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TORNA ZONES PORTUAIRES: FESTIVAL INTERNAZIONALE TRA CITTÀ E PORTO
Passeggiate, veleggiate, visite guidate, azioni artistiche, convegni, mostre e momenti di incontro informali durante tutto l’anno, per scoprire tutti i volti del Porto, in un progetto che vede la collaborazione di diversi soggetti, pubblici e privati, dalla scala territoriale a quella internazionale.
GENOVA – Giunto alla sua quarta edizione, Zones Portuaires / Festival Internazionale tra Città e Porto, è un’occasione di incontro e di scambio tra lo spazio urbano e quello al di là delle cinte doganali. Con il suo programma di visite, spettacoli, workshop, laboratori, esposizioni, proiezioni, talk, il primo Festival del Porto in Italia propone un momento di connessione, scoperta, suggestione e riflessione tra questi due mondi.
«Ci siamo interrogate – spiegano le organizzatrici Maria Elena Buslacchi e Maria Pina Usai – se fosse opportuno o meno, a seguito del tragico evento che ha interessato Genova soltanto un mese fa, mantenere la programmazione delle attività di Zones Portuaires. La risposta, in realtà, è venuta dal Porto stesso, con le sirene delle navi che hanno ricordato, all’unisono, le vittime del crollo del ponte Morandi. La città è il suo porto. Un porto che da subito, dopo il 14 agosto, si è attivato per cercare soluzioni. Un porto creativo, da cui emerge spirito di iniziativa e grande dedizione. Tutte caratteristiche che gli hanno permesso di non vedere calare i propri traffici, nonostante le difficoltà, e di essere solidale con il tessuto urbano. Questa inventiva viene dalle persone che lo costituiscono, che ci lavorano quotidianamente. Il festival è dedicato a loro».
In questo scenario acquisisce senso ancora maggiore il tema su cui quest’anno è declinato il festival: le facce del Porto. Cioè i volti delle persone che muovono gru, spostano container, aprono e chiudono i varchi, costruiscono e riparano navi, le dirigono in porto, le fanno ormeggiare, garantiscono la sicurezza, permettono alle persone di viaggiare, vicino e lontano. Il Porto in tutte le sue facce, e le facce delle persone che saranno affisse sulla Diga Foranea, come segno di saluto alle navi che arrivano e che partono da Genova.
«Avevamo già deciso di mettere l’accento, nel 2018, sulla dimensione umana del lavoro nel Porto – continuano – anche in relazione ai diversi incidenti che in diversi scali italiani si sono verificati negli ultimi mesi. Come forma di ringraziamento e di attenzione a tutte le persone che costituiscono il Porto, e quindi la Città, abbiamo concepito l’installazione sulla diga, inserita con le foto di Simone Lezzi nel circuito Inside Out delle opere di arte pubblica dell’artista francese JR, che ha ritratto in grande formato circa trecentomila persone in tutto il mondo».
Sebbene il festival, con i workshop che lo precedono, si concentri in poco più di una settimana a settembre, il progetto è concepito come un dispositivo che attiva percorsi di ricerca e creazione culturale, oltre che di sensibilizzazione e partecipazione pubblica: questo fa sì che le attività, nelle loro fasi produttive e di elaborazione, si sviluppino durante tutti i mesi dell’anno e vengano realizzate in collaborazione con diversi soggetti, pubblici e privati, dalla scala territoriale a quella internazionale.
Quest’anno Zones Portuaires ha ospitato, a maggio all’Acquario nell’ambito del Festival del Mare, i protagonisti di Marina Caffè Noir di Cagliari, ha messo in scena a giugno, su una barca a vela partita da Marsiglia, diretta a Lesbos e ormeggiata per una settimana al Porto Antico, lo spettacolo C’est la Goutte d’Eau, scritto a bordo dell’Aquarius con le storie dei migranti a bordo, ha viaggiato sulla barca a vela Yellow lungo la riviera ligure, la Costa Azzurra e il Var per incontrare i porti che costellano la costa da Genova a Marsiglia e tessere la trama di una zone portuaire transfrontaliera.
Proprio a Marsiglia è nato Zones Portuaires, nel 2010, per iniziativa dell’omonima équipe. Nel corso del tempo il festival è diventato occasione per lasciar emergere il fil rouge che lega le città portuali, le loro attività, la loro architettura, le persone che le abitano. Dal 2015 il Festival si tiene anche a Saint-Nazaire, sull’Atlantico, ed è approdato a Genova con l’obiettivo di contribuire alla contaminazione interdisciplinare sul tema del rapporto tra Città e Porto, al fine di rafforzarne il rapporto di reciproca conoscenza.
Zones Portuaires Genova 2018 propone un ricco calendario di eventi che stimolano la partecipazione attiva dei cittadini e dei turisti di ogni età e provenienza e nuove dinamiche di interazione tra enti pubblici e privati nella gestione delle aree portuali: passeggiate, veleggiate, visite guidate, azioni artistiche, convegni, mostre e momenti di incontro informali portano in totale sicurezza alla scoperta di un mondo vicino ma spesso sconosciuto.
A Genova il Festival è realizzato dall’associazione U-BOOT Lab e promosso da MEDSEA Mediterranean Sea and Coast Foundation e da Incontri in Città (DAFiSt – UniGE). Ha ricevuto il patrocinio di Regione Liguria, Comune di Genova, Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Capitaneria di Porto di Genova e il supporto di Assagenti, Saar DP, associazione Promotori Musei del Mare e della Navigazione e SLAM, oltre che la collaborazione del Galata Museo del Mare, Costa Edutainment, Porto Antico di Genova, Amici della Lanterna, Corpo Piloti e Gruppo Antichi Ormeggiatori del Porto di Genova, Guardia Costiera Ausiliaria, CULMV Paride Batini, San Giorgio del Porto e FinSea.
Il programma è inserito nell’Anno europeo del Patrimonio culturale 2018.
Zones Portuaires / Genova
ideazione, progetto, e coordinamento: Maria Pina Usai e Maria Elena Buslacchi
realizzazione a cura di U-BOOT Lab
per MEDSEA Mediterranean Sea and Coast Foundation e Incontri in Città (DaFiSt – UniGE)
ideazione e direzione artistica Zones Portuaires / Marseille: Emmanuel Vigne
direzione artistica Zones Portuaires / Saint-Nazaire: Sandrine Floch – Association Cales Obscures
«Considero Zones Portuaires una vetrina importante non solo per il risvolto turistico, ma per Genova tutta – dichiara Francesco Maresca, Consigliere Delegato al Porto del Comune di Genova – In questo momento di dolore dovuto al tragico evento del crollo di Ponte Morandi, inoltre, l’iniziativa diviene ancora più significativa: essendo una manifestazione itinerante, che coinvolge anche altre città europee, infatti, mostrerà l’orgoglio genovese che ci sta caratterizzando, la forza di istituzioni ed operatori portuali nel non arrendersi e la reiterata competitività quale porto più importante del Mediterraneo».
«Siamo sempre stati entusiasti di sostenere questo festival – dichiara Alberto Banchero, presidente Assagenti – che finalmente apre le porte del nostro scalo e lo racconta in un modo del tutto originale. Sono molte le persone che vivono il porto a distanza nella propria quotidianità, siamo felici che abbiano la possibilità di venire a respirare le banchine da vicino, tra i tanti mestieri che popolano questo mondo da generazioni. Per sentirsi genovesi bisogna sentirsi un po’ portuali».
«L’Ordine degli Architetti PPC di Genova sostiene il Festival Zones Portuaires per il suo spirito di ricerca permanente sulla relazione città-porto e per la capacità di essere un evento culturale ad ampio spettro, con una naturale vicinanza ai temi dell’architettura e del paesaggio – dichiara l’arch. Daniele Salvo, consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC di Genova – Come rappresentante della Commissione Giovani Architetti, un gruppo di lavoro costuito per dare voce ai giovani professionisti, ritengo sia importante la nostra partecipazione all’interno del Festival per promuovere iniziative che possano tenere vivo il dibattito sul paesaggio della dismissione e trovare soluzioni innovative per consentire la rinascita della città.»
Per prenotazioni e programma completo visita il sito:
www.zonesportuaires-genova.net
c.s.
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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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