La rassegna “Rabdomanti” sbarca alla Sala Mercato del Teatro Nazionale con sette giorni consecutivi di spettacoli

Di il 3 Dicembre 2025

GENOVA – Quattordici spettaccoli andranno in scena alla Sala Mercato del Teatro Nazionale dal 5 al 12 dicembre per il rush finale della XXI edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile. “Rabdomanti” è il titolo della rassegna che riunisce autori, interpreti e artisti provenienti da diversi Paesi in una maratona di opere brevi e d’impatto. «Un esperimento nato per valorizzare i giovani e le donne», sottolinea la direttrice Consuelo Barilari, che considera il progetto «una rivoluzione nei modi di fare spettacolo».

Il calendario della rassega

Il 5 e 6 dicembre alle 19.30, prima nazionale di “Armande sono io!”, scritto e portato in scena da Fiorenza Menni, in scena con Sara De Simone e Caterina Venturin. È frutto di un lungo lavoro sull’opera e il pensiero di Carla Lonzi, considerata la madre del femminismo in Italia, in cerca per tutta la vita di un’autenticità nella vita e nell’arte, che è apparsa rivoluzionaria perché alle donne negata. Sempre il 5 dicembre, alle 21, la Sala Mercato ospita “Fear no more” di Francesca Sangalli con Leda Kreider e la regia di Simona Gonella, dedicato a Virginia Woolf e ad alcune delle protagoniste dei suoi romanzi, che pirandellianamente prendono la parola e chiedono di essere raccontate, raccontando la propria verità fuori dai libri. Il 6 dicembre alle 21 va in scena “L’estasi della lotta” di Angela Dematté con Carlotta Viscovo, sulla vita, la personalità e la straordinaria opera dell’artista francese Camille Claudel, musa e amante di Rodin, morta dopo trent’anni di ospedale psichiatrico. C’è un corpo che si fa scultura, mentre una donna dialoga con questo sé scolpito da un uomo. Dietro a questo emergono le lotte sindacali condotte da Carlotta Viscovo, battaglie quotidiane in cui il passato e il presente si uniscono.

Il 7 dicembre “Rabdomanti” propone una Maratona per la pace in tre spettacoli: “La guerra svelata di Cassandra” (ore 16) di Salvatore Ventura con Gaia Aprea e la regia di Alessio Pizzech, sugli orrori e le ingiustizie della guerra visti attraverso gli occhi della profetessa troiana. Una Cassandra del 2025 da immaginare tra le macerie di Gaza o di Kiev. Testimone di un eterno destino di violenza che lega vincitori e vinti. Debutta “Rispost@ua” (ore 18), dell’ucraina Neda Nezhdana, drammaturga e romanziera pluripremiata, con Anna Bodnarchuk, giovane attrice ucraina diplomatasi alla Scuola del Teatro Nazionale, che dà voce alla rabbia e al dolore della guerra. Al centro della storia c’è un cantante d’opera ucraino che diventa soldato, una figura ispirata a Vasyl Slipak, che sul palco amava interpretare Mefistofele e sul campo di battaglia è stato ucciso da un cecchino. Infine “Peitho/Persuasione. Concerto di voci e suoni” (ore 20) ideato dalla giovane drammaturga in ascesa Irene Patra Zani e Federica Fracassi, con Federica Fracassi e Dimitrios Papavasiliu, un concerto di voci e suoni sulla tragedia umana e intellettuale del filosofo Carlo Michaelstaedter, suicida nel 1910 a 23 anni. Il testo unisce la sua biografia al racconto mitico della gueèrra di Troia. Il concetto di “persuasione”, così caro al ragazzo friulano che parla e scrive in greco all’inizio del ‘900, è incarnato da Peitho, la dea della Persuasione del pantheon greco.

La rassegna “Rabdomanti” prosegue con “Love Love Love” (10 dicembre, ore 19.30) con la regia di Alberto Camanni, un’indagine semiseria sull’attualità dell’amore romantico, in cui lo spettatore è chiamato a diventare parte di una “grande orchestra teatrale” con interviste riprese e condivise all’interno dello spazio scenico, che diventano canovaccio per l’improvvisazione degli attori Matteo Dagnino, Giorgia Fasce e Claudia Perossini. “Mamme a metà” (10 dicembre, ore 21) di Silvia Nanni, con Elena Miranda e Lisa Santanelli, sulla parabola di una gravidanza che non si compie. Laura, la protagonista, è seduta su una sedia bianca da ospedale e parla come un fiume in piena. Non c’è neppure una parola che la definisca: è semplicemente una donna che ha perso qualcosa, o meglio qualcuno. L’elaborazione di un lutto di cui si parla poco.

“Controtempo” (11 dicembre, ore 19.30) di e con Anna Dego e Anna Stante, storia universale di amicizia e sentimenti contrastanti, al confine tra danza e teatro. In scena due donne che sembrano due equilibriste sulla soglia incerta del tempo. Il corpo è il luogo in cui il tempo si fa visibile.

“R.osa” (11 dicembre, ore 21) di Silvia Gribaudi con Claudia A. Marsicano, spettacolo cult sul corpo, performance poetica, giocosa e dissacrante, tra leggerezza e gravità, citando Jane Fonda e Botero. Uno one woman show sorprendente e acuto che spinge a interrogarsi sul nostro sguardo e il nostro pensiero di fronte a corpi lontani dai modelli solo apparentemente raggiungibili.

“C’era una volta” (12 dicembre, ore 19.30) di Noemi Francesca, in scena con Michelangelo Dalisi, la soggettiva di un uomo colto nell’attimo del suo fine vita. È un “Manuale di sopravvivenza per immagini”, un tentativo di evocare lo spegnersi di uno sguardo sul mondo, attraverso la soggettiva di un uomo nella fase terminale della sua vita. “Maledetto nei secoli l’amore” (12 dicembre, ore 21) dal racconto di Carlo D’Amicis (finalista al Premio Strega) con Valentina Sperlì, che interpreta una donna al capezzale di un uomo di cui sa ben poco, un monologo sull’ineluttabilità e il sentimento. Lady Mora, la spregiudicata chiromante protagonista del racconto, è l’unica parente rimasta in vita, chiamata a decidere il destino di un cugino entrato in coma.

Info e biglietti

18 euro intero;

14 euro ridotto over sessantacinque;

12 euro ridotto, under trenta e associazioni femminili accreditate.

Biglietteria al Teatro Ivo Chiesa, al Teatro Duse e al Teatro Modena. Biglietteria telefonica 010 5342400. Biglietteria on line biglietti.teatronazionalegenova.it.

Aggiornamenti su www.eccellenzalfemminile.it

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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