“La generazione perduta” al cinema Sivori con il regista Marco Carta e lo psichiatra Giorgio Schiappacasse

Di il 12 Aprile 2023

GENOVA – Le dipendenze di ieri e di oggi, con le conseguenze che hanno provocato nelle vite dei singoli e nella società, verranno portate in primo piano martedì 18 aprile alle ore 21 al cinema Sivori con la proiezione del film “La generazione perduta”, preceduta dall’introduzione del regista Marco Carta e dello psichiatra Giorgio Schiappacasse, che a fine serata risponderanno alle domande del pubblico.

Schiappacasse, già direttore dei Sert della Asl 3 genovese, ha una lunga esperienza nella cura delle dipendenze e una conoscenza diretta dei cambiamenti avvenuti nel corso dei decenni, oltre a essere stato tra i primi a Genova a comprendere il potenziale dell’auto mutuo aiuto per i dipendenti e i familiari.

Il film, distribuito da Istituto Luce, parte dai documenti d’epoca per raccontare la storia del giornalista Carlo Rivolta. Negli anni ’70 l’Italia è sommersa dall’eroina. Rivolta, cronista tra i più attenti della sua generazione, è tra i primi a raccontare il fenomeno dalle colonne di un giornale nuovo, “Repubblica”. Intuisce le dinamiche che regolano il traffico. Mette il consumo crescente in relazione al naufragio dei movimenti collettivi nati dalla spinta del ’68. È la voce di una generazione in caduta libera. Ma la consapevolezza non lo risparmia. Si occupa a fondo della questione, analizzando e raccontando il fenomeno che vuole conoscere da dentro. Così, mentre pubblica inchieste e denuncia una società che preferisce chiudere gli occhi, si immerge in quel mondo che finirà per trascinarlo nel vortice dell’autodistruzione, fino al tragico epilogo. A 32 anni Carlo cade da una finestra e muore dopo cinque giorni di coma.

“La generazione perduta” di Marco Turco racconta il giornalista di razza e l’uomo tormentato che vive la sua crisi personale e politica e che dopo l’uccisione di Aldo Moro vede sbriciolarsi tutte le sue certezze. La sua convinzione che si dovesse trattare per la sua liberazione, in contrasto con la linea del giornale di Scalfari (suo mentore fin dalla nascita del quotidiano) provoca l’allontanamento dal giornale, mentre la sua critica alla deriva violenta di una parte del movimento, lo isola dai suoi ex compagni di lotta che lo considerano un “nemico del popolo.” Attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto, la figura di Carlo emerge con tutte le contraddizioni ma anche con la sua coerenza nella ricerca della verità fino alla fine. Preziosi documenti dell’archivio Rai e dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico mostrano in parallelo la realtà di quel tormentato periodo della storia italiana. Nasce così la storia di una generazione, una sinfonia corale accompagnata dalla voce di un solista. Attraverso le parole e lo sguardo di Rivolta, viviamo in diretta lo spirito dei tempi, le enormi speranze e le amare delusioni di una generazione devastata dall’eroina.

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CS.

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