Al FilmClub presentazione del film “1945” di Ferenc Torok

Di il 22 Ottobre 2018

GENOVA – Domenica 4 ottobre alla sala Filmclub di salita S. Caterina è in programma la proiezione del film 1945 (ore 16,30 – 18,30 – 20,30, nelle lingue ungherese e russo con i sottotitoli in italiano), con la presentazione del regista Ferenc Török alle ore 18. L’appuntamento è organizzato da Centro Culturale Primo Levi e A.M.A.T.A. Onlus (Amici del Museo d’Arte di Tel Aviv), in collaborazione con Circuito Cinema Genova. Il biglietto è in vendita a 5 euro.

 

Un paese, una stazione e un momento storico di transizione. È il 12 agosto 1945 e siamo in un villaggio ungherese. La seconda guerra mondiale è appena finita, ma il territorio è controllato dalle truppe sovietiche. Chi è sopravvissuto vuole dimenticare i torti fatti e subiti, per non parlare dei crimini. Il desiderio tacito è tornare alla normalità. Nell’afa della giornata estiva, mentre fervono i preparativi per il matrimonio del figlio del vicario, arrivano inaspettati due ebrei ortodossi, padre e figlio. Scaricano dal treno due casse, le mettono su un carro e lentamente attraversano il villaggio. Basta la loro misteriosa presenza per scatenare un’ansia collettiva che diventa panico. Chi dalla guerra ha tratto un vantaggio personale ha paura non solo di perderlo ma di subirne l’accusa. Segreti, colpe, rimorsi, violazioni e tradimenti riemergono dal passato.

 

Il film è tratto dal racconto Homecoming di Gábor T. Szántó (Budapest 1966), che traccia il ritratto di una società impegnata a superare il dolore e gli orrori della guerra recente. “Mi interessava molto – ha dichiarato il regista Török – il periodo storico subito dopo la guerra, quando il fascismo era finito, il comunismo non era ancora iniziato e per un momento in Ungheria c’è stato un accenno alla possibilità di una transizione democratica. La storia originale di Szántó è una novella di dieci pagine. Per prima cosa abbiamo sviluppato una drammaturgia simile alle tragedie greche, costruite su unità di tempo, azione e luogo. Abbiamo creato nuovi personaggi e rafforzato il testo con dialoghi asciutti. Ho sempre desiderato girare un film in tempo reale con i diversi punti di vista dei diversi personaggi, come Robert Altman. Mi sono ispirato anche alle strutture degli spaghetti western, come Mezzogiorno di fuoco”. Infatti nel film, oltre alle casse scaricate dai vagoni, il sole e la polvere, c’è il ticchettio degli orologi che si avvicinano a mezzogiorno.

 

 


 

Per info

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