“Il ponte della vergogna”, proiezione in prima assoluta al Teatro dell’Ortica

Di il 14 Gennaio 2020

GENOVA-Parlare di Ponte Morandi è ancora necessario, e il cinema può e deve mettere a disposizione i suoi linguaggi per esplorare ancora la storia umana che si trova dentro le pieghe di questa dolorosa e ancora sanguinante ferita per la comunità genovese, e non solo.

Anche da questa considerazione nasce l’idea alla base del film “Il ponte della Vergogna”, del giovane regista genovese Fabio Giovinazzo, che ha raccolto di oltre un anno di lavoro la storia, le testimonianze delle persone e i racconti che si sono intrecciati dietro e dentro questa vicenda, le cui radici sono profonde nel tempo e nell’animo dei protagonisti, più o meno usciti alla ribalta a seguito del crollo del 14 agosto 2018.

Prodotto da Nerofumo Prods & Actions e da Capra Pictures, “Il ponte della vergogna”  sarà proiettato in prima assoluta presso la sala del Teatro dell’Ortica (Via Allende 48, Molassana) venerdì 17 gennaio alle ore 21 (ingresso a offerta libera), è un film che racconta e mescola tutto questo, attingendo anche ad una narrazione tipicamente cinematografica.

L’opera – spiega il regista – può essere letta ed interpretata come un vivo esperimento immaginifico se una realtà di un certo tipo non viene presa troppo in considerazione. Lo spunto narrativo mette in luce componenti diversificati che fanno gioco di squadra: l’elemento che si perde nella fiction può trovare respiro in un episodio raccontato attraverso uno stile fumettistico, le parole del documentario trovano una fusione che reputo interessante con il linguaggio della video arte”.

Un percorso non facile, che va in una direzione non scontata, soprattutto su un tema che in questi mesi ha visto diversi “pulpiti” e narrazioni talvolta omologate nel raccoglimento del post-tragedia.

In definitiva, una libertà di espressione a dosi equilibrate, senza conflitti e lotte verso una prevaricazione – sottolinea Giovinazzi – Avere fiducia in se stessi cercando di non oltrepassare una specie di frontiera morale. Così facendo le fantasie arrivano e si agganciano l’una all’altra. La storia nasce, prende forma e si sviluppa. Risulta vero, i miei film non di rado aprono alla violenza e alla provocazione ma è il compito di ogni forma d’arte: generare qualcosa”.

Fabio Giovinazzo è autore e regista cinematografico, artista e scrittore. La sua espressione creativa tende a seguire un linguaggio estroso, lirico, visionario – non banalmente provocatorio – e trasgressivo quindi cerca nelle sue opere di dare vita a mondi psicoanalitici e fuori dall’ordinario, sospesi tra sogno e realtà.

Ha fondato l’aperiodico d’arte, cultura e informazione ΣΜΙΛΗ/SMILE – giocando sulla sublime ambiguità che tende a rendere unite le parole “lama” in greco e “sorriso” in inglese – che è stato presentato nel 2018 al Festival Internazionale della Poesia.

C.S.

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