Ripristinato il sentiero storico percorso dalla famiglia di Cristoforo Colombo

Di il 6 Luglio 2020

GENOVA – Dopo un periodo di abbandono che rischiava di farlo diventare impraticabile, l’itinerario storico Colombiano è stato ripristinato. Si tratta di un percorso a valenza storico-escursionistica che da Terrarossa di Moconesi (ora Terrarossa Colombo) arriva a Quinto passando dalle fasce alle spalle di Nervi.

Si sviluppa in circa 19 chilometri, seguendo quello che storicamente fu il tragitto della famiglia degli avi di Cristoforo Colombo, originaria fontanina, lungo l’antichissima mulattiera che dalla Fontanabuona arrivava a Genova.

Grazie al lavoro di Roberto Giordano, Ambasciatore di Genova nel Mondo, runner e conoscitore dell’entroterra, all’Associazione dei Liguri nel mondo e alla Federazione italiana escursionismo, si è provveduto al ripristino dell’Itinerario. Questa è avvenuta con la pulizia del sentiero, il taglio dei rovi, la sostituzione della segnaletica ormai usurata e in parte illeggibile. Sono stati posizionati 30 nuovi cartelli con le indicazioni e le note storiche e sono state ridipinte sulle rocce le frecce bianche e rosse che guidano il percorso. Oltre a ciò, rispetto al sentiero tracciato nel 1992, sono state create tre varianti, nella zona della panoramica Uscio-Apparizione, per evitare tratti asfaltati, sostituendoli con passaggi più impegnativi ma molto suggestivi.

Il sentiero è sicuro e adatto a tutti, si percorre in media in sette ore di cammino, che diventano nove se si opta per le varianti. Gli interventi sono stati realizzati grazie a numerosi sponsor, senza costi aggiuntivi per l’amministrazione.

«La valorizzazione delle vallate e del nostro entroterra è una priorità della nostra Amministrazione – dice Paola Bordilli, assessore alla Tutela e Sviluppo delle Vallate, al Commercio, Artigianato e Grandi Eventi -. In un momento storico come quello attuale in cui si è anche alla ricerca di proposte alternative e di prossimità, la risistemazione dell’itinerario è un invito non solo agli escursionisti, ma anche ai genovesi per scoprire l’entroterra cittadino. In questo percorso ritroviamo le nostre radici, la nostra identità da conservare, tutelare, riscoprire e tramandare alle generazioni future. Ringrazio sentitamente Roberto Giordano, gli sponsor e tutti coloro che si sono adoperati per restituire lustro ad un percorso abbandonato negli anni passati e che grazie alla collaborazione di tutti abbiamo voluto portare alla ribalta».

«Attraverso un programma televisivo ho avuto la possibilità di correre intorno al mondo, tra foreste, deserti e savane per raccontare luoghi, tradizioni, culture e paesaggi. Ma la possibilità di trovare un percorso così bello, così carico di storia vicino a casa mi ha portato alla voglia di ripristinarlo – spiega Roberto Giordano -. Per le nostre operazioni abbiamo usato anche il Gps. Siamo stati non poco facilitati rispetto al 1992, quando fu ripristinato per la prima volta l’antico tracciato, allora queste tecnologie non c’erano. Il sentiero si può compiere in entrambi i sensi di marcia, ma io consiglio di partire dall’alto».

Il percorso

Il sentiero, che attraversa sette Comuni, venne inaugurato nel 1992 nella ricorrenza del V Centenario della scoperta dell’America, e si snoda da Terrarossa di Moconesi (ora Terrarossa Colombo) fino a Quinto, passando per Tribogna, Colle Caprile, Calcinara, Cornua, Valico del M. Becco, Valico del M. Cordona, Nervi.

Era conosciuto un tempo anche come via “dell’ardesia” o via “del pane”, in cui si identificano quei percorsi della Val Fontanabuona che dalle cave poste in prossimità dei crinali scendono fino al fondo valle e alla costa; sentieri percorsi per secoli per trasportare le lastre di ardesia dai luoghi di estrazione fino al mare. Ripercorrere oggi questi sentieri aiuta a comprendere quanto fossero difficili le condizioni di vita, in un entroterra povero di risorse naturali, in un territorio avaro di prodotti della terra e di pastorizia, ma con un ambiente naturale ricco di segni lasciati dall’uomo: vecchie case, viottoli, fasce, muretti a secco.

Nel 1992 le operazioni furono realizzate dall’associazione Colombo Fontanabuona 2000 con il sostegno della Provincia e della Comunità montana Fontanabuona, grazie anche all’apporto di molti volontari. All’inaugurazione partecipò l’onorevole Paolo Emilio Taviani, che era presidente del Comitato nazionale Colombiano.

La flora è molto varia. Nei pressi del ponte a tre archi sul torrente Lavagna si trovano ontani e vimini selvatici, salendo i castagneti e tra il Passo di Case Becco e il monte Cordona gli antichi pascoli ormai inselvatichiti. Gli animali che popolano la zona sono volpi, tassi, scoiattoli, lepri e cinghiali.

C.S.

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