“Le memorie di Ivan Karamazov”: storia di un uomo in cerca di un finale. La recensione

Di il 30 Ottobre 2023

GENOVA – Scomodo, incompiuto, in cerca di un finale: è questo l’uomo che viene rappresentato in “Le memorie di Ivan Karamazov”, spettacolo teatrale andato in scena al Teatro Duse di Genova dal 25 al 29 ottobre con protagonista Umberto Orsini e ispirato al celebre romanzo di Dostoevskij, capolavoro della letteratura mondiale.

In questa rappresentazione troviamo un Ivan Karamazov ormai vecchio che dopo anni parla ad un tribunale vuoto e impolverato della responsabilità morale che gli grava sulle spalle per l’omicidio di suo padre. Una costante lotta tra il bene e il male, tra la vita e la morte, tra l’amore e l’odio, rappresentata visivamente dalle luci sia fredde che calde e da una scenografia che sembra proprio essere uscita da un romanzo di Dostoevskij.

Tra uno sbuffo di neve e l’altro, Ivan fa i conti con le sue dichiarazioni tramite l’arrivo in scena di un fonografo che ripete le parole da lui dette anni prima e messe agli atti: “Se Dio non esiste, tutto è permesso”. Ed ecco che allora inizia un dialogo non più con un inquisitore assente, ma con Cristo, che condanna. Un monologo che rivela un uomo a metà, tormentato dai suoi stessi demoni, che si sottopone al giudizio degli uomini e del Divino, ma che, alla fine, si rivelerà il giudice più severo con sé stesso.

Magnetica l’interpretazione di Umberto Orsini che ha saputo portare il peso di un personaggio così contorto e complesso, riuscendo a riempire perfettamente quel palco in cui era da solo. Con le sue dichiarazioni ha portato tutti gli spettatori in sala a fare anche loro i conti con la propria coscienza e a mettersi in discussione. Uno spettacolo con un finale che lascia con il fiato mozzato, degno della standing ovation finale che ha scaturito.

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