PROSEGUE FINO A SETTEMBRE “LA VIA DEGLI ALBERI”, LA TOURNÈE DI PINO PETRUZZELLI SUL RAPPORTO TRA UOMO E NATURA
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Dopo “Vita nei boschi”, il drammaturgo continua la sua indagine con un nuovo viaggio attraverso quello che lo scienziato Stefano Mancuso chiama “La nazione delle piante”
GENOVA – L’indagine sul rapporto profondo tra uomo e natura prosegue del “La via degli Alberi“, la tournée di e con Pino Petruzzelli, prosegue fino a settembre. “La via degli Alberi” è una produzione Teatro Ipotesi e Fondazione Luzzati Teatro della Tosse.
Dopo “Vita nei boschi”, Petruzzelli continua la sua indagine sul rapporto profondo tra uomo e natura con un nuovo viaggio attraverso quello che lo scienziato Stefano Mancuso chiama “La nazione delle piante” .
Quattro “Interviste impossibili” con i limoni delle Cinque Terre e di Sorrento, il castagno di Carpasio- nel cui tronco cavo trovarono rifugio i partigiani feriti- i larici millenari della Val d’Ultimo e gli ulivi di Taranto, per ritessere la trama di una storia che parla di loro ma anche di noi.
“Perché dopo aver girato in zone di estrema povertà e di guerra, dopo aver passato sei anni sulle tracce del popolo Rom, ho sentito la necessità di parlare della Natura? E in modo particolare degli alberi? Perché gli alberi hanno molto da insegnare all’Homo Sapiens, come ricorda lo scienziato Stefano Mancuso.
Possiamo migliorare le nostre esistenze osservando come gli alberi collaborano con i nemici trovando reciproco vantaggio o come basano la sopravvivenza su reali forme di governo democratiche in cui non esistono organi di comando ma forme di cooperazione attiva e di intelligenza distribuita.
In un momento come quello che stiamo vivendo dobbiamo capire come ripartire.
La natura è sempre la stessa, è l’uomo a decidere quale via prendere.
Attraverso il presente è possibile andare a cercare il punto in cui l’Homo Sapiens ha preso una strada sbagliata e da lì ricucire lo strappo.
Tanto il mondo della scienza quanto il mondo degli umanisti vedono nel massacro della natura, in favore di una industrializzazione cieca, il momento in cui abbiamo diminuito le nostre capacità di vedere un futuro felice per noi e per i nostri figli.
Naturalmente lo spettacolo non è un saggio di neuroscienze o di neurobiologia vegetale, ma un modo di provare a riflettere attraverso il teatro su temi urgenti.
“Riflettere, pensare. È questo il mio teatro fatto di lacrime e risate, di momenti felici e momenti difficili. Di profondità e leggerezza. Proprio come la vita. Anche quando parlo di situazioni difficili però, penso sempre a un’arte in grado di infondere vita e voglia di vivere nello spettatore.
Il protagonista dello spettacolo, come nelle “Interviste impossibili”, ha deciso di andare ad ascoltare i limoni delle Cinque Terre e di Sorrento, il castagno di Carpasio nel cui tronco cavo trovarono rifugio i partigiani feriti, i larici millenari della Val d’Ultimo e infine gli ulivi di Taranto, nati quando Platone e Aristotele vivevano, che sono stati spazzati via da orribili dinosauri di metallo per lasciare il campo a un’industria siderurgica.
Guarda con profondità la natura, capirai meglio ogni cosa ,scriveva Albert Einstein.; ho scelto di seguire lui e di dare la parola agli alberi”.
Pino Petruzzelli
CS.
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