parla anche di un mondo di attenzione, di cortesie, un tempo di relazioni personali in gran parte perdute, che si vorrebbe, nel ricordo e più ancora nella sostanza, poter ritrovare. Ci parla della città di una volta: diversa soprattutto nei ritmi della vita. Una città celata, ma non però estinta. Da riscoprire. Ancora convive, infatti, almeno in parte, con quella, veloce e perfino caotica, del nostro presente».
«Ricchi e poveri, intellettuali ed ignoranti – scrive Angelo Germano nella prefazione al libro – tutti viaggiano sulle stesse rotaie, ognuno con il proprio bagaglio di speranze e sofferenze. Seguendo questo filone Marco Marchisio ha approfondito anche il trasporto urbano: quello che tocca ogni giorno ognuno di noi facilitando o rendendo più faticose le nostre vite. Infine in questa ricerca ha scelto il più romantico dei mezzi di trasporto urbano, specialmente a Genova: le funicolari. Un mezzo familiare che si confonde nel paesaggio, snodandosi fra le case, che diventa un punto di aggregazione del quartiere perché fa incontrare e conoscere le persone che lì abitano»

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